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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI COMPONENTI
DEL COMITATO CATTOLICO DI COLLABORAZIONE CULTURALE

Venerdì, 25 marzo 1988

 

Cari amici.

Sono venticinque anni dalla creazione del Comitato cattolico di collaborazione culturale, per iniziativa della sezione orientale del Segretariato per l’unità dei cristiani. Voi avete voluto segnare questo anniversario con il nostro incontro di oggi. Sono lieto di ricevervi e di aver l’occasione per dirvi a viva voce che approvo l’opera del vostro Comitato e desidero che continui a svilupparsi, poiché contribuisce in modo efficace al progresso del cammino verso la piena comunione tra la Chiesa cattolica e le Chiese d’oriente.

Con questo scopo il Comitato è stato fondato, perché cerchi di promuovere forme di collaborazione culturale che siano allo stesso tempo un modo per restringere e approfondire le relazioni con la Chiesa ortodossa e le antiche Chiese orientali. In particolare, vorrei ricordare il conferimento di borse di studio nelle discipline ecclesiastiche a studenti ortodossi, perché possano completare la loro formazione in una università o istituto cattolico. Dalla fondazione del Comitato, numerosi studenti ne hanno beneficiato, e questo ha dato loro la possibilità di meglio conoscere e meglio comprendere il pensiero religioso della Chiesa cattolica. Si sono anche familiarizzati con la vita della nostra Chiesa, poiché voi curate che siano accolti in collegi o seminari dove possono condividere la vita degli studenti cattolici. L’esperienza comunitaria consente così la mutua comprensione, fondata sul rispetto e sulla carità vicendevoli. Non dubito che la presenza di studenti ortodossi nelle nostre università, seminari e collegi sia anche positiva per gli studenti cattolici, la cui formazione spirituale e intellettuale deve essere sempre caratterizzata dall’apertura alla dimensione ecumenica.

Desidero esprimere il mio ringraziamento ai rettori e superiori di queste università, istituti, collegi e seminari che accolgono i borsisti del Comitato cattolico di collaborazione culturale. Saluto i rettori e superiori di Roma presenti, senza dimenticare quelli di altri Paesi che non sono potuti venire. Incoraggio tutti a continuare la loro partecipazione al Comitato con la disponibilità a ricevere studenti delle Chiese orientali e con il generoso appoggio a loro dato.

Questo sostegno è anche assicurato da diverse realtà che offrono contributi finanziari, senza i quali il Comitato non potrebbe compiere la sua missione. I responsabili di queste realtà hanno compreso l’urgenza e la necessità di una reciproca conoscenza tra le Chiese d’Occidente e d’Oriente, soprattutto per il tramite degli scambi culturali, nelle forme che il Comitato cerca di promuovere. So che queste opere possono portare aiuti grazie alle offerte, da loro raccolte, dei fedeli, per lo più sconosciuti e spesso poveri, ma generosi, che desiderano contribuire, secondo le loro possibilità, al riavvicinamento tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente. Ringrazio i responsabili e i benefattori di queste opere. Li invito a continuare la loro generosa partecipazione, tenendo conto della nuova situazione delle relazioni tra le Chiese. Grazie al dialogo della carità e ai primi frutti del dialogo teologico, la fraternità che unisce la Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa e le antiche Chiese orientali è una realtà di nuovo vissuta e continuamente in crescita, attraverso la quale esse ogni giorno prendono più coscienza di essere Chiese sorelle che si aiutano tra loro per la missione affidata loro dal Signore.

Nel corso della sua visita al Vescovo di Roma, lo scorso mese di dicembre, il Patriarca ecumenico Dimitrios I ha incontrato nell’università del Laterano, delegazioni di professori e studenti dei nostri collegi e università. Parlando della rinascita degli studi biblici, patristici e liturgici, egli ha ricordato che questa rinascita non può dare frutti “se avviene unilateralmente, cioè senza una conoscenza diretta e dall’interno di ciascuna tradizione. È dunque un segno di buon augurio per il nostro tempo – ha continuato il Patriarca che siano costantemente in aumento gli scambi di insegnanti e di studenti tra le nostre Chiese”. Mi associo pienamente a queste parole di sua Santità Dimitrios I. Ho voluto ripeterle davanti a voi poiché descrivono bene l’opera svolta in questi venticinque anni dai membri del Comitato cattolico di collaborazione culturale, e da quanti hanno a cuore l’aiuto e la conoscenza reciproci tra i cristiani d’Oriente e d’Occidente.

Cari amici, mentre esprimo la mia soddisfazione per la vostra partecipazione all’impegno ecumenico della Chiesa cattolica, auguro che l’opera del vostro Comitato continui, in stretta unità con il Segretariato per l’unità dei cristiani. Come il mio predecessore Paolo VI al momento della fondazione, raccomando “ai miei fratelli nell’episcopato e a quanti desiderano servire la Chiesa, di incoraggiare il Comitato e dargli un aiuto opportuno, generoso e utile” (“Pauli VI Epist. ad Cardinalem Augustinum Bea”, die 27 iul. 1964).

Sui membri e i responsabili del Comitato, sui benefattori e collaboratori presenti e futuri, invoco di cuore la benedizione divina.

 

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