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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO DI REGGIO CALABRIA

Sabato, 30 settembre 1989

 

Venerati fratelli nell’Episcopato,
signori delle amministrazioni locali,
carissimi fratelli e sorelle!

1. Sono veramente lieto di incontrarmi per la terza volta nel giro di cinque anni con una distinta rappresentanza della Chiesa che è in Reggio Calabria. Il vostro pellegrinaggio di oggi richiama alla mia mente lo spettacolo di fede offertomi nel corso delle mie visite nella vostra bella terra.

Ringrazio l’Arcivescovo monsignor Aurelio Sorrentino per le parole che a nome di tutti mi ha rivolto, manifestando fervidi sentimenti di comunione e generosi propositi per il futuro. Lo ringrazio anche per l’omaggio di tre volumi degli atti sulla preparazione e celebrazione del Congresso Eucaristico Nazionale, quando Reggio si trovò al centro della solenne manifestazione religiosa che fu provvidenziale occasione per una ripresa di fede nell’arcidiocesi e in tutte le altre Chiese che sono in Italia.

Sono altresì grato alle autorità civili della regione, della provincia e del comune per questa loro presenza, nella quale mi piace ravvisare l’attestazione della volontà di operare sempre più incisivamente a servizio delle popolazioni amministrative.

Ringrazio infine di cuore voi, sacerdoti, religiosi e laici, venuti per confermare, a nome di tutte le componenti delle vostre rispettive comunità la piena consonanza di intenti con colui che dal Maestro e Redentore dell’umanità ha ricevuto il divino mandato di confermare i fratelli nella fede.

2. Carissimi, voi avete avuto la grande fortuna di ricevere l’annuncio del messaggio evangelico fin dall’alba della storia della Chiesa. Riferisce il libro degli Atti che san Paolo, l’apostolo prescelto per annunciare il Vangelo di Dio, come egli stesso dice (cf. Rm 11, 1), nel suo viaggio dalla terra di Gesù verso Roma fece tappa nella vostra città di Reggio (cf. At 28, 13). Proprio per questo, nove anni or sono, ritenni opportuno proclamarlo patrono principale della vostra arcidiocesi. Probabilmente Reggio ebbe altre visite dai primi discepoli di Gesù. In ogni caso, la vostra è stata una delle prime comunità cristiane d’Europa.

Il vostro passato, carissimi, vi onora e vi impegna. Io vi esorto a mantenere sempre viva la consapevolezza delle vostre tradizioni cristiane e a sforzarvi di rendervene sempre più degni. Lo stesso san Paolo, nel ricordare ai fedeli di Roma l’avvenuta riconciliazione con Dio mediante il sacrificio redentore di Cristo, aggiungeva testualmente: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?... Io sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcuna altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8, 35).

Queste parole di san Paolo assumono per voi, cittadini di Reggio, che ricordate con fierezza il suo approdo sul litorale della vostra terra, una particolare carica di significato e devono tradursi in un preciso impegno di coerenza. La fede è il dono più grande, e chi ha avuto la fortuna di riceverla ha il dovere di viverla, di custodirla gelosamente, di difenderla contro le insidie, subdole o aperte, del tempo in cui la provvidenza lo ha posto a vivere. Egli, peraltro, sa di poter contare, nell’adempimento di questi suoi doveri, sul sostegno dell’amore di Cristo, da cui nessuna forza mondana, per quanto temibile, potrà mai separarlo. In un’epoca, come la presente, nella quale i mezzi di cui dispongono i predicatori del Vangelo appaiono così deboli, se confrontati con gli strumenti di cui possono avvalersi le forze del male, il cristiano deve riaffermare la sua fiducia incrollabile nell’onnipotenza dell’amore di Dio, che nella debolezza vittoriosa del Crocifisso ha avuto la sua Rivelazione definitiva.

3. Il vostro arcivescovo, carissimi fratelli e sorelle ha voluto fare riferimento all’enciclica Sollicitudo Rei Socialis, e a quanto in essa è detto dell’Eucaristia come sorgente di carità che ci unisce non solo con Dio, ma anche tra noi. È un rilievo importante. Il cristiano deve attingere alla mensa eucaristica incitamento e stimolo per un generoso impegno anche nell’ambito sociale.

Come sapete, l’enciclica, sviluppando l’insegnamento dei precedenti documenti pontifici sulla questione sociale e, in particolare, le indicazioni date dal Papa Paolo VI, ricorda che un autentico sviluppo non si può realizzare senza la collaborazione di tutti, nel quadro della più ampia solidarietà dei popoli, legati fra loro dai vincoli di una sempre più stretta interdipendenza. I cristiani devono essere all’avanguardia in questo cammino di solidarietà sulla strada di un progresso aperto alla dimensione trascendente dell’uomo.

Cari fratelli e sorelle di Reggio, ciò che ho scritto nell’enciclica avendo dinanzi le dimensioni mondiali dei problemi, ha pure una sua validità per la vita sociale su scala regionale. Io so che la vostra è una terra di antica civiltà e di nobili tradizioni che, per il variare delle vicende umane, oggi si trova ad affrontare i drammi della emarginazione, del sottosviluppo, della disoccupazione cronica, della violenza organizzata, con tutto il peso di sofferenze che ciò comporta. Conosco però anche gli sforzi, che, nel corso degli ultimi quarant’anni si sono fatti nel meridione d’Italia per colmare il divario con altre regioni più prospere.

Molto, tuttavia, resta ancora da fare. Questi problemi non si risolvono senza il convergente ed energico impegno di tutte le forze in campo. In particolare, non si risolvono senza una coraggiosa riscoperta dei valori, senza una coerente opera di moralizzazione ad ogni livello, senza una generosa disponibilità di tutti ad assumersi la propria parte di responsabilità.

Mobilitate, dunque, le molte forze sane di cui disponete. Rivolgo in special modo la mia esortazione alle organizzazioni cattoliche, perché si impegnino a promuovere la maturazione della coscienza pubblica di fronte ai molti ed urgenti problemi che attendono soluzioni adeguate.

Il Signore vi assista e renda fecondi gli sforzi vostri e di tutte le persone di buona volontà. Con questo auspicio vi benedico tutti di cuore.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana 

 



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