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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I SORDOMUTI E I NON-VEDENTI
NEL CENTRO
«LOUIS BRAILLE» DI STRASBURGO

Domenica, 9 ottobre 1988

 

Cari fratelli e sorelle.

1. All’inizio di questa giornata domenicale, mentre nel mondo intero i cristiani si riuniscono per commemorare la vittoria di Cristo risorto sul male, sono molto lieto di rendervi visita. Fratelli e sorelle handicappati, vi saluto cordialmente nel nome di Gesù. Saluto le Sorelle della Croce e ringrazio vivamente la Superiora Generale di questa congregazione alsaziana specializzata nel servire gli handicappati, che mi accoglie al Centro Louis Braille. Saluto i genitori e gli amici delle persone handicappate, oltre che i rappresentanti del Servizio della Pubblica Sanità. Rendo grazie a Dio del contributo benefico che voi portate, nel segno di Cristo salvatore degli uomini, affinché in ciascuno degli ospiti di questa casa si espanda una vita pienamente umana.

Vorrei indirizzare anche un saluto particolare ai bambini musulmani che vengono educati qui, oltre che alle loro famiglie. La loro presenza negli istituti cristiani testimonia della volontà della Chiesa cattolica di promuovere il rispetto e l’accoglienza dei credenti islamici. In questo crocevia propizio agli incontri che è Strasburgo, riconosco gli sforzi di dialogo e di collaborazione compiuti dalla comunità cristiana e dalla comunità musulmana, e mi auguro che questi sforzi permettano sempre di avanzare sul cammino della comprensione reciproca, per il bene e la concordia di tutti coloro che vivono in questo Paese e rendono culto a un unico Dio.

2. A Roma o nel corso delle mie visite pastorali ho avuto spesso occasione di incontrare persone handicappate, e devo dire che tengo molto a questi contatti. Essi mi permettono di conoscere meglio le vostre pene e le vostre gioie, le vostre battaglie e i vostri successi nella vostra ricerca di comunicazione con il prossimo e nei vostri sforzi per stabilire dei legami fecondi con il mondo che vi circonda. Questi incontri mi permettono altresì di constatare la parte attiva che avete nella società e il ruolo che vi esercitate, con tutte le qualità della vostra personalità. Infatti ogni essere umano ha il diritto innato di essere pienamente inserito nel tessuto vivente delle reciproche relazioni sociali.

3. Noi tutti abbiamo questo in comune, e cioè che amiamo la vita, ma ciascuno di noi ne percorre il cammino in maniera diversa. Si è spesso osservato a proposito delle persone che, come voi, hanno un handicap, una certa finezza nei doni ricevuti da Dio, che l’atmosfera della società materialista tenderebbe a smussare presso gli altri. Voi siete testimoni di un amore radioso, che viene invidiato da coloro che sono sani. A voi è dato di possedere una più grande chiarezza nel cogliere le realtà dello spirito e della fede, di cui la grandezza, la bellezza, e finanche l’esistenza non vengono neppure sospettate da coloro che godono di una vita normale. Del resto non chiudiamo noi forse gli occhi, per permettere al nostro pensiero e al nostro cuore di meglio raggiungere il Dio vivente? Agli uomini di oggi, che spesso vivono in un gigantesco frastuono di informazioni, di immagini e di suoni, voi ricordate che la vera vita è interiore e che per capire la Parola di Dio bisogna nutrirsi di silenzio, perché il messaggio del Signore non è sempre esprimibile attraverso le parole umane.

4. Infine, un incontro come questo ha sempre un posto speciale nel mio cuore, perché mette in luce qualcosa che è al centro stesso della realtà misteriosa della Chiesa e che Dio ha rivelato in questi termini all’apostolo Paolo: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12, 9). Nessun essere al mondo è esente dalla fragilità, che sia essa fisica, affettiva o spirituale. Noi dobbiamo tutti prendere atto umilmente dei nostri handicaps. Nella provvidenza di Dio, questo non significa una minore attitudine alla santità o al servizio nel mondo. Al contrario, noi possiamo tutto, in virtù di colui che è la nostra forza, Cristo Gesù. Ogni volta che noi superiamo le tentazioni dello scoraggiamento, ogni volta che facciamo prova di uno spirito gioioso, generoso e paziente, rendiamo testimonianza a quel Regno che deve venire in tutta la sua pienezza, il Regno ove saremo liberati da ogni infermità.

Rinnovandovi la mia stima e il mio affetto, benedico ciascuno di voi e tutti coloro che si dedicano al vostro servizio.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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