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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI ARMENI DI LIONE

Martedì, 11 novembre 1986

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

Nel ricordo così commovente dei momenti di raccoglimento e di preghiera vissuti all’anfiteatro romano di Lione, che nell’anno 171 vide soffrire e morire i primi martiri dei Galli, provo una grande gioia nell’accogliervi. Ho ancora presente l’indirizzo caloroso di mons. Norvan Zakarian, vostro vescovo, e lo spirito ecumenico che l’animava. E voi membri della Chiesa armena apostolica che non avete potuto incontrarmi a Lione siate i benvenuti e credete alla mia gratitudine per la vostra visita!

Dio sia lodato! Egli ci dona la grazia di tessere ancora dei legami di rispettosa e fraterna amicizia. So ciò che realizzate a Lione con i vostri fratelli cattolici, ortodossi e protestanti. Conosco i vostri sforzi per diffondere insieme il messaggio cristiano, per testimoniare l’importanza della preghiera. Mi congratulo perché la vostra attività è in linea con l’esortazione che indirizzavo ai cristiani di Lione, incitandoli a rispondere insieme ai bisogni dell’uomo d’oggi, nella fedeltà alla parola di Dio e senza fare niente separatamente di ciò che è possibile fare insieme.

Quando rese visita al mio diletto predecessore Paolo VI, il 9 maggio 1970, il Catholicos d’Etchmiadzine, disse: “La Chiesa armena è felice di partecipare al movimento ecumenico e, in accordo con le Chiese sorelle, di progredire verso l’unità nell’amore di Cristo . . . Dobbiamo credere che "i venti e i mari" dei nostri giorni debbano sottomettersi all’imperativo della pace. Per questo motivo pensiamo che sia necessario che tutte le nostre Chiese e tutti noi ci riuniamo con umiltà e fedeltà attorno al Maestro”.

C’è, lo vedete, una profonda comunione d’intenti e di sforzi tra il vostro Catholicos e il Vescovo di Roma. Questa volontà di collaborazione è stata ancora confermata dal Delegato del Catholicos d’Etchmiadzine, sua eminenza l’arcivescovo Bozabalian, alla giornata di preghiera per la pace ad Assisi, il 27 ottobre scorso.

Questa causa dell’unità dei cristiani sia prioritaria, ci mobiliti in un’atmosfera crescente di lavori seri, di preghiera ardente, di collaborazione fraterna! Colui che ha iniziato quest’opera di riconciliazione tra noi saprà condurla a termine. Spetta a noi essere fedeli a ciò che eli ci chiede.

Sono felice d’invocare sulle vostre persone e su tutti i fedeli della Chiesa armena l’abbondanza della benedizione di nostro Signore.

 

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