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VIAGGIO APOSTOLICO IN ESTREMO ORIENTE E A MAURITIUS

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto militare di Seoul (Corea) - Sabato, 7 ottobre 1989

 

Signor Presidente,
eminenza,
caro popolo coreano.

È un vero piacere rivedervi dopo tanto tempo.

1. Sono passati cinque anni da quando sono stato l’ultima volta qui in Corea. Durante questi anni ho serbato molti ricordi felici della mia precedente visita. E oggi sono tornato di nuovo in questa bella penisola! Saluto di cuore tutti voi e prego affinché Dio benedica la Corea e tutto il suo popolo con i suoi doni di benessere spirituale e di fraterna armonia. Sono grato a lei, signor Presidente, per le cordiali parole di benvenuto. In esse io sento la voce del popolo coreano, il quale mi accoglie per condividere ancora le speranze ed i profondi desideri spirituali di questa antica terra.

Desidero rivolgere un particolare saluto ai miei fratelli ed alle mie sorelle nella fede cattolica. La gioia del nostro ultimo incontro, che raggiunse il culmine nella Messa per la canonizzazione dei martiri coreani, è ben impressa nella mia mente, e nel mio cuore. Adesso sono tornato in Corea, insieme a pellegrini cattolici provenienti da molte altre parti del mondo, per partecipare al grande Congresso Eucaristico, che si terrà qui a Seoul. Con loro, sono venuto per venerare Cristo, nostra pace (cf. Ef 2, 14), e per pregare affinché il nostro Padre celeste benedica tutti i cuori umani, tutte le famiglie e le nazioni, con la sua pace, una pace che va al di là della comprensione umana (cf. Fil 4, 7).

Desidero anche estendere i miei saluti e i miei sentimenti di amicizia ai cristiani ed ai seguaci delle altre grandi tradizioni religiose.

2.  “Anche i fiumi e le montagne cambiano dopo dieci anni”. Cari amici: questo detto popolare coreano esprime una verità profonda. Il nostro mondo sta subendo mutamenti rapidi, anche sconcertanti. Qui in Corea, sono accadute molte cose anche durante i cinque anni trascorsi dalla mia ultima visita. Come il resto del mondo, la Corea ha subito cambiamenti che turbano, mentre altri riempiono il cuore degli uomini di nuove speranze e di fiducia. Come è accaduto ad altri popoli nel mondo, voi avete dovuto affrontare battaglie combattute da tutti coloro che si sforzano di costruire una società caratterizzata da armonia sociale e da possibilità economiche per tutti. La cosa più importante è che voi, quali Coreani, avete dovuto continuare a costruire una società degna del grande retaggio dei vostri antenati, e degna anche dei vostri figli e delle future generazioni.

Negli ultimi cinque anni gli occhi del mondo si sono rivolti sempre più alla Corea. La celebrazione indimenticabile dei giochi olimpici di Seoul ha aiutato ad unire i popoli del mondo intero nell’amicizia e nell’armonia. La forma del progresso industriale e dello sviluppo economico del vostro Paese si è diffusa anche all’estero. Nonostante varie sfide scoraggianti, tale progresso ha creato un esempio per altre nazioni in via di sviluppo. Questi risultati mettono in evidenza un ruolo importante che la Corea può avere all’interno della comunità internazionale. Essi ci inducono a sperare che questa Nazione continuerà ad essere esempio, non solo di prosperità materiale e di progresso, ma anche e più importante, di forza spirituale, la quale deve essere alla base di ogni società matura e umana. Perché soltanto una forza che sgorga dallo Spirito sarà all’altezza del compito di guarire vecchie ferite, di superare profonde divisioni, e di dare la possibilità a tutti i cittadini della Corea di partecipare attivamente alla vita politica del loro Paese mentre essa si sforza per raggiungere la vera pace.

3. Cari Coreani: voi che avete ricevuto un durevole e così grande valore spirituale dai vostri antenati non siete forse in una posizione privilegiata per poter dimostrare che la prosperità materiale può, e in verità deve, andare di pari passo con l’autentica sensibilità e crescita spirituale? Di fronte alle tragiche divisioni, che continuano a separare la vostra gente, non avete forse il compito urgente di mostrare ad un mondo dilaniato dalla sfiducia, dai conflitti e dall’odio, che l’umanità possiede realmente le risorse per porre fine alle guerre ed alle divisioni, e per creare una pace duratura? Queste sono le risorse! Le virtù spirituali di fiducia reciproca e di riconciliazione, di generosità disinteressata e d’amore fraterno. Esse sono parte del vostro retaggio e della vostra vocazione quali Coreani. Esse sono un tesoro che voi potete e dovete trasmettere ai vostri figli ed a tutto il mondo.

4. La vera pace, quella pace tanto desiderata da noi tutti, è un dono di Dio. Io sono ritornato in Corea quale messaggero della pace di Dio. Prego affinché la pace di Dio cresca nel cuore di tutti e di ciascun coreano, e che produca ricchi frutti per il futuro della vostra Nazione e per quello del mondo. Dio benedica voi tutti e vi renda veri strumenti della sua pace.

Caro popolo, uniamoci tutti per raggiungere insieme questa pace.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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