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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL NUOVO AMBBASCIATORE DI MALTA
PRESSO LA SANTA SEDE S.E. IL SIGNOR
ALESSANDRO CACHIA ZAMMIT*

Sabato, 12 dicembre 1987

 

Signor Ambasciatore,

1. Nell’accogliere le Lettere Credenziali, con le quali Ella dà solenne inizio alla sua missione di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Malta presso la Santa Sede, desidero anzitutto esprimerLe il mio sincero ringraziamento per le nobili parole testé pronunziate, mentre rivolgo un deferente pensiero al Presidente e all’intera popolazione maltese, dei cui cordiali sentimenti Ella si è fatto eloquente interprete.

Il messaggio, da Lei ora presentato, mi offre la gradita occasione di rievocare i rapporti di affezione e di stima che la Sede Apostolica ha da sempre avuto con Malta. Non posso certamente soffermarmi, in questo momento, sui singoli motivi che la rendono cara, ma, anche considerando brevemente l’arco della sua storia, non posso non accennare ad alcune note distintive, quali la sua dignitosa fierezza, la sua ricchezza morale, il suo patrimonio culturale ed artistico e, soprattutto, la sua anima profondamente religiosa. E’ noto, infatti, come il popolo maltese dal giorno in cui l’apostolo Paolo approdò, in condizioni drammatiche, ai lidi di quella suggestiva terra e vi accese la luce del Vangelo, non ha cessato di rischiarare il suo cammino con la fiaccola della fede cristiana, salvaguardando i valori dello spirito, della famiglia e della integrità del costume. A queste virtù desidero, oggi, rendere testimonianza, e dare atto al coraggio dei Maltesi, i quali, nonostante difficoltà di vario genere, hanno conservato attraverso i secoli la propria identità etnica e le proprie radici storiche.

2. Ho molto apprezzato l’accenno che Ella ha fatto al rinnovato impegno del popolo maltese per la promozione della pace, di questo sommo bene, da cui dipende il futuro dell’uomo ed insieme il progresso della società. Malta, posta nel bel mezzo del mare Mediterraneo, ha un ruolo significativo da svolgere in favore di un ordine più giusto, più rispettoso - oltre che degli inalienabili diritti umani - delle fondamentali e legittime libertà dei singoli e delle comunità nazionali.

A questa vocazione storica e geografica il Governo di Malta, ne sono certo, sarà dare un contributo efficace, favorendo il rispetto di ogni cittadino, soprattutto dei più deboli e meno favoriti, la giustizia, lo sviluppo sociale ed economico, l’intesa, la solidarietà e la concordia di tutti i cittadini sul piano nazionale, e la collaborazione sul piano internazionale, particolarmente nel bacino mediterraneo.

La Chiesa, da parte sua, non farà mancare il suo specifico apporto, come sempre ha cercato di dare secondo le condizioni dei tempi, nel corso della sua storia due volte millenaria, come Ella, Signor Ambasciatore, ha ricordato.

Nell’adempiere al dovere di evangelizzazione, che le è stato affidato dal suo Fondatore divino, la Chiesa riserva un impegno particolare alla promozione integrale della persona umana in tutte le sue esigenze, non solo individuali ma anche comunitarie. La fede cristiana offre, infatti, eccellenti stimoli e aiuti anche per l’opera di costruzione di un mondo più giusto.

Nella realizzazione di quest’opera, lo Stato e la Chiesa, dovendo servire le stesse persone che sono al contempo membri della Chiesa e della comunità civile, non possono sottrarsi al dovere di collaborare, con i mezzi loro propri, nel rispetto della reciproca autonomia. Perché ciò possa avvenire in modo ordinato e fruttuoso, essi devono ricercare insieme le forme più adeguate di collaborazione, anche mediante intese, qualora se ne ravvisi l’opportunità.

In tale contesto, auspico che possa concludersi con reciproca soddisfazione il dialogo iniziato a vari livelli tra i rappresentanti della Santa Sede e della Chiesa particolare, da una parte, e dello Stato, dall’altra, allo scopo di definire importanti questioni di comune interesse.

Non dubito, per il resto, che i rapporti tra la Chiesa e lo Stato saranno sempre animati da spirito di amichevole cooperazione, nella comune sollecitudine per il bene spirituale e l’incremento civile e sociale della cara Nazione, che Ella, Signor Ambasciatore, da oggi rappresenta presso la Santa Sede.

Con questi auguri Le esprimo il mio cordiale benvenuto; e mentre formulo voti per un fruttuoso compimento della sua alta missione, di cuore imparto a Lei, ai Rappresentanti del Governo e all’intera popolazione maltese la mia speciale Benedizione.


*AAS 80 (1988), p. 739-740.

Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. X, 3 pp. 1380-1382.

L'Attività della Santa Sede 1987 pp. 1026-1027.

L’Osservatore Romano 13.12.1987 p.5.

 

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