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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL MOVIMENTO DEI COLLABORATORI
DELLE MISSIONARIE DELLA CARITÀ

  Sabato, 27 aprile 1985

 

Carissimi Collaboratori delle Missionarie della Carità!

1. Mi è caro potervi accogliere quest’oggi in udienza particolare, in occasione del convegno nazionale che vi ha raccolti da diverse parti d’Italia per pregare insieme e per riflettere sul tema: “L’apostolato dei laici nel Concilio Vaticano II”.

Do a tutti il mio cordiale benvenuto, ed esprimo il mio grato animo per la gioia che mi procurate nel sapervi generosamente impegnati nel sostenere l’apostolato delle Missionarie della Carità, portando così un vostro prezioso contributo alla realizzazione di quei valori umani e cristiani, di cui Madre Teresa di Calcutta è infaticabile promotrice. La vostra associazione, infatti, di cui voi rappresentate l’Italia, ha una ramificazione a livello internazionale e fa capo a lei che ne è fondatrice e Presidente. Negli statuti ella ha voluto che tutti gli aderenti siano profondamente imbevuti degli stessi ideali di povertà e di umiltà che ispirano la spiritualità e l’attività delle Missionarie della Carità, che sono le figlie primogenite di questa apostola dei “più poveri tra i poveri”.

2. Auspico che, avendo questi grandi ideali davanti agli occhi, il vostro convegno romano vi sia utile per approfondire gli aspetti più specificamente teologici e biblici sulla scorta del Decreto conciliare Apostolicam Actuositatem, necessario e luminoso punto di riferimento della vostra attività. Quale ampio orizzonte apre esso davanti alla vostra coscienza di Laici Cattolici! Esso non teme di affidare a voi “l’evangelizzazione degli uomini e la formazione della loro coscienza, in modo da impregnare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti” (Apostolicam actuositatem, 20). Certamente a voi non sfugge che questo compito, tanto impegnativo, esige incessante dedizione e continuo aggiornamento delle necessità e dei problemi che investono tanti strati sociali, che vivono in condizioni davvero difficili sia dal punto di vista sociale, sia da quello spirituale e culturale.

Dalla vostra opera di sostegno e di integrazione dell’attività, propria delle Missionarie della Carità, la Chiesa si attende molto. Il vostro è un servizio concreto destinato a favorire gli ambienti più poveri, privilegiati dalla vostra fondatrice. Poco gioverebbe alimentare propositi generici, se poi in realtà non operaste attivamente nelle varie comunità, in cui siete inserite; se non foste a disposizione delle necessità della diocesi, e in particolare della parrocchia, a cui appartenete, secondo lo spirito del già citato decreto per l’apostolato dei laici, in cui si dice: “Si abituino i laici ad agire, nella parrocchia, in intima unione con i loro sacerdoti; apportino alla comunità della Chiesa i propri problemi e quelli del mondo, diano secondo le proprie possibilità il loro contributo ad ogni iniziativa apostolica e missionaria” (Ivi, 10). Quanto dice il Concilio per tutti i Laici, fatelo vostro, nel concreto delle vostre attività specifiche, per meglio corrispondere alle attese del vostro movimento.

3. Solo in questo modo resterete fedeli allo spirito di umiltà e di carità da cui esso è animato. Solo così porterete ai poveri la convinta testimonianza della carità della Chiesa e potrete vivere in pienezza la vostra speciale vocazione a servizio dei “più poveri tra i poveri”. Solo in questo modo farete scoprire il vero volto dell’amore del Signore e le profonde istanze del messaggio del Vangelo. Così renderete presente Dio ai poveri e porterete una testimonianza di scelta evangelica: non lasciate nulla di intentato affinché tale scelta benefica sia percepibile da quanti sono nel bisogno.

Continuate a servire i poveri, a compatire le loro sofferenze e a rispondere ai loro appelli. Siate loro vicini e fate loro sentire l’amore che il Cristo ha per loro; fate loro capire che voi in Lui trovate la sorgente della carità per loro e da Lui ricevete la forza per rinunziare a voi stessi e dedicarvi a loro. In una parola: mettete il Cristo al centro della vostra attività e fatelo sentire vivo e operante tra coloro che voi incontrate.

Benedico di cuore la vostra vita umile e caritatevole e vi assicuro la mia preghiera affinché il Signore ricompensi abbondantemente il bene fatto ai più piccoli.

 

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