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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN INDIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I RELIGIOSI NEL SEMINARIO DI GOREGAON

Goregoan (India) - Lunedì, 10 febbraio 1986

 

Cari Padri, fratelli e sorelle,

1. “Pace a voi tutti che siete in Cristo” (1 Pt 5, 14).

Ho tanto atteso questo incontro con i religiosi e le religiose dell’India. In quelli di voi qui presenti vedo le migliaia di vostri fratelli e sorelle di tutte le parti dell’India la cui vita è segnata da una speciale consacrazione a Cristo. Pace a voi tutti!

Alla Conferenza indiana dei religiosi e ai membri di tutte le Congregazioni religiose, nella varietà dei diversi riti e forme di vita e di apostolato, seppure uniti nella realtà della vita consacrata nella Chiesa, a ciascuno di voi rivolgo una parola sincera di saluto ed incoraggiamento, una parola che - come scrivevo nell’esortazione apostolica Redemptionis Donum - è “una parola d’amore che la Chiesa pronuncia per voi. Accoglietela, dovunque voi siate; nella clausura delle comunità contemplative o nella dedizione nel multiforme servizio apostolico: nelle missioni, nell’azione pastorale, negli ospedali o in altri luoghi, dove viene servito l’uomo che soffre, negli istituti educativi, nelle scuole o nelle università e, infine, in ciascuna delle vostre case dove rimanete «riuniti nel nome di Cristo» con la consapevolezza che il Signore è «in mezzo a voi»” (Redemptionis Donum, n. 2).

Possano tutti i religiosi dell’India sperimentare questa presenza, confidando nella verità della parola di Dio per bocca del profeta Isaia: “Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” (Is 43, 1).

La vostra consacrazione religiosa è uno speciale dono di Dio alla Chiesa. È impossibile immaginare una vita religiosa cristiana avulsa dal contesto della Chiesa, il Corpo di Cristo, la comunità di salvezza “edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti” (Ef 2, 20). La Chiesa, come “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium, 1), è la vostra vera casa.

La vita religiosa è in realtà una potente manifestazione della santità e della vitalità interiori della Chiesa. Ciò è particolarmente vero per la Chiesa in India. Ci sono oggi 50.000 sorelle religiose, 5.000 sacerdoti religiosi e 2.800 fratelli religiosi in questo paese assieme a 1.500 religiosi indiani - uomini e donne - che operano in altre parti del mondo. Per tutto questo dobbiamo rendere grazie al Signore delle messi che vi benedice con un sempre maggiore numero di vocazioni. La Chiesa intera gioisce ed esprime a voi la sua gratitudine per la vostra fede e generosità. Con profondo amore e rispetto, anche la Chiesa ripete le parole del profeta: “Ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni” (Is 43, 1).

2. Miei cari fratelli e sorelle: nel più profondo della vostra consacrazione religiosa, ivi risiede un amore preferenziale per Cristo stesso. La vostra storia personale, nella quale e attraverso la quale scoprite “le imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3, 8), vi ha portato ad impegnarvi al servizio di Cristo e dell’avvento del suo regno nel mondo. Ancor più dei vostri confratelli, dovete sperimentare l’esigenza di una purificazione spirituale. Solo quando sarete liberi dal peccato potrete vivere veramente per Dio.

Se ci chiediamo dunque che cosa la Chiesa e il mondo si aspettano da coloro che hanno fatto professione dei consigli evangelici, il Concilio Vaticano II risponde con queste parole: “I religiosi pongano ogni cura, affinché per loro mezzo la Chiesa ogni giorno meglio presenti Cristo ai fedeli e agli infedeli, o mentre egli contempla sul monte, o annunzia il regno di Dio alle turbe, o risana i malati e i feriti e converte a miglior vita i peccatori, o benedice i fanciulli e fa del bene a tutti, sempre obbediente alla volontà del Padre che lo ha mandato” (Lumen Gentium, n. 46).

Questo ruolo di testimoni dei religiosi acquista, in questo paese, un maggiore significato, proprio perché è una forma sicura ed efficace di evangelizzazione in un multiforme contesto religioso. L’India vuole penetrare la verità del vostro messaggio nell’integrità della vostra consacrazione, nella semplicità e nell’umiltà della vostra povertà, nella gioia del dono totale della vostra castità, nell’esperienza del sacrificio e dell’abnegazione della vostra obbedienza. È incoraggiante constatare che il vostro paese rispetta gli uomini e le donne che sono imbevuti dello Spirito di Cristo ed ispirati all’amore di Dio e del prossimo.

Inoltre, il Concilio raccomandava a tutti i cristiani di diventare coscienti della loro appartenenza ad una Chiesa pellegrina. Più di ogni altro il religioso è chiamato a mantenere questa dimensione pellegrina della vita cristiana. Voi siete i testimoni viventi del fatto che “non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb 13, 14).

Il cammino della castità, della povertà e dell’obbedienza, amorevolmente abbracciato per il regno di Cristo - e ciò in modo permanente, per tutta la vita - è un cammino che si accorda in modo particolare alla spiritualità delle tradizioni religiose dell’India dove la stessa vita sulla terra è intesa come un “sentiero” verso una nuova libertà e realizzazione.

3. Quando considero la grande varietà delle vostre usanze religiose e i segni esteriori della vostra consacrazione, mi viene a mente l’ampio spettro di attività in cui i religiosi e le religiose dell’India sono impegnati.

In primo luogo saluto i contemplativi. L’India ha sempre dato rispetto e importanza a quelle anime elette che testimoniano la realtà assoluta e trascendente di Dio attraverso la preghiera e la contemplazione. Mi rallegra sapere che le comunità contemplative sono fiorenti in mezzo a voi. Faccio miei i sentimenti del Concilio nei vostri riguardi: avete una parte importante da svolgere nel Corpo Mistico di Cristo; voi illuminate il popolo di Dio con i più vivi splendori di santità; diffondendo una fecondità apostolica nascosta voi fate crescere questo popolo; siete la gloria della Chiesa (cf. Perfectae Caritatis, 7). A nome dell’intero popolo di Dio vi incoraggio e vi ringrazio.

4. Quelli tra voi che sono impegnati nell’apostolato attivo provvedono alle diverse esigenze della popolazione indiana. Nel far questo in uno spirito di amore, fratellanza e servizio, senza discriminazioni, con rispetto per ogni essere umano come figlio di Dio, voi manifestate l’amore di Cristo stesso e continuate la sua missione sulla terra. Questa opera d’amore vi è stata affidata dalla Chiesa e deve essere esercitata in suo nome (cf. Perfectae Caritatis, 8). Il vostro non è solo un servizio umanitario ma una specifica attività e un ministero ecclesiali.

Molti di voi sono impegnati nel campo dell’educazione, e quindi nell’impartire la conoscenza, sia cristiana che secolare, tramite le migliaia di istituzioni educative disseminate in tutto il paese. Permettetemi di sottolineare la grande importanza di questo compito, specialmente quando questo vi consente di dare testimonianza all’attaccamento della Chiesa alla verità, alla bontà e alla bellezza dovunque si trovino, e ancor più quando vi permette di portare i vostri studenti alla “misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef 4, 13). Il mio pensiero va in modo particolare ai tanti religiosi che insegnano nei villaggi dell’India. La loro è una eminente forma di servizio al benessere della società indiana.

Ci sono poi quelli che sono impegnati nell’assistenza sanitaria imitando Cristo nella sua sollecitudine per i poveri e gli infermi. Chi può misurare la grandezza delle vostre vite spese nella quotidiana assistenza ai fratelli e alle sorelle di Cristo? Solo Dio stesso potrà adeguatamente ricompensarvi.

E ci sono quelli impegnati nell’opera parrocchiale di evangelizzazione che proclamano la parola di Dio e mettono le persone in grado di sperimentare la potenza dell’azione salvifica di Dio che trasforma le loro vite e li introduce in quella comunione di fede e di amore che è la Chiesa. Altri sono attivi nell’apostolato sociale, e cercano di aiutare i poveri e gli oppressi a condurre una vita che si addica alla loro inalienabile dignità umana. Alcuni di voi lavorano con i moderni mass-media ed in altri settori specializzati della cura pastorale.

Vi elogio calorosamente per il vostro zelo. Possa Iddio Onnipotente benedire tutte queste vostre attività. E faccio appello a voi a proseguire nel vostro contributo al bene della Chiesa e allo sviluppo globale del vostro paese.

5. L’opportuno rinnovamento della vita religiosa auspicato dal Concilio Vaticano II - attraverso la grazia di Dio - ha portato tra voi, come pure tra i religiosi della Chiesa intera, un ulteriore risveglio spirituale ed un accresciuto dinamismo nel far fronte alle sfide dei tempi attuali. Voi avete intuito la necessità di un continuo ritorno alle fonti della vita cristiana e all’ispirazione originale che è dietro ad ogni istituto pur adattandovi alle mutate condizioni della società contemporanea.

In questo processo la Chiesa vi ricorda che la norma fondamentale di tutta la vita religiosa è seguire Cristo come propone il Vangelo. Essa vi ricorda che la legge essenziale della vostra consacrazione è il perseguimento della carità perfetta mediante una continua conversione dei cuori.

Entro questa necessaria cornice ciascuna congregazione è chiamata a sviluppare il suo carattere specifico, tenendo conto del carisma del proprio fondatore, nell’osservanza della Regola e delle Costituzioni approvate e alla luce degli obiettivi particolari e delle tradizioni morali che sono il patrimonio di ciascun istituto.

6. In particolare desidero esprimere il mio apprezzamento per gli sforzi di migliorare la qualità della formazione data ai giovani religiosi. La preparazione di candidati alla vita religiosa non è semplicemente una questione di impartire la conoscenza. Essa è innanzitutto il delicato compito di condurli ad una profonda e personale risposta ad una chiamata di Dio ad adeguare la loro vita alle esigenze radicali del Vangelo, in sintonia con la vita e gli insegnamenti della Chiesa e in un amore generoso e sincero della propria vita familiare. È molto importante impartire ai giovani religiosi una formazione spirituale profondamente umana e pienamente integrata. Dovrebbe esser parte essenziale di tale formazione inculcare un senso dei valori come la verità, la giustizia, l’amore e il rispetto per la persona umana. La formazione religiosa può essere efficace solo nella misura in cui Cristo si forma nel candidato e la grazia del Battesimo è vissuta appieno.

Siate certi che i vostri sforzi di impartire una idonea formazione ai giovani e di fornire un adeguato programma di formazione permanente per tutti i religiosi porterà frutti abbondanti a tutte le vostre comunità.

A tutti gli aspiranti, i postulanti e i novizi delle varie congregazioni porgo una speciale parola di benedizione e di incoraggiamento. Vi invito ad amare il dono della vocazione come sublime espressione dell’amore di Dio per voi. Anche a voi sono rivolte le parole di Isaia sopra citate: “Ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni” (Is 43, 1). Possiate crescere ogni giorno nella consapevolezza della vostra speciale grazia! Adoperate tutte le energie delle vostre giovani vite alla ricerca di Dio, al seguito di Cristo, al servizio della Chiesa e del mondo.

7. Miei cari fratelli e sorelle, religiosi e religiose dell’India, Cristo vi ha chiamati a seguirlo da vicino lungo il cammino dei consigli evangelici. Egli intende benedire la vostra vita e il vostro lavoro e rendervi capaci di essere suoi testimoni privilegiati in questo paese. Attraverso la fedele osservanza dei voti nell’umile servizio al prossimo, specialmente ai poveri, voi penetrate proprio nel cuore della vita indiana, così impregnata dei valori religiosi. Là, nel cuore spirituale del vostro popolo, voi contribuite a promuovere il regno di Dio, “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace” (Praefatio in festo Christi Universorum Regis).

Possa il vostro entusiastico amore per la Chiesa essere forza che unisce e che perfezionerà la sua immagine dinanzi agli occhi del mondo, poiché essa è “santa insieme e sempre bisognosa di purificazione” (Lumen Gentium, 8), in quanto prosegue incessantemente sul cammino della penitenza e del rinnovamento. E questo cammino di purificazione, penitenza e conversione vi appartiene in modo speciale.

Affido ciascuno di voi e tutti voi, le vostre comunità e le vostre attività pastorali, all’intercessione di Maria, Madre di Cristo e della Chiesa. Il discepolato di Maria risplende come il più grande esempio di come la consacrazione religiosa debba essere vissuta nella fede e nell’amore. E possano le preghiere dei nuovi beatificati, la Beata Alphonsa e il Beato Kuriakose, entrambi illustri esempi di consacrazione religiosa e di amore al Nostro Signore Gesù Cristo e alla sua Chiesa, sostenervi e riempirvi di gioia, oggi e sempre!

 

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