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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELL'ASSOCIAZIONE
GENITORI DELLE SCUOLE CATTOLICHE

Sabato, 28 febbraio 1987

 

Eccellenza,
signor presidente nazionale,
egregi signori
.

1. Sono lieto di accogliere voi tutti, responsabili nazionali e regionali dell’Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche. In questi giorni siete convenuti a Roma, in occasione del decennale di fondazione della vostra associazione, per riflettere su un tema di non piccola importanza: “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, a vent’anni dal Concilio Vaticano II”, e per procedere a un opportuno approfondimento della missione dei laici, in particolare dei genitori cristiani, alla luce dei grandi orientamenti conciliari e dei successivi documenti emanati dalla Chiesa nel campo educativo lungo quest’ultimo arco di tempo.

Nel salutarvi cordialmente ciascuno in particolare, intendo esprimere il mio incoraggiamento a questa iniziativa, la quale, mentre si propone un esame attento e costruttivo del recente passato, punta soprattutto allo scopo di preparare il prossimo avvenire.

Le vostre finalità d’insieme s’inseriscono in un quadro di azione rievangelizzatrice, considerata preminente dalla Chiesa nel contesto del mondo contemporaneo: educazione della gioventù, salvaguardia della famiglia cristiana, umanizzazione della società. Sono tre aspetti di un unico obiettivo pastorale.

È per questa ragione che oggi, nel ringraziarvi per le espressioni di ossequio e di fedele impegno, di cui si è fatto interprete il presidente a nome vostro, voglio fermarmi con voi su alcune riflessioni di principio, valide ad aiutarvi nel vostro lavoro di approfondimento e a stimolarvi nel compito più arduo delle realizzazioni.

2. Il primo punto fermo che desidero caldamente ribadire in questa sede è l’importanza fondamentale che la Chiesa attribuisce alla scuola cattolica, oggi più che mai.

Senza dubbio, come ci ricorda il Concilio, la Chiesa, consapevole del dovere gravissimo di curare diligentemente l’educazione morale e religiosa di tutti i suoi figli, deve rendersi presente con affetto speciale e con tutti i mezzi possibili ai moltissimi suoi figli, che vengono educati nelle scuole non cattoliche. E questo si ottiene con la testimonianza di vita dei maestri e dei condiscepoli, ma soprattutto attraverso il ministero dei sacerdoti e dei laici che hanno la possibilità d’insegnare nelle scuole pubbliche (Gravissimum Educationis, 7).

La Chiesa, però, ha sempre attribuito una peculiare importanza alla scuola cattolica, in quanto essa, mentre coordina l’insieme della cultura umana col messaggio evangelico, promuove efficacemente anche il bene della città terrena, preparando i soggetti destinati a divenirne il sale e il fermento.

Lo stesso Concilio, riconoscendo la somma importanza della scuola cattolica, ne riafferma l’attualità anche nelle circostanze presenti (Gravissimum Educationis, 8). Questo stesso orientamento è vigorosamente ribadito dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica con la specificazione che il compito ecclesiale della scuola cattolica è nel nostro tempo insostituibile e urgente (Congr. pro Institutione Catholica, Instr. «La Scuola Cattolica», 1977, 15). A sua volta la Conferenza Episcopale Italiana aggiunge che tale scuola è chiamata oggi ad assolvere pure un compito di presenza attiva della cultura cattolica in un mondo fortemente secolarizzato (CEI, La Scuola Cattolica oggi in Italia, 1983, 2).

La Congregazione, inoltre, constatando che alcuni religiosi e religiose hanno abbandonato le scuole cattoliche, ha invitato a riconsiderare le motivazioni talora addotte contro l’impegno nell’insegnamento, ricordando che all’opera educativa non possono essere applicati esclusivamente i criteri razionalistici come avviene per altri settori (Congr. pro Institutione Catholica, Instr. «La Scuola Cattolica», 1977, 75). E il nuovo Codice di diritto canonico, rivolgendosi agli istituti religiosi, che hanno la missione specifica dell’educazione, afferma il loro dovere di mantenersi fedeli a tale missione e di adoperarsi efficacemente per dedicarsi all’educazione cattolica attraverso proprie scuole (Codex Iuris Canonici, can. 801).

Non sembrano esistere, oggi, forme alternative che possano sostituire con efficacia la qualità di un’educazione orientata verso la pienezza della vita cristiana, quale offre una scuola cattolica autenticamente sollecita di tradurre in atto le proprie specifiche finalità.

3. Il secondo punto di orientamento che desidero sottolineare è il dovere irrinunciabile dei genitori cristiani di collaborare responsabilmente con la scuola cattolica per il raggiungimento dei suoi obiettivi.

Il diritto canonico ribadisce il dovere dei genitori cristiani di scegliere quei mezzi e quelle istituzioni attraverso i quali possano provvedere nel modo più appropriato all’educazione cattolica dei figli (Ivi, can. 793); e quindi di affidare i figli, quando sia possibile, a quelle scuole nelle quali si provvede all’educazione cattolica (Ivi, can. 798). Nello stesso tempo, è posto in rilievo il loro diritto-dovere di cooperare strettamente con i maestri delle scuole, frequentate dai figli (Ivi, can. 796). Anche nella scuola cattolica, com’è ovvio, i genitori rimangono i primi responsabili dell’educazione dei figli e, rifiutando ogni tentazione di una delega educativa che li scarichi dalle proprie responsabilità, devono sentirsi a pieno titolo membri della comunità educante (CEI, La Scuola Cattolica oggi in Italia, 1983, 43).

In virtù di questo quadro di insieme, i genitori, chiamati a prestare la loro collaborazione responsabile e attiva alla scuola cattolica, non possono dispensarsi dal collaborare con essa, in libera e convinta adesione alle sue finalità proprie, e dal creare all’interno di ciascuna famiglia un’atmosfera che non contrasti con i principi di fondo impartiti dalla scuola.

I genitori possono, inoltre, offrire alla scuola cattolica un particolare contributo di collaborazione di fronte a taluni obiettivi immediati nel contesto concreto delle attuali circostanze: sostenendo dinanzi ai poteri pubblici i diritti propri della famiglia e della scuola libera, senza onerosi condizionamenti economici, e creando nelle famiglie il clima proprio di una più grande comunità educante, che faciliti alla scuola cattolica il compito specifico di trasmissione culturale che aiuti gli allievi ad assimilare lo stile di vita del cristiano.

4. Cari genitori delle scuole cattoliche, in questa difficile e altissima missione educativa, che è opera insieme umana e cristiana, si parte dal presupposto indispensabile che voi stessi siate impegnati alla vostra crescita personale sul piano umano e cristiano. Il progresso nell’umanità e nella fede non si ferma mai.

Solo così la vostra azione sarà più convincente presso i vostri figli, più efficace verso la scuola che vi aiuta a educarli, più arricchente verso la società civile, che ha estremo bisogno del lievito di cristiani profondamente convinti e coerenti.

Vi esprimo il mio vivo incoraggiamento a camminare su questa strada, per corrispondere alla vostra nobilissima vocazione di genitori cristiani.

So che la vostra associazione ha in programma, per l’Anno Mariano, un pellegrinaggio al santuario di Lourdes. È una iniziativa degna di lode. Colei che ha avuto il compito eccelso di educare il Figlio di Dio alla vita umana, come Madre di tutti, è la più indicata ad aiutare voi e i vostri figli nel processo di educazione alla vita divina.

Con questi auspici vi imparto di cuore la mia benedizione.

 

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