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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI COMPONENTI DEL CORO «HARMONICI CANTORES»

Venerdì, 23 dicembre 1988

 

Cari fratelli e sorelle.

1. Desidero esprimervi anzitutto il mio compiacimento per l’esecuzione con la quale avete abbellito questa mattina la santa Messa natalizia celebrata dal Cardinale Vicario alla presenza del Capo dello Stato italiano e del Corpo diplomatico.

Questa vostra partecipazione esprime da sola i vostri talenti artistici, ed io me ne congratulo con voi, esortandovi a perseverare nell’impegno di allietare l’animo dei fedeli, sollevandoli, col fascino del canto sacro, al pensiero ed al gusto delle cose celesti, anzi, della stessa vita eterna, giacché è classica - come sapete - l’idea secondo cui il cielo risuona eternamente di musiche celestiali!

La musica svolge, tra le manifestazioni dello spirito umano, una funzione elevata, unica ed insostituibile. Quando è veramente bella ed ispirata, essa ci parla più ancora di tutte le altre arti della bontà, della virtù, della pace, delle cose sante e divine. E non per nulla essa è sempre stata e sempre sarà parte essenziale della liturgia, come possiamo rilevare dalle tradizioni liturgiche dei popoli cristiani di ogni continente.

2. Avete desiderato farmi visita in occasione del decimo anniversario della mia elezione alla Cattedra di Pietro. Vi ringrazio di cuore per questo delicato pensiero, che è segno di fede sincera e di sentita comunione ecclesiale. E vi ringrazio, in particolare, fin d’ora, per il brano musicale che avete voluto offrirmi e che eseguirete dopo queste mie brevi parole. Il vostro modo di esprimere la devozione al successore di Pietro è un modo prezioso che io apprezzo molto.

Mi conforta poi il vostro interesse per il patrimonio ricchissimo e secolare della musica sacra. Oggi, veramente, è doveroso riscoprire i tesori dimenticati. Per far questo, occorre intelligenza, gusto e grande rigore stilistico. Certo, anche la musica sacra deve evolversi, e non saremo certo noi cristiani a non apprezzare quanto di buono oggi si produce; ma non dobbiamo dimenticare quanto di valido ci hanno lasciato i grandi compositori del passato, che non di rado, oltre ad essere artisticamente dotati, avevano una fede profonda ed una adesione alle realtà dello spirito così generosa da esserci di esempio.

Continuate a valorizzare le grandi composizioni che essi ci hanno lasciato: anche oggi essi possono aiutarci ad elevare il nostro spirito ed a godere di quella pace e di quella gioia, delle quali abbiamo tanto bisogno e desiderio, e che, come ho detto, solo la nobile musica sacra sa darci.

Proseguite, dunque, su questa linea, e rendete un prezioso servizio alla cultura, alla società ed alla Chiesa stessa, la quale sempre si è fatta e si fa patrocinatrice della vera arte, che non è mai disgiunta dalla sanità dei costumi morali e dal senso religioso della vita e dell’esistenza.

Ascoltiamo, dunque, questa esecuzione sacra!

A voi tutti ed ai vostri cari la mia cordiale benedizione.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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