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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI SENATORI
DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Sabato, 13 aprile 1985

 

Signore e signori,
cari amici.

Sono molto lieto che voi abbiate desiderato questo incontro con me durante la vostra visita in Europa. È per me una felice occasione per rivolgervi il benvenuto in Vaticano e per offrirvi una parola di fraterno incoraggiamento e di amicizia. So che mi considerate un amico del popolo americano e sono lieto di essere considerato come tale.

Risulta in modo estremamente evidente dalla storia e da un’accurata lettura dei “segni dei tempi” che il popolo americano ha una speciale missione di servizio nel mondo. Dio ha abbondantemente benedetto i vostri antenati e la terra in cui si stabilirono; e non fa meraviglia che permetta a così numerosi popoli del mondo di trovare speranza in America. Quanti rifugiati e immigrati hanno trovato una nuova vita nella vostra terra!

Sono certo che questa vostra visita in Europa è posta sotto il segno della solidarietà, una solidarietà che voi desiderate manifestare come rappresentanti del popolo americano, una solidarietà che trascende le vostre frontiere nazionali e si rivolge ai popoli di ogni Paese.

Sono certo che ogni giorno ponete a voi stessi queste domande: che cosa possiamo fare per essere al servizio del nostro popolo? E che cosa possiamo fare per permettere al nostro popolo di svolgere il suo ruolo di servizio al prossimo? In una parola: come possiamo far progredire la grande causa della solidarietà umana? Nella vostra attività, voi certamente vi trovate ad affrontare immensi problemi, necessità urgenti, situazioni critiche. Ma in tutto questo dovete continuare ad essere consapevoli della vostra missione di servizio e solidarietà. E, certamente, in questo servizio e solidarietà c’è un grande arricchimento umano per il popolo americano che in questo modo viene confermato nelle sue tradizioni e rafforzato nella sua identità.

Ma, al fine di rendere un duraturo contributo di servizio, ai fine di promuovere l’autentica solidarietà dei popoli, l’America deve rimanere fedele a se stessa come “una nazione sotto Dio”, realmente conscia - secondo l’espressione della vostra Dichiarazione di indipendenza - del “Dio della natura”, del “Creatore”, del “Giudice supremo”, e della “protezione della divina Provvidenza”. Nella consapevolezza di questa dipendenza da Dio, l’America è allora in grado di sostenere la difesa di quei diritti che i vostri padri fondatori definirono rispettosamente come “vita, libertà e ricerca della felicità”.

Come senatori degli Stati Uniti siete in una splendida posizione per offrire un contributo enorme alla difesa della vita, alla preservazione della libertà e al raggiungimento di un’autentica felicità umana per innumerevoli uomini, donne e bambini, milioni dei quali non sono ancora nati. È mia preghiera che l’efficacia del vostro servizio sia ricordato dalle future generazioni negli annali della storia del Congresso degli Stati Uniti. E, attraverso di voi e i vostri colleghi legislatori, la causa della solidarietà umana possa progredire tra i popoli della terra.

 

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