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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN INDIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I GIOVANI NEL PARCO SHIVAJI DI BOMBAY

Bombay (India) - Lunedì, 10 febbraio 1986

 

Cari amici, cari giovani,

1. Sono molto lieto che questo mio incontro con voi, gioventù dell’India, abbia luogo in questo importante momento in cui sto per concludere la mia visita nel vostro paese. Sono felice di essere con voi, di parlarvi, di ascoltarvi e di essere insieme a voi nel nome di Gesù. Noi siamo uniti l’uno con l’altro in lui; siamo una sola cosa nel suo amore. Insieme noi sperimentiamo la sua presenza, perché egli è in mezzo a noi, proprio come promise: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20).

Da quasi duemila anni la persona e l’insegnamento di Gesù Cristo vengono onorati in questa terra. Come il vostro Presidente ha detto di recente qui a Bombay: “Il cristianesimo giunse in India ancor prima di essere predicato a Roma”. E in voi che credete in lui, Gesù stesso si è fatto indiano. E così oggi è a questo Gesù che guardiamo per trovare ispirazione. Nel suo insegnamento scopriamo il messaggio che cerchiamo. Ed egli, Gesù, ci dice in che modo vivere; poiché ci dice la ragione per cui viviamo. Gesù ci spiega la nostra origine, la nostra vita, il nostro destino. Siamo stati creati da Dio, e in Gesù siamo figli di Dio; discendiamo dall’amore di Dio. Siamo qui per conoscere Dio, per amarlo e per servirlo - per scoprirlo, abbracciarlo e assisterlo nel nostro prossimo. E il nostro destino è di vivere con lui per sempre. Nel suo Vangelo Gesù ci spiega queste verità, e alla luce di queste verità egli ci spiega che cosa ci si attende da noi nella vita. Ci spiega che dobbiamo servire tutti i nostri fratelli e sorelle, dobbiamo servire il mondo.

In una parola, Gesù ci spiega a noi stessi. Egli fa ciò spiegandoci la nostra relazione con Dio e quella degli uni con gli altri, con i nostri fratelli e sorelle, con la società in generale e con il mondo. Egli può farlo perché capisce noi e capisce Dio: egli è il Figlio dell’Uomo ed è allo stesso tempo il Figlio di Dio, il Figlio di Dio fatto uomo. Per mezzo del suo insegnamento, della sua grazia e della potenza della sua parola, Gesù ci mette in grado di vivere rettamente, di vivere in modo tale da ottenere la vita eterna. San Giovanni ci annuncia il disegno di Dio: “Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha La vita” (1 Gv 5, 11).

2. Ma per mantenere questa vita, dobbiamo rimanere uniti con Cristo. Egli ci spiega che tutta la vita procede da lui; viviamo solo a causa di lui: “Io sono la vite, voi i tralci . . . Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca” (Gv 15, 4-6). Gesù ci spiega inoltre che per vivere nell’amore di Dio dobbiamo amare il nostro prossimo: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15, 12).

Appartenere a Cristo e seguire il suo comandamento di amore significa essere chiamati a servire il nostro prossimo, a dare il nostro contributo alla società, e a operare per il bene del nostro paese e del mondo intero.

San Giovanni ci esorta a essere coerenti nella vita. Lo dice con molta chiarezza e semplicità: siamo stati amati da Dio e dobbiamo in cambio amare il nostro prossimo. Le sue parole sono molto vigorose: “Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4, 20).

3. Questi principi, diletti giovani, vi sfidano in tutto il vostro atteggiamento nei confronti della vita: il vostro comportamento in casa, il modo in cui trattate i vostri compagni, il modo in cui decidete di dare il vostro contributo al mondo. Essi ribadiscono il fatto che non potete vivere la vostra vita da soli!

La Chiesa vi dà sostegno mentre affrontate le sfide che vi sono proprie in quanto giovani dell’India. Essa vuole riflettere con voi su ciò che esse comportano, su ciò che ci si attende da voi, su come potete servire nel modo migliore.

La Chiesa vi aiuterà a individuare i problemi del mondo chiarendo lo scopo della vita, insistendo sulla dignità dell’uomo, facendovi partecipi della sua comprensione dell’umanità. Essa vi sarà accanto e vi incoraggerà in ogni occasione. Ma soprattutto essa vi offre i mezzi per far fronte a tutti i problemi della vita. In altre parole, la Chiesa vi offre Cristo. Vi esorterà a stare uniti con lui, a rimanere nel suo amore, perché in lui scoprirete non solo la sorgente della vita ma anche un modello di vita autenticamente umana.

4. La Chiesa vi offrirà i Sacramenti che vi sosterranno, che vi guariranno e vi daranno forza. Nell’Eucaristia essa vi trasmetterà la vita di Cristo. Per mezzo della Penitenza essa vi metterà in contatto con Cristo misericordioso e clemente, e molte volte, amati giovani, sentirete il bisogno di misericordia, e sarete chiamati a esercitarla. La Chiesa vi spiegherà tutto ciò che essa ha imparato da Cristo, a cominciare dall’arte della preghiera, affinché voi possiate essere in contatto con Cristo, in dialogo con lui, in unione con lui.

La Chiesa vi metterà in grado di affrontare con serenità i successi e gli insuccessi e le aspirazioni della vita, perché vi trasmetterà il confortante messaggio fonte di vita e di “Cristo Gesù nostra speranza” (2 Tm 1, 1).

Ma la Chiesa vi chiede anche qualcosa: chiede la vostra collaborazione, il vostro aiuto nel condurre l’umanità a Dio. Vi chiede di dare testimonianza a Cristo. Vi chiede di servire il vostro prossimo nelle circostanze della vita quotidiana, qui e ora: a Bombay, in India, nel 1986.

5. Qui la sfida che vi viene diretta diventa specifica. Ciascuno di voi è chiamato a un peculiare compito, e tutti insieme siete chiamati a trasformare il mondo:

- con il perdono e la riconciliazione quando sarete maltrattati dagli altri nella nostra vita individuale e collettiva, sapendo che perdonare è divino;

- con l’amore fraterno e la solidarietà, operando assieme a tutti i vostri fratelli e sorelle, poiché il comandamento d’amore di Gesù è universale;

- promuovendo la pace nell’operare per la giustizia, a partire dalla vostra stessa vita;

- amando il vostro paese e adoperandovi per il progresso di tutto il nostro popolo;

- rimanendo fedeli al patrimonio delle vostre tradizioni nazionali e alla vostra comunità, rendendovi tuttavia conto che appartenete alla Chiesa universale e alla comunità mondiale;

- guardando a Maria Madre di Gesù per trovare un esempio di vita dedicata al generoso servizio aperta a Dio e intenta a servire l’uomo;

- offrendovi generosamente, come Maria, a cooperare al piano di Dio per il mondo;

- coltivando la virtù della semplicità, dell’onestà e della sincerità;

- rifiutando tutte le discriminazioni basate sulla razza, sulla religione, sul sesso, sulla condizione sociale e sull’appartenenza linguistica.

Siamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre. La nostra ricchezza non sta nelle molteplicità di quanto possediamo, ma nel freno dei nostri desideri, nella libertà spirituale che accompagna il giusto atteggiamento verso le cose create. Cari giovani: non troverete la felicità aggrappandovi ai beni materiali o chiudendovi in voi stessi. Nella vostra vita non c’è posto per l’apatia o per l’indifferenza. Il Signore vuole servirsi del vostro entusiasmo, del vostro candore e del vostro idealismo a beneficio del vostro prossimo, l’India e il mondo.

Il dinamismo della vostra giovinezza incanalato per risolvere i problemi che oggi la società ha di fronte per costruire l’unità, per fare del vostro lavoro quotidiano un contributo all’edificazione di un mondo migliore. Dovete combattere l’inerzia e perseverare di fronte a tutte le difficoltà. Siete chiamati ad amare ciò che vi è di meglio nel vostro stile di vita indiano.

Ogni giorno dovete aprire i vostri cuori all’azione dello Spirito Santo, chiedendogli di mostrarvi la verità in tutta la sua pienezza. Ed è sulla base della verità - la verità del vostro essere, la verità sull’uomo, la verità sull’umanità - che dovete costruire la società. La Chiesa vi condurrà alla verità sull’uomo, ma siete voi stessi che dovete abbracciarla e applicarla.

6. La Chiesa non pretende di avere soluzioni facili e pronte a tutti i problemi particolari che l’umanità affronta. Il Concilio Vaticano II ha chiarito ciò affermando: “La Chiesa custodisce il deposito della parola di Dio, da cui vengono attinti i principi per l’ordine morale e religioso, anche se non ha sempre pronta la soluzione per ogni singola questione” (Gaudium et Spes, 33). Allo stesso tempo la Chiesa sa che è stata inviata nel mondo con il messaggio di Cristo, e che è in grado di aiutare l’uomo a risolvere i problemi di fondo. Riguardo a queste difficoltà così si esprime il Concilio: “Per l’insegnamento che le viene dalla divina rivelazione, la Chiesa può dare una risposta” (Gaudium et Spes, 12).

E i giovani dell’India sono chiamati ad applicare i saldi principi della fede alla realtà della, società d’oggi.

Per coloro di voi che sono cristiani, questo significa applicare il messaggio di Cristo ad ogni aspetto della vita.

Per voi tutti, cristiani e non, questo significa lavorare insieme con amore fraterno per l’integrale sviluppo umano nell’India d’oggi, mostrandosi particolarmente solleciti verso i poveri e i diseredati.

7. Fate bene a prestare attenzione ai saggi del vostro paese quando vi parlano del grande potere della verità, che è stata di tale importanza nelle loro vite, e che non può non essere fonte di ispirazione per voi tutti. Per voi come per loro, ciò comporterà comprensione e pazienza, non-violenza, sopportazione e sofferenza. Ma la verità è forza, il solo tipo di forza che può cambiare il mondo, e quando è unita all’amore è una forza che può trasformare radicalmente il mondo.

L’esito finale della verità è il trionfo e la liberazione. Gesù ci assicura esplicitamente: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 32). Andate avanti giovani dell’India, con la verità di Dio. Essa è liberatrice, confortante ed invincibile. Sì, la verità di Dio è invincibile!

8. E qui con voi, cari giovani dell’India, il mio pellegrinaggio alla vostra grande terra giunge alla conclusione. Ma i valori che ho visto sono imperituri, e non conosceranno mai una fine. E l’India stessa deve andare avanti ad adempiere, fra le nazioni amiche, il suo destino di servizio all’umanità.

Cari popoli di tutta l’India: il vostro calore e la vostra ospitalità rimarranno nel mio cuore per tutti i giorni a venire. Sono profondamente grato a voi tutti.

Rinnovo l’espressione del mio speciale apprezzamento a Sua Eccellenza il Presidente dell’India, al Primo Ministro e al Governo. A tutti i capi religiosi e civili che si sono adoperati così generosamente per rendere possibile questo pellegrinaggio in India, e a tutti coloro che hanno così duramente lavorato per la sua riuscita, giunga dal profondo del mio cuore il mio “grazie”.

Su tutto il popolo dell’India invoco la benedizione di Dio della pace e della giustizia, dell’amore e della verità.

Jai Hind!

 

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