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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI PELLEGRINI DELLA CAPITANATA

Basilica di San Pietro - Sabato, 30 aprile 1988

 

Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Illustri Autorità Civili,
Carissimi Fedeli della “Capitanata”.

1. Il vostro pellegrinaggio così numeroso mi ricolma di letizia, perché mi fa rivivere in tutta la sua intensità la visita da me compiuta nelle vostre terre lo scorso anno. Vi accolgo con gioia in questa vostra venuta a Roma iniziata nella Basilica di San Pietro: vi ringrazio di cuore sia per le preghiere sia per questo incontro e a tutti porgo il mio saluto affettuoso, ricordando in modo particolare i confratelli nell’episcopato che hanno voluto e organizzato questa grandiosa assemblea, le autorità e la presidenza della casa “Sollievo della Sofferenza”, con i medici e gli operatori sanitari.

La vostra presenza è segno di quella fede profonda e generosa, che con grande consolazione costatai durante il mio itinerario pastorale. Quelle giornate di preghiera e di catechesi, trascorse in mezzo a voi, rimangono davvero indimenticabili: ricordo infatti con rinnovata commozione le celebrazioni eucaristiche a san Giovanni Rotondo e a Foggia; le visite al Santuario di san Michele Arcangelo sul Gargano e a quelli dell’Incoronata e della Madonna di Valleverde; la preghiera sulla tomba di padre Pio da Pietralcina e del Vescovo monsignor Antonio Pirotto; l’incontro con i malati nella “Casa Sollievo della Sofferenza” e nella “Casa della Divina Provvidenza”, con giovani a Foggia e con i lavoratori a Cerignola. Ricordo la calorosa accoglienza avuta da tutte le care popolazioni di Monte Sant’Angelo, di Manfredonia, di San Severo, di Lucera, di Troia di Bovino, di Ascoli Satriano. Sono ricordi che conservo sempre vivi nel cuore.

2. Vorrei ora dire a voi, che partecipate questo pellegrinaggio cercate di vivere con coerenza la vostra identità cristiana: cercate, in particolare, di non chiudervi in voi stessi, ma di mantenere l’animo sempre aperto alle vicende della Chiesa, specialmente della Chiesa che vive in Italia.

Tra gli avvenimenti che emergono quest’anno nel panorama ecclesiale italiano deve essere sottolineato, innanzitutto, il Convegno nazionale catechistico, promosso dalla Conferenza episcopale italiana e svoltosi a Roma alcuni giorni: ad esso sicuramente hanno partecipato i vostri catechisti. Tale evento, mentre ha sottolineato la necessità sempre attuale dell’opera dei catechisti nelle parrocchie e nelle scuole, ha fatto anche emergere la realtà consolante di numerose persone, pronte ad offrire la loro disponibilità per il compito di trasmettere la fede alle nuove generazioni. Tutto ciò deve essere per voi motivo di riflessione e di stimolo: oggi le Chiese locali hanno un assoluto bisogno di catechisti ben preparati, che possiedano una solida e completa cultura religiosa, che abbiano specifiche capacità didattiche e che vivano essi stessi con coraggio e dedizione la fede professata. Ciò esige spirito di sacrificio e serietà di impegno per conoscere a fondo la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa e per percepire anche le difficoltà dottrinali e morali che incontra l’uomo d’oggi. Ben sappiamo che il messaggio di Cristo è liberante e salvifico; esso però è anche molto esigente, e non di rado in aperto contrasto con la mentalità del mondo. Occorre perciò approfondirne il contenuto, per essere “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15). Utilissime a tal fine si sono rivelate le “Scuole di Teologia per Laici”, che sono venute fiorendo nelle varie diocesi nel corso di questi anni. Incoraggio vivamente quanti ne hanno la possibilità a non lasciar cadere una simile opportunità di serio avvicinamento alle fonti della rivelazione, per irrobustire la propria fede e mettersi in grado di esserne testimoni convincenti nel mondo odierno.

3. Un secondo avvenimento sul quale desiderio richiamare la vostra attenzione è il Congresso eucaristico nazionale, che si celebrerà a Reggio Calabria nel giugno prossimo. Anche questa assemblea di fede e di preghiera ha un grande significato per la vita della Chiesa in Italia.

Infatti i congressi eucaristici sono stati ideati e realizzati per mantenere viva e fervorosa la fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia e nel valore culturale della santa Messa. Essi costituiscono un momento privilegiato nella storia di una nazione o di una diocesi: sono una grazia di Dio, che deve essere accolta con serietà e trepidazione, affinché raggiunga il suo scopo formativo e costruttivo nelle coscienze individuali, nelle famiglie, nelle comunità. Purtroppo talvolta le statistiche circa la partecipazione dei cristiani ai sacramenti ed alla santa Messa festiva danno serie preoccupazioni. Molti, dimentichi del loro Battesimo, dimenticano anche l’Eucaristia. Il Congresso eucaristico deve essere da tutti percepito come un richiamo divino a rivedere la propria spiritualità eucaristica, a comprendere sempre meglio il valore della Liturgia nella vita, a stimare sempre di più la santa Messa, partecipandovi ogni domenica e festa ed anche, quand’è possibile, durante la settimana e completandola con la santa Comunione. Solo se l’Eucaristia e considerata il sacramento più centrale e prezioso della Chiesa, forza morale, consolazione spirituale per ogni anima, pegno della futura risurrezione, motivo dinamico di altruismo e di carità, si può sperare in numerose e sante vocazioni sacerdotali e religiose.

4. Vorrei infine raccomandare alla vostra preghiera l’assemblea dei Vescovi italiani, che si terra tra pochi giorni a Roma. Come sapete, ogni anno la Conferenza episcopale italiana si raduna al completo per dare uno sguardo complessivo sulla situazione religiosa della nazione, per affrontare le questioni più difficili ed emanare le direttive più urgenti nell’ambito pastorale.

Voi, che siete sensibili alla problematica religiosa ed alle esigenze della fede, comprendete come sia diventato complicato e preoccupante il compito di coloro che presiedono le singole Chiese locali! La società moderna, in cui viviamo, è in continuo movimento e presenta forti resistenze alla penetrazione del fermento evangelico. Di conseguenza le preoccupazioni dei pastori nella loro responsabilità di guida e di formazione dei fedeli sono quotidiane e assillanti! La loro riunione collegiale deve essere vista da voi come un’occasione propizia per confermare i propositi di leale obbedienza, di generosa collaborazione, di costante sostegno mediante la preghiera.

5. Carissimi fedeli della “Capitanata”!

La visita alla Basilica Vaticana e al sepolcro di san Pietro rafforzi la vostra fede e la renda intrepida in tutte le situazioni della vita moderna.

Il mese di maggio, che domani iniziamo sia per voi una occasione propizia per rinnovare i buoni propositi fatti nel corso di quest’anno mariano: la recita quotidiana del Rosario, personalmente o in famiglia; una devozione più intensa ogni sabato e nelle feste mariane, specialmente con la partecipazione all’Eucaristia; un impegno più accurato e più metodico nello studio della dottrina cristiana e nell’esercizio della carità. Anche l’anno mariano è una grazia del Signore e non deve passare invano, ma lasciare una profonda impronta nella vostra vita.

Abbiate fiducia nella presenza e nella potenza della grazia divina! Non cedete mai alla tentazione della stanchezza e dello sconforto davanti alle difficoltà del mondo attuale! Così scriveva padre Pio da Pietralcina: “Conosco per propria esperienza che il vero rimedio per non cadere è l’appoggiarsi alla croce di Gesù con la confidenza in lui solo, che per la nostra salvezza volle esservi appeso” (26 marzo 1914). È un pensiero che vi lascio come ricordo del vostro pellegrinaggio.

L’accenno a padre Pio mi porta a rivolgere ancora un particolare saluto ed una esortazione ai “Gruppi di preghiera” da lui voluti e incoraggiati, che già durante la sua vita si moltiplicarono, e che si diffusero poi in tutto il mondo dopo la sua morte. L’entrata in vigore del nuovo Statuto permette ora ai gruppi di avere una direttiva sicura, che guida gli aderenti nella loro spiritualità e nella partecipazione alla vita parrocchiale e diocesana. Strettamente uniti al Magistero autentico della Chiesa ed alle indicazioni del proprio Vescovo, i gruppi di preghiera possono ora realizzare meglio la loro formazione personale nella vita liturgica e pastorale e nell’esercizio della carità verso il prossimo. I vostri incontri di preghiera, cari fratelli e sorelle, siano sempre occasione di approfondita catechesi e stimolo alla serena e coraggiosa coerenza cristiana.

Con questi sentimenti, imparto di cuore a voi ed a quanti hanno preso parte a questo pellegrinaggio, come anche ai fedeli dell’intera Capitanata, la mia benedizione.

 

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