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VISITA PASTORALE  IN VENETO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LE AUTORIT
À VENEZIANE
ALL'ARRIVO NELLA PIAZZETTA DI SAN MARCO

Venezia - Domenica, 16 giugno 1985

 

Onorevole Signor Ministro,
Signor Sindaco,
carissimi veneziani.

1. Ringrazio del saluto sincero e sentito, con cui sono stato accolto in questa Città che, per la sua bellezza, la sua storia e le sue tradizioni civilissime, è punto di approdo per gli uomini di tutti i continenti. Desidero ricambiare tanta cortesia rivolgendo a mia volta un saluto cordiale alle Autorità e ai cittadini, lieto di questa vostra presenza, che manifesta pubblicamente e gioiosamente il vostro affetto.

Mi è caro esprimere il sentimento commosso, con cui ricordo i Patriarchi di questa Città, che furono miei venerabili predecessori: il Cardinal Sarto, il Cardinal Roncalli, il Cardinal Luciani. So che essi sono stati stimati e onorati da tutti i veneziani e che la loro figura ha lasciato non tanto una memoria cara, quanto soprattutto un’eredità di valori vera e umana.

Venezia ha un talento suo proprio. Papa Roncalli amava considerare Venezia città ponte fra l’Occidente e l’Oriente e questa vocazione può essere ancor oggi sentita e vissuta. Venezia è una città di pace, perché spazio di incontro, di dialogo, di accoglienza, di nobile ospitalità per tutti. Non è un caso che diverse istituzioni internazionali abbiano richiamato da decenni l’attenzione su questa città, perché sia salvata come patrimonio comune che non può andare perduto.

2. Con la stessa intensità d’affetto di Papa Paolo VI, che sostò fra voi il 16 settembre 1972, mentre si recava a Udine per la celebrazione del XVIII Congresso Eucaristico Nazionale, rinnovò l’augurio che tutti i veneziani custodiscano con la consueta determinazione e senso di responsabilità quelle ricchezze artistiche e culturali, che secoli di storia operosa hanno accumulato in questa Città.

Venezia è luogo di cultura e tutto in essa parla di civiltà. Conosco lo sforzo e l’impegno con cui sono promosse iniziative perché questa tradizione continui e perché Venezia cresca come luogo specifico, dove la ricerca culturale, in ogni forma, stimoli e solleciti la crescita di un’umanità ancora più alta.

Sono davvero fortunati i veneziani: possono respirare spontaneamente e quasi fisiologicamente quella speciale atmosfera, ricca di fascino, che si sprigiona dall’insieme di una città ove ci si educa fin da bambini alla proporzione, all’armonia, alla gentilezza, doti che s’accompagnano alla bellezza. La finezza stessa dell’artigianato, dal vetro di Murano al merletto di Burano, all’eleganza inimitabile della gondola, ne danno testimonianza. Qui convengono giovani da tutto il mondo per imparare le tecniche del restauro dei materiali di cui è fatta la città: pietra, legno, dipinto, mosaico. Un lavoro che auspico sia continuamente promosso e sostenuto, creando nuove possibilità di impiego per molti.

3. Ricorderò questo incontro come un grande dono, anche perché mi offre la possibilità di vedere i due volti della nostra civiltà, che qui sono veramente uniti e interdipendenti. Penso allo splendore di Venezia e alla sua storia gloriosa e penso al tempo stesso alla città di Mestre con l’imponente complesso industriale di Marghera, indice del modo moderno di vivere e di produrre. Come farli incontrare? Sembrano così diversi da essere perfino alternativi. Eppure la convergenza esiste e si situa nell’uomo, nella persona, nella sua libertà, nel suo diritto. È l’uomo il bene più prezioso, che va custodito, difeso e promosso. Sta qui la continuità di ogni vera civiltà: essere capace di rendere l’uomo protagonista consapevole della propria vita. Venezia ama ricordare di essere stata luogo di libertà e di ospitalità. Sono sicuro che questo sta certamente a cuore ai pubblici amministratori e a quanti operano responsabilmente in questa città. Più volte ho avuto modo di esprimere questi pensieri affermando che “l’uomo è la via della Chiesa”! Mi è gradito ricordarlo qui, perché quanti vivono e lavorano in questa città troveranno nei cristiani di questa Chiesa veri collaboratori per un più giusto progetto-uomo.

Al Signor Ministro e al Signor Sindaco vada il mio grazie commosso per i sentimenti e i pensieri che mi hanno rivolto. E a tutte le persone qui presenti assicuro che la mia preghiera si eleva a Dio per implorare che si degni di effondere i suoi favori su questa diletta Città, guidandola a costruire con fierezza e dignità il proprio futuro.



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