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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SUPERIORI E AGLI ALUNNI DELL’ISTITUTO «SANTA MARIA»

Domenica, 19 novembre 1989

 

Cari fratelli e sorelle!

1. Sono lieto di trovarmi in mezzo a voi, padri marianisti, docenti, alunni, ex alunni e familiari dell’Istituto Santa Maria, in occasione del centenario della sua fondazione. Esprimo a tutti il mio cordiale saluto; ringrazio il reverendo padre Romolo Proietti, rettore e preside dell’istituto, per le gentili e significative parole con le quali ha voluto introdurre questo familiare incontro.

2. Il mio pensiero va anzitutto a tutti i benemeriti religiosi della Società di Maria, che in questi cento anni si sono succeduti nella direzione dell’istituto e nella formazione di generazioni di giovani, secondo lo spirito davvero illuminato del venerabile fondatore Guglielmo Giuseppe Chaminade, il quale volle che il carattere distintivo della Società di Maria fosse il voto dell’insegnamento; ma di un insegnamento vivificato dalla fede, che avesse come fine l’educazione integrale dell’uomo. Infatti, in una sua lettera del 24 agosto del 1839, egli così si rivolgeva ai suoi religiosi: “A voi spetta il compito di far capire a coloro che sono impegnati nell’insegnamento quanto s’ingannerebbero, se limitassero i loro sforzi all’istruzione umana e mettessero ogni cura e gloria nel formare dei sapienti e non dei cristiani o a conquistarsi una reputazione mondana. Dimenticherebbero di essere missionari di Maria per abbassarsi e per avvilirsi a mestieranti dell’insegnamento”.

3. In questa occasione esprimo a voi, cari padri marianisti, la mia viva riconoscenza per lo zelo col quale svolgete la vostra opera educatrice; per i frutti di tale delicata ed ardua attività; sono certamente frutti consolanti non solo per la quantità, in considerazione del grande numero di alunni, che ogni anno si iscrivono in questo rinomato istituto, ma anche per la qualità, com’è anche attestata dalla perseveranza della formazione impartita, e dalla stima che gli alunni, anche da adulti, conservano per i loro maestri.

A voi genitori, poi, che avete compreso bene il ruolo della scuola cattolica, e compite tanti sacrifici per garantire ai vostri figli una completa formazione intellettuale e umana, ma soprattutto cristiana, va il mio ammirato plauso, con l’incoraggiamento a essere i primi educatori, in famiglia, con la parola e con l’esempio.

E soprattutto voi, cari ragazzi e ragazze, continuate ad applicarvi e a tenere alto il prestigio della vostra scuola, che va giustamente fiera per la sua tradizione culturale e per i nomi di illustri ex alunni, che si sono fatti onore nella società per la preparazione professionale, umana, cristiana.

Siate sempre di esempio in mezzo ai vostri compagni; coltivate, come esorta san Paolo, “tutto quello che è vero, tutto quello che è onesto, tutto quello che è giusto” (Fil 4, 8). Lottate contro ogni egoismo: siate generosi, impegnati e responsabili. La Chiesa guarda a voi con amore e con fiducia. E voi, a vostra volta, guardate a lei, e vi scoprirete il volto di Cristo, il profeta della verità, il compagno della vostra vita, la guida sulla vostra via.

4. La mia benedizione avvalori i propositi che la ricorrenza centenaria suscita nell’animo di tutti voi, superiori, alunni e genitori, e la Vergine santa, a cui è intitolato questo istituto, vi assista e vi conforti con la sua materna protezione.

 

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