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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Internazionale di Entzheim - Strasburgo
Sabato, 8 ottobre 1988

 

Signor Presidente.

Per la quarta volta dall’inizio del mio Pontificato, ho l’onore e la gioia di essere nuovamente accolto sul territorio della Repubblica francese. Ho molto apprezzato le sue parole di benvenuto e soprattutto il fatto che abbia voluto incontrarmi personalmente nel momento in cui inizio questa breve visita alle istituzioni europee stabilite a Strasburgo, e alle tre diocesi di Strasburgo, Metz e Nancy.

Attraverso la sua persona desidero qui salutare tutto il popolo francese, ricordandomi degli incontri precedenti che mi hanno portato a Parigi, a Lourdes e a Lione. I vincoli tra la Francia e la Santa Sede sono così stretti e remoti che non posso che rallegrarmi di questo nuovo incontro di oggi e di quelli dei giorni prossimi.

La Francia ha il privilegio di accogliere a Strasburgo due delle più importanti Istituzioni create dalle nazioni europee dopo l’ultima guerra mondiale: il Consiglio d’Europa con la Commissione e la Corte dei Diritti dell’Uomo, che riunisce ventuno Paesi dell’Europa occidentale, e il Parlamento Europeo, eletto a suffragio universale diretto dai cittadini dei dodici Paesi della Comunità.

L’antica città di Strasburgo, che festeggia quest’anno il secondo millenario della fondazione, simbolizza, per la sua storia, la volontà di promuovere l’identità europea, nella riconciliazione delle nazioni di questo continente e la costruzione di un avvenire di pace e di cooperazione.

Per sua natura universale, la Chiesa cattolica, che riunisce in una medesima famiglia spirituale uomini e donne di tutte le popolazioni e di tutte le culture, non può che salutare con soddisfazione gli sforzi che compiono i Paesi europei per rinsaldare ancora più i loro legami e per affrontare l’avvenire in comune. Per consolidare questo progetto, che, dopo tanti secoli di divisioni, ridiventa una realtà, è urgente, mi sembra, che questi popoli attingano alle sorgenti comuni della stessa fede e degli stessi valori che costituiscono la loro più preziosa eredità. Ecco perché ho accettato volentieri l’invito delle istituzioni europee di Strasburgo, per manifestare la stima e l’incoraggiamento della Chiesa cattolica.

Mi sarà inoltre dato di prendere contatto diretto con la gioventù europea, portatrice dell’avvenire, con i capi delle comunità protestanti e israelitiche, e con il clero delle due diocesi di Strasburgo e di Metz, oltre che della diocesi di Nancy. Già da adesso, mi rallegro di poter “confermare questi fratelli” (Lc 22, 32) nella fede e negli sforzi che essi compiono al servizio della missione della Chiesa di oggi. A tutti vorrei dire che l’Europa li attende, poiché ha bisogno della testimonianza libera e coraggiosa che essi devono rendere ai valori evangelici.

Signor Presidente, nel compito esaltante che affrontano insieme i Paesi europei, sono convinto che le prospettive etiche e spirituali che la Chiesa propone, conformemente alla sua missione, costituiscono un contributo essenziale per assicurare la qualità umana della vita sociale. Auguro pieno successo al consolidamento delle strutture europee, compito nel quale, già dai primi sviluppi, il vostro Paese si è fermamente impegnato.

A lei e alla Francia presento i miei auguri. Dio benedica il vostro Paese e lo conservi nella pace!

 

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