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VISITA PASTORALE A SALERNO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I GIOVANI

Salerno - Domenica, 26 maggio 1985

 

1. Al termine della mia visita a Salerno, vorrei rivolgere una breve parola ai giovani, che con tanto entusiasmo hanno preso parte a questa celebrazione.

Carissimi giovani, sono stato colpito dall’interesse col quale vi siete avvicinati alla figura e all’opera del Papa Gregorio VII, attratti dal fascino che promana dalla grandezza della sua santità e dallo splendore del suo insegnamento. Testimonianza eloquente di questo interesse sono state le ricerche storiche e gli elaborati artistici che, con la guida dei vostri docenti, avete voluto realizzare ed esporre in una speciale mostra, nell’atrio della Cattedrale.

Voi giovani avete un gusto innato per l’autentico e possedete una sorta di sesto senso per riconoscerne la presenza nelle persone, nelle loro parole e nei loro gesti. Se Papa Gregorio VII ha suscitato in voi un entusiasmo così spontaneo e profondo, è perché avete avvertito in Lui, nella sua vicenda di uomo e di Pontefice, il marchio dell’autenticità. E ne siete restati conquistati. Come si potrebbe, infatti, non sentirsi personalmente interpellati dal messaggio di un uomo che ai propri ideali si è consacrato con dedizione assoluta, non arretrando neppure di fronte alla prospettiva del martirio?

2. E gli ideali di Gregorio VII furono nobilissimi: la riforma dei costumi e l’affermazione dei valori morali; la libertà della Chiesa da ogni contaminazione mondana e da ogni soggezione laica; il trionfo della giustizia nel riconoscimento dei diritti di Cristo e della sua Chiesa.

Furono ideali che Papa Gregorio VII affermò innanzitutto con la testimonianza della vita. Uno scrittore del suo tempo, Guglielmo Apulo, nel tesserne le lodi, dice con lapidaria efficacia: “Vitaque doctrinae non discordare solebat”: “la vita abitualmente non discordava dalla dottrina” (Guglielmo Apulo, Gesta di Roberto il Guiscardo: Mon. Germ. Hist., pp. 295ss.). Difficilmente si potrebbe rendere ad un uomo un elogio più alto. La grande lezione di coerenza morale, che Papa Ildebrando lasciò alla Chiesa in un periodo oscuro e tormentato, costituisce la riprova più convincente della tempra del suo carattere e resta nella storia come luminoso punto di riferimento per le generazioni cristiane di ogni tempo. Essa parla anche a voi, giovani di oggi e vi invita a essere forti e leali per testimoniare nel mondo i valori della verità e costruire una società più giusta e fraterna.

3. San Gregorio VII fu l’assertore della libertà dell’uomo e della Chiesa. Egli intendeva, però, la libertà prima di tutto come liberazione dal male e dal peccato. Giovani, a voi appartiene il futuro nella misura in cui saprete sottrarvi ai mille tentacoli del vizio e affermare, di fronte alle spinte massificanti dell’ambiente, la vostra creatività nell’adesione al bene.

San Gregorio lottò per la giustizia, e per essa seppe anche morire in esilio. Parlando di giustizia, egli intendeva - come ho già detto - quella giustizia più alta che viene da Cristo come dono di grazia e di salvezza. Per lui la giustizia vera era Cristo stesso. Giovani, Papa Gregorio VII vi insegna che cercare la giustizia è cercare Cristo, vivere la giustizia è vivere con Cristo.

A voi il compito di accogliere il messaggio del grande Pontefice per essere nel mondo di oggi testimoni della vera libertà e della vera giustizia. Per far ciò, sappiate seguirlo nella via della coerenza, del coraggio, della speranza che fioriscono dalle promesse di Cristo. Questa consegna Papa Gregorio vi lascia; questa consegna a voi conferma il suo presente successore. Sappiate essere all’altezza della fiducia che la Chiesa ripone in voi. Il futuro è vostro, ma voi siete di Cristo. Non dimenticatelo!

 

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