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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI MARINAI BRITANNICI

Sabato, 19 novembre 1988

 

Cari amici.

Molti cordiali saluti a voi, ufficiali ed equipaggi delle HMS Intrepid e HMS Euryalus. È un piacere ricevervi in Vaticano. Saluto in particolare l’ammiraglio sir Julian Oswald, comandante in capo della flotta e lady Oswald.

La vostra presenza qui oggi richiama le parole del salmista: “Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo” (Sal 107 [106], 23-24).

In questo passo della Bibbia, vediamo come l’esperienza di andar per mare può aiutarci a riflettere sulla potenza di Dio e le meraviglie della sua creazione. Ci può spingere a una maggior consapevolezza della presenza di Dio negli eventi umani e nella nostra vita di ogni giorno. Mi auguro che questo sia avvenuto per ciascuno di voi durante il servizio nella Reale Marina. Prego che il vostro adempimento del dovere, sempre al servizio della pace, vi abbia aiutato ad approfondire la vostra fede e l’amore di Dio. Perché, alla fin fine, questa è la cosa più importante nella vita. Come dice san Paolo: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” (1 Cor 13, 13).

Pregherò per voi e i vostri cari, perché il Signore vi rafforzi nella fede, la speranza e la carità. Perché riempia il vostro cuore con abbondanza di gioia e di pace.

Il Signore sia con tutti voi.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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