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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI S. MARIA DELLA CONSOLAZIONE

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI DELLA PARROCCHIA

Domenica, 15 febbraio 1987

 

Vi saluto con molta cordialità e vi ringrazio per la vostra presenza e partecipazione alla visita di oggi, come pure per la testimonianza della vostra generosità, espressami con il dono offertomi, e del vostro impegno cristiano espresso soprattutto dalle parole lette poco fa, dalla vostra amica, che rappresenta i giovani del post-cresima. Mi avete rivolto molte domande alle quali darò una risposta un po’ sintetica. Ho detto ai bambini, che ho incontrato all’inizio di questa visita, che gioisco per il loro battesimo: a voi vorrei dire che gioisco per la vostra cresima.

Tramite essa siete stati segnati dallo Spirito Santo: naturalmente è invisibile perché Dio è spirito, ma siete stati segnati in un modo molto concreto, nella vostra personalità di giovani, nel vostro spirito umano che dalla sua stessa natura è aperto verso la verità, il bene, verso Dio. Allora con la disponibilità del nostro spirito umano dobbiamo essere confermati e irrobustiti dalla forza dello Spirito Santo. Questo ha fatto Cristo con gli apostoli nel giorno di Pentecoste e questo fa Cristo sempre con tutti i cristiani battezzati nella cresima che è il sacramento della confermazione. Tutto questo avviene per farvi cristiani maturi, consapevoli di essere tali.

Tanti sono cristiani in mezzo a voi, come ha detto la vostra amica, forse cresimati, anch’essi, e certamente battezzati, ma quasi non consapevoli di quello che sono: l’uomo invece si fa completo tramite la consapevolezza della sua dignità. Questo vale anche per i cristiani: se sono battezzati e cresimati ma non hanno consapevolezza di quello che sono diventati tramite questi sacramenti, è quasi come se non lo fossero. Dalla consapevolezza nasce infatti una maturità umana e cristiana che rende l’uomo pienamente persona.

Questa è la risposta sintetica alle vostre domande. Auguro a tutti voi di essere come battezzati e cresimati, nutriti dal corpo e sangue di Cristo, di essere consapevoli di questa dignità e di portarla davanti agli altri, chiunque siano. Questo vuol dire testimonianza. Cristo ha fatto dei suoi apostoli dei testimoni e così dovete essere anche voi: il cristiano è testimone con le sue opere prima ancora che con le parole. Questa testimonianza è l’esigenza principale di Cristo verso i suoi apostoli e verso tutti coloro che devono partecipare all’apostolato della Chiesa. Certamente incontrerete difficoltà e chiusure da parte di persone che non accettano: questo però non importa. Si deve infatti essere sempre se stessi e vivere con la propria autenticità di cristiani senza scoraggiarsi.

Questa che vi ho dato è una risposta sintetica, ma per risposte più dettagliate e precise vorrei lasciarvi anche alle indicazioni di mons. Clemente Riva, vescovo ausiliare per questa zona di Roma, che ama molto, specialmente i giovani che vi risiedono. Con lui potrete analizzare insieme le difficoltà e trovare le soluzioni ai tanti problemi. Avete poi il vostro parroco e i suoi collaboratori: insieme dobbiamo lavorare tutti per il bene di questa parrocchia, della nostra carissima città di Roma e di tutta la Chiesa. Vi benedico in modo particolare.

 

© Copyright 1987 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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