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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Internazionale di Mulhouse-Basel - Strasburgo
Martedì, 11 ottobre 1988

 

Signor primo ministro,
eccellenze, signore, signori.

Al termine del mio viaggio apostolico nella sede delle istituzioni europee stabilite nella capitale alsaziana così come nelle tre diocesi di Strasburgo, Metz e Nancy, desidero indirizzare dal profondo del cuore una parola di ringraziamento a tutte le persone che, nell’esercizio delle loro alte funzioni o attraverso la loro discreta collaborazione, hanno contribuito allo svolgimento di queste giornate.

Questi ringraziamenti, io li rinnovo in maniera particolare all’indirizzo del signor Presidente della Repubblica francese e del governo che ella presiede, signor Primo ministro. Rendo partecipi della mia gratitudine tutte le autorità regionali, dipartimentali e municipali, così come le autorità francesi ed elvetiche di questo aeroporto internazionale di Mulhouse-Bâle. Signor primo ministro, sono molto toccato dalla sua cordiale deferenza che mi ha dato l’occasione d’intrattenermi con lei.

Ancora una volta, saluto il Consiglio d’Europa, con la commissione e la corte dei diritti dell’uomo, così come il Parlamento europeo. E saluto la città di Strasburgo il cui passato l’ha preparata a simbolizzare l’Europa democratica, l’Europa riconciliata, l’Europa del dialogo fra le culture.

Ho voluto, da parte mia, sottolineare l’importanza di Strasburgo allo stesso modo sul piano ecclesiale elevando questa diocesi alla dignità di arcidiocesi. Tocca adesso a questa Chiesa locale di svolgere sempre meglio il suo ruolo nella edificazione spirituale dell’Europa.

Con gioia e fiducia, ho potuto misurare l’entusiasmo della gioventù europea e la sua disponibilità ai valori morali. Che possa essa ricevere il solido alimento spirituale di cui ha bisogno! Ho potuto constatare la vitalità della fede nelle comunità d’Alsazia e Lorena, malgrado tutte le sfide del momento e la crescente secolarizzazione della vita. Ho voluto confermarle nella fede e nella speranza.

Sono lieto di terminare qui questo viaggio nell’Alsazia del Sud. Ho appena lasciato Mulhouse, città crocevia di tre Paesi europei, antico centro industriale, dove si è ben presto sviluppato lo specifico contributo dell’Alsazia al cristianesimo sociale. Vi scorgo un segno di questa Europa, consapevole del bisogno di radicare i valori etici nell’humus fecondo della fede religiosa.

L’Europa non è un’entità astratta, né soltanto un mercato od uno spazio di libera circolazione, è innanzitutto comunità di uomini. Non vi è comunità senza il sentimento di una comunità di destini. È alla ricerca del destino dell’Europa, che è anche quello dell’uomo e della civiltà umana, che la Chiesa desidera portare il suo specifico contributo.

A lei, signor Arcivescovo, ai sacerdoti ed ai fedeli della vostra grande diocesi, all’Alsazia cristiana, a tutti gli uomini di buona volontà, affido questo compito di manifestare al resto d’Europa la piena coerenza della vostra fede con la vostra vocazione a lavorare per l’edificazione europea.

Congedandomi da lei, signor primo ministro, desidero assicurarle le mie preghiere ed i miei voti per la prosperità di tutto il popolo francese!

Prego Dio di dare a tutti la sua benedizione.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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