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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRI
DEL CAPITOLO GENERALE DEI FRATELLI DI SAN GABRIELE

Giovedì, 5 gennaio 1989

 

Cari fratelli.

1. In occasione del vostro capitolo generale, sono lieto di accogliervi ed esprimervi i miei calorosi auguri per la vita religiosa e l’apostolato dei Fratelli di san Gabriele in tutti i continenti. Saluto in particolare il vostro nuovo superiore generale, il fratello Jean Friant, insieme agli assistenti, da voi appena eletti; auguro loro di compiere la loro missione fruttuosamente, nella fedeltà alle intuizioni dei vostri fondatori.

Dopo il Concilio Vaticano II, nell’ambito di un ritorno all’ispirazione dei fondatori auspicato dalla Perfectae Caritatis, voi siete giunti ad approfondire la vostra spiritualità e il senso della vostra azione apostolica alla luce degli scritti e dell’attività missionaria di san Luigi-Maria, in unità con la Compagnia di Maria e le Figlie della Saggezza. Con l’approvazione della regola di vita e delle costituzioni, questo lavoro deve continuare affinché ciascuno di voi possa essere, nella Chiesa, la parola montfortana che Dio vuol far sentire al mondo tramite voi.

2. La vostra vita consacrata è apostolica, poiché è ordinata alla santità dei membri dell’istituto e contribuisce così alla crescita della santità nell’intero Corpo ecclesiale. La vostra vita è apostolica per la testimonianza che dà della presenza e dell’azione dello Spirito, del disegno divino di salvezza e della libera risposta dell’uomo attraverso la fede, la speranza e la carità. Infine, la vostra vita è apostolica per i compiti particolari affidati all’istituto. L’attività professionale di insegnanti o di educatori è parte integrante di questi compiti apostolici, ma non può mai limitarsi al puro esercizio di un “mestiere”. Tutta l’attività dei Fratelli deve essere una “partecipazione alla missione ecclesiale di evangelizzazione” (Règle de vie, n. 63).

Il vostro capitolo ha riflettuto sul vostro “essere religiosi montfortani”, e sulla “vostra specifica missione nella Chiesa e per il mondo”, per suscitare la vitalità spirituale e apostolica dell’istituto, con la duplice preoccupazione di verificare e rianimare la vostra fedeltà a Gesù Cristo, attraverso il Vangelo e la regola di vita, e insieme di rispondere con coraggio, sull’esempio di san Luigi-Maria, alle sfide e ai bisogni del nostro mondo nel limite delle vostre possibilità.

3. La notevole espansione dell’istituto, soprattutto in Asia e, più recentemente, in Africa, vi spinge a uno sforzo particolare perché la Parola di Dio si incarni con pieno vigore nelle diverse culture, indiana, tai, senegalese, zairese e così via. Questo implica, da parte di tutti i Fratelli e soprattutto dei giovani in formazione, non solo un adattamento prudente e coraggioso del loro modo di essere e di agire alle condizioni di vita e alle tradizioni locali, ma più ancora una forte assimilazione del Vangelo attraverso la contemplazione e la conversione personale. In realtà, solo se il Vangelo viene vissuto a questa profondità si può sperare in una autentica inculturazione.

4. In Occidente, avete spesso dovuto affrontare un materialismo diffuso, l’indifferenza religiosa, l’individualismo e l’assenza di punti di riferimento morali, nonostante molti giovani siano sensibili ai diritti dell’uomo, alla giustizia, alla solidarietà tra i popoli, al valore fondamentale della vita e della pace. Voi desiderate contribuire alla “nuova evangelizzazione”. Lo farete con la vostra disponibilità e la vostra collaborazione all’impegno intrapreso in questo senso dalle Chiese particolari dove lavorate.

Come san Luigi-Maria nel corso delle sue missioni, dovete ricordare ai battezzati la grandezza e le esigenze del loro battesimo. Voi date grande importanza ai progetti educativi elaborati con i vostri collaboratori laici, tenendo conto della dimensione religiosa dell’educazione e della catechesi propriamente detta. E, come il vostro primo fondatore, desiderate dare a Maria grande spazio nella missione apostolica, perché, attraverso la vostra azione, Ella susciti i discepoli e gli evangelizzatori di cui il mondo ha bisogno all’alba del XXI secolo.

5. Ovunque, nel mondo, i poveri attendono l’affetto e l’aiuto concreto dei discepoli di Cristo, sia che si tratti di giovani poveri materialmente, di analfabeti, di emarginati o di handicappati, o ancora di quanti non conoscono la tenerezza di Dio rivelata in Gesù Cristo. Date loro un posto preferenziale nelle vostre scuole e cercate anche di raggiungerli dove sono, in fedeltà alla vostra regola di vita.

6. Grandi progressi nella formazione iniziale e permanente sono in atto in tutte le province dell’istituto, ai diversi livelli teologico, spirituale e professionale. Incoraggio questi sforzi perché possiate rispondere alle esigenze della vostra missione di fronte alle rilevanti attese dei giovani alla ricerca di conoscenza ed educazione umana e, ancor di più, alla ricerca dei valori evangelici che diano un senso alla loro vita in un mondo in cui i valori sono troppo spesso nascosti o combattuti.

7. Anche se le vocazioni sono in diminuzione in Occidente, continuate a pregare costantemente il Padrone della messe perché mandi operai nella messe. Da qualche anno stanno nascendo vocazioni nei paesi africani: è un segno di speranza. Accogliete questi giovani con gratitudine e discernimento, per il servizio delle Chiese locali e per la Chiesa universale. Le vostre province dell’India hanno già inviato dei Fratelli in diversi altri paesi: questo dinamismo missionario costituisce un segno positivo della vitalità realmente evangelica.

8. Avete talvolta l’impressione che la vostra condizione di Fratelli venga mal compresa. Desidero riaffermare la mia stima per questa forma di vita: essa è insostituibile all’interno del Popolo di Dio. State certi della gratitudine della Chiesa per i servizi da voi svolti. Siate lieti della vostra vocazione!

Nel pregare il Signore per tutti i Fratelli di san Gabriele, e in particolare per i nuovi responsabili, invoco su di voi l’intercessione della Vergine Maria e di san Luigi-Maria di Montfort. Di cuore domando a Dio di colmarvi dei suoi doni e delle sue benedizioni.

 

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