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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI
AL PELLEGRINAGGIO FRANCESE DE «LA CROIX DU NORD»

Martedì, 25 aprile 1989

 

Signor direttore, signore e signori.

1. È per me una grande gioia ricevervi se pure per poco tempo. Anzitutto mi congratulo con voi per aver desiderato celebrare il centenario de “La Croix du Nord” con un pellegrinaggio al cuore della Chiesa. Proprio per essa - attraverso i cristiani di Cambrai, Lille e Arras - voi vi impegnate nell’unità e complementarietà delle vostre responsabilità. I fondatori e i continuatori di questo giornale regionale ora centenario si rallegrano certamente, se pure non visibili, del vostro soggiorno romano. Vorrei incoraggiavi cordialmente, insieme a loro.

2. Nell’abbondanza delle pubblicazioni scritte e delle informazioni radio-televisive, neutrali dal punto di vista religioso, vegliate attentamente sull’identità de “La Croix du Nord-Magazine”. Questo giornale regionale è nato cattolico e tale deve restare. Qui è la sua fisionomia originaria. Cattolico significa che questo settimanale, pur rifiutando ogni settarismo, non può mai tralasciare di difendere e promuovere i valori umani e cristiani dove è coinvolta la fede cristiana. Ciò vuol dire anche che “La Croix du Nord” vuole essere in comunione con la Chiesa, in rapporto leale e fiducioso con i vostri Vescovi di Cambrai, Lille e Arras. Una parola anche sulla partecipazione dei lettori: è auspicabile che il loro contributo si basi su una conoscenza oggettiva dei problemi e sia segnato dal rispetto delle persone, come anche dal senso delle sfumature.

3. Desidero inoltre incoraggiarvi su un punto fondamentale, che certamente è oggetto delle vostre preoccupazioni. “La Croix du Nord” continui ad aiutare i suoi lettori a farsi una opinione il più giusta possibile sugli avvenimenti regionali, nazionali e internazionali. Per un giornale cattolico, non esistono fatti “diversi”. Ogni azione umana manifesta il rispetto della persona, dei gruppi sociali o lo scandalo della loro oppressione, la miseria delle loro sconfitte. Senza far diventare il vostro giornale un pulpito da cui predicare, è impossibile separare la vita sociale dall’ispirazione cristiana. Dio è presente là dove gli uomini vivono. La Croce è stata piantata nella nostra terra. L’avvenimento della Risurrezione è un fatto storico, anche se la trascende. Questi due avvenimenti danno ai credenti e propongono agli uomini di buona volontà uno sguardo profondo sulle cose e attirano verso la santità.

Cari amici, il vostro servizio di giornalisti della regione settentrionale della Francia può sembrare modesto di fronte a certi strumenti di comunicazione più potenti. In realtà, l’impatto del vostro giornale, immediato o alla distanza, può essere grande. La chiave per questo impatto positivo è nella qualità della vostra collaborazione alla riflessione, alla redenzione, alla diffusione de “La Croix du Nord”, nel dialogo con i vostri Vescovi, certamente lieti di vedere una rubrica o una colonna del giornale accogliere il loro insegnamento o i loro interventi puntuali, perché la loro luce raggiunga un pubblico più ampio di quello dei bollettini diocesani.

Concludo questo incontro ricordandovi le riflessioni espresse nel mio ultimo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “La questione posta oggi alla Chiesa non è più quella di sapere se l’uomo della strada può ancora recepire un messaggio religioso ma quella di trovare i linguaggi di comunicazione migliori per ottenere il maggiore impatto possibile del messaggio evangelico”. In questa salda e gioiosa speranza, benedico di tutto cuore le vostre persone, il vostro lavoro impegnativo e insostituibile e tutti i lettori de “La Croix du Nord”.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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