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VIAGGIO APOSTOLICO IN URUGUAY, IN BOLIVIA, A LIMA E IN PARAGUAY

MESSAGGIO TELEVISIVO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA VIGILIA DELLA «GIORNATA DEL GIORNALISTA»

La Paz (Bolivia) - Lunedì, 9 maggio 1988

 

Amati giornalisti e operatori della Comunicazione sociale.

Ho saputo che domani, 10 maggio, si celebrerà in Bolivia la Giornata del giornalista. A voi, amati giornalisti boliviani, così come a voi che siete qui convenuti da altri Paesi in occasione di questa mia visita pastorale, il mio saluto, il mio anticipato augurio.

Desidero dirvi che ho una profonda stima per la vostra professione, che considero di massima importanza e di estrema influenza sulla vita della società. Per questo vi incoraggio a svolgere sempre i vostri compiti di informazione con un grande senso dell’etica professionale e una costante attenzione ai principi morali che devono guidarli. Questo vi farà sentire autentici promotori del bene comune e mai detentori privilegiati di potenti mezzi di diffusione al servizio di interessi privati o corporativi.

Il codice deontologico del giornalista, che conoscete molto bene, implica un’incorruttibile adesione alla verità; un rispetto incondizionato per l’obiettività, senza cedere ad eventuali pressioni ingiuste né alla tentazione di alterare i fatti o le opinioni altrui.

So, miei amatissimi giornalisti di Bolivia, che la maggior parte di voi sente e apprezza la condizione di professionista cattolico. Vi invito quindi ad esercitare il vostro lavoro con quest’alta ispirazione che deve scaturire dalla vostra fede cristiana. E non dimenticate, nel vostro lavoro, colui che venne nel mondo per essere la buona notizia di salvezza, colui che è la verità (cf. Gv 14, 6; 18, 38), Cristo Gesù, il redentore e l’amico dell’uomo.

Con questo augurio e con questa speranza, chiedo a Dio che benedica il vostro lavoro, le vostre persone e le vostre famiglie.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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