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VIAGGIO APOSTOLICO IN TOGO, COSTA D'AVORIO II, CAMERUN I,
REPUBBLICA CENTRO-AFRICANA, ZAIRE II, KENYA II, MAROCCO

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Yaoundé (Camerun)
Sabato, 10 agosto 1985

 

1. Dio sia lodato!

La mia gioia è grande e la mia emozione profonda nel poter compiere in Camerun la visita che desideravo fare da lungo tempo e che questo Paese meritava.

Signor Presidente, mi rivolgo anzitutto a lei per ringraziarla delle nobili parole che mi ha rivolto. Le sue intenzioni manifestano l’alto senso che lei ha della sua carica, come presidente di tutti i camerunesi, e anche la profonda considerazione che lei ha per la Chiesa cattolica, che le è familiare, per la Santa Sede di cui lei sottolinea così bene la missione spirituale e l’azione in favore della pace nel mondo. La ringrazio per la calorosa accoglienza che ci ha preparato. E saluto rispettosamente tutti coloro che qui la circondano, le autorità civili e i miei fratelli nell’episcopato.

2. Venendo tra voi, rispondo a un invito espresso da lungo tempo da lei, Signor Presidente, come pure dai vescovi di questo Paese. Infatti, durante la visita “ad limina” dei vescovi del Camerun, il 13 novembre 1982, Monsignor Jean Zoa mi diceva: “Il Camerun arde di gioiosa impazienza di vedervi calcare il nostro suolo. Voi l’avete avvicinato e anche sorvolato, a più riprese. Questo auspicio della vostra visita tanto desiderata è condiviso da tutti gli strati della popolazione, sia cristiana che non cristiana, e dalle autorità nazionali”. Sono riconoscente per questi inviti, che sono felice di onorare oggi, come lo farò in sei altri Paesi africani. Il culmine del nostro pellegrinaggio sarà a Nairobi, al 43° Congresso eucaristico internazionale, nel culto reso a nostro Signore Gesù Cristo presente nell’Eucaristia. Ma la tappa del Camerun assume un rilievo particolare perché comporta una visita alle quattro province ecclesiastiche.

3. Il Camerun è come un’Africa in miniatura, crogiolo di numerose etnie dalle ricche tradizioni, crocevia di tutte le maggiori religioni del continente africano, all’incrocio del mondo francofono e anglofono, con una notevole espansione demografica, una gioventù molto numerosa. Si è parlato di questo Paese come di un’isola di pace.

Infatti, grazie a Dio, il Camerun oggi conosce la pace, e manifesta una tenace volontà di sviluppare tutte le sue potenzialità, in un clima che armonizza il rispetto dei gruppi, la giustizia sociale e l’unione nazionale, facendo appello alla cooperazione attiva e leale di tutti i cittadini e ai valori morali e spirituali che ogni coscienza può apprezzare. Voi siete consapevoli delle grandi sfide da accettare, specialmente sul piano economico e culturale. Noi condividiamo le speranze della vostra nazione in piena crescita. formulo personalmente i migliori auguri per il suo sviluppa armonioso e pienamente umano ed esprimo la mia simpatia a tutti i cittadini camerunesi. Quasi tutti onorano Dio, secondo la fede cristiana o secondo l’Islam, o secondo le religioni tradizionali. Questo sentimento religioso, credetelo bene, è apprezzato da colui che viene a voi come capo spirituale, successore dell’apostolo Pietro, designato dal Signore Gesù come pastore della Chiesa di Dio.

4. A questo titolo, vengo in particolare a riunire i miei fratelli e le mie sorelle cattolici. La fede cristiana è stata proposta agli abitanti di questo Paese, alla fine del secolo scorso, da missionari protestanti e da missionari cattolici. Essi sono venuti senza conoscervi, con il solo desiderio di farvi condividere quello che essi stessi avevano ricevuto come una buona novella e che formavano la loro gioia e la loro salvezza: la dedizione a Gesù Cristo Salvatore. E i camerunesi li hanno accolti. L’inizio dell’evangelizzazione cattolica a Marienberg, la montagna di Maria, è stato molto umile, come il piccolo grano di senape di cui parla il Vangelo. Ma questo grano era un seme divino che ha dato frutti meravigliosi, i frutti di un cristianesimo dal sapore africano.

5. Oggi, dopo novant’anni di evangelizzazione cattolica nel Camerun del Sud e ad appena quarant’anni nel Camerun del Nord, io sono accolto da vescovi e da sacerdoti camerunesi, che lavorano fraternamente con i loro confratelli di altri Paesi, e, alla loro testa, da Monsignor Christian Tumi, Presidente della Conferenza Episcopale. Apprezzo tutta la preparazione spirituale e altro che ha preceduto il mio viaggio in ciascuna diocesi.

Responsabile dell’unità della Chiesa universale, vengo a rendere grazie a Dio con voi; vengo a confermare la vostra fede, a incoraggiare un’altra tappa di evangelizzazione, sempre nel pieno rispetto della coscienza di ogni camerunese, affinché la luce di Gesù brilli sempre meglio in questo paese e perché il suo amore appaghi i cuori. Sono felice di porre i miei passi in quelli dei pionieri del Vangelo, di riunire il popolo che Dio si è acquisito in questo Paese, di sigillare l’alleanza con Gesù Cristo mediante i sacramenti del Battesimo, della Confermazione, dell’Eucaristia, dell’Ordine, d’incontrare i sacerdoti i religiosi e le religiose, le famiglie, i giovani, gli intellettuali a tutti i livelli, i responsabili politici e tutti coloro che operano per il bene della Chiesa e della società.

Che Dio benedica il mio ministero durante tutta questa visita! Che benedica la vostra terra che gli è cara e che io ho appena baciata, perché è diventata il luogo in cui egli diffonde la sua grazia! Che benedica tutti i camerunesi, facendo brillare su di essi la sua verità, il suo amore e la sua pace! 



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