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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI DELL’«UNIV 90»

Pasqua del Signore - Domenica, 15 aprile 1990

 

“Cristo, mia speranza, è risorto”.

1. Sono le parole, carissimi giovani, che la liturgia della Domenica di Pasqua mette in bocca a Maria di Magdala, e che la Chiesa ripeterà per tutta l’ottava.

“Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto”. Questa certezza scosse gli apostoli e i discepoli del Signore, che rinnovarono la decisione radicale di seguirlo e si lanciarono sicuri ad annunziare a tutti gli uomini il disegno divino di salvezza, di cui erano stati testimoni. E nel mondo allora conosciuto risuonarono in tutte le lingue i “magnalia Dei” (At 2, 11). Quei primi seguaci di Gesù, e le successive generazioni di fedeli, diffusero tra i popoli la bellezza delle virtù cristiane, da essi vissute nell’eroismo quotidiano di un’esistenza trascorsa accanto agli altri uomini. Non abbandonarono il mondo, anzi, proprio nei luoghi in cui vivevano e lavoravano, sentirono che Dio li chiamava a testimoniare con franchezza la loro speranza nel Cristo risorto.

Con le parole del venerabile José María Escrivá, possiamo dire: “Non vi è altra strada; o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai” (Colloqui, 114). Il Signore continua a chiamare molti al sacerdozio e alla vita consacrata; ma adesso, come in tutte le epoche, egli chiama la maggior parte degli uomini e delle donne ad essere santi e a servirlo nel mondo, nelle fabbriche e negli ospedali, nelle università, nello sport, in tutti gli ambienti dove si può svolgere un qualsiasi lavoro umano onesto.

2. “Cristo è davvero risorto!”. Davanti a questa notizia scompaiono le paure e i tentennamenti, che impediscono di trovare Gesù e di capire che vale la pena di dare la propria vita con lui per la salvezza del mondo! “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 20). Dio rispetta la nostra libertà e ha bisogno, vuole aver bisogno, di un aiuto sulla terra per farsi aprire il cuore degli uomini. Molti restano chiusi in se stessi perché pensano che Cristo sia una minaccia per la propria libertà, un ingombro nell’ansiosa ricerca della felicità; noi sappiamo, invece, che l’unica strada per essere veramente liberi e pienamente felici, adesso e per l’eternità, è quella di spalancare le porte del cuore a Cristo: “Mi hai chiamato, eccomi!” (1 Sam 3, 5).

So che tutti voi seguendo la formazione che vi viene offerta nei centri della Prelatura dell’“Opus Dei”, vi impegnate sul serio a cercare Cristo e ad amarlo attraverso i compiti che svolgete nella società umana. Voi conoscete la grande necessità che oggi c’è nella Chiesa di un profondo e vibrante rinnovamento spirituale. So anche di poter contare sulla disponibilità di tutti voi qui presenti ad essere ardenti collaboratori di tale rinnovamento. Non deludete questa fiducia del successore di Pietro; non deludete questa fiducia che Dio pone in voi!

3. Studiando e lavorando fianco a fianco con tanti vostri compagni, fatevi portatori di questo gioioso annuncio. Mediante l’amicizia aiutate tutti a scoprire la bellezza della fede in Cristo Gesù. Siate con le vostre vite un esempio attraente e sincero delle virtù cristiane senza escluderne nessuna, nemmeno quelle che spesso sono dimenticate o perfino ridicolizzate dalla cultura materialistica ed edonistica; che i vostri coetanei imparino da voi l’amabile esigenza della solidarietà, oggi così necessaria nel nostro mondo; dite con forza ai vostri amici e alle vostre amiche che siano fieri di vivere la purezza cristiana, che amino il dono mirabile della verginità; che accanto a voi apprezzino sempre di più il valore della temperanza e del distacco in un mondo votato al consumismo. Aiutate i vostri compagni ad avvicinarsi al sacramento della Riconciliazione per poter così gustare l’amore affettuoso di Gesù Nostro Signore e riceverlo nel dono dell’Eucaristia.

Anche quest’anno è finito il vostro soggiorno romano. Il Papa conta su di voi per l’estensione del regno di Dio, e si appoggia anche sulla vostra preghiera per il suo lavoro e per quello dei suoi collaboratori. Chiedete con perseveranza alla Madre del Risorto che il Signore continui a dare al successore di Pietro, ai pastori della Chiesa e a tutto il popolo di Dio la forza che scaturisce da questo evento pasquale.

“Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto”.

A tutti voi imparto la mia benedizione.

Deseo saludar ahora al numeroso grupo de chicos y chicas de lengua española, provenientes de diversos países, pero sobre todo de España.

La UNIV ‘90 os ha reunido en unas jornadas de estudio y reflexión sobre el tema “ Creatividad en la generación de los años noventa ”. Hoy mismo han culminado las celebraciones de los misterios pascuales. Ciertamente es Cristo resucitado quien transforma nuestra vida y nos hace hijos de Dios, al mismo tiempo que ayuda al hombre a ser plenamente hombre. Sólo desde esta realidad profunda es posible pensar en una creatividad que sea realmente fecunda y efectiva, en la medida en que cada ser humano dedica su vida al Señor, y al mismo tiempo trabaja por el bien de los demás.

Con cada uno de vosotros envío a vuestras familias y a los compañeros y compañeras de estudios mi afectuoso saludo.

Je salue cordialement les participants d’expression française à ce vingt-troisième Congrès universitaire international. Chers jeunes, en ce temps pascal, qui invite au renouveau, je vous souhaite de découvrir les voies nouvelles pour annoncer au monde d’aujourd’hui le message du Christ avec l’enthousiasme des premiers chrétiens. Le Seigneur est vraiment ressuscité. Il est vivant. Faites savoir à tous les jeunes qu’il est source de vie et de bonheur!

Einen herzlichen Gru richte ich am Ende des UNIV-Kongresses an alle Teilnehmer deutscher Sprache. Um Kreativität in der Generation der neunziger Jahre zu fördern, seid Ihr aufgerufen, das Leben in Politik, Wirtschaft und Gesellschaft mit moralischen Kategorien zu durchdringen, die einem lebendigen Glauben entspringen. Hierzu erteile ich Euch von Herzen meinen Apostolischen Segen.

To all the English-speaking students presents here I express my encouragement of your efforts to contribute to improving society in these last years of the second Millennium. In order to do this, you need to deepen your commitment to your Christian vocation. May this meeting in Rome fill you with a desire to follow Jesus ever more closely. I invoke upon you and your families the grace and peace of the Risen Lord.


“Essere insieme” come gli Apostoli

Ed ecco il testo delle parole pronunciate dal Santo Padre.

L’“Univ”, che ogni anno si raduna qui a Roma da tutto il mondo, è un insieme di studenti. Essi si lasciano vedere e si fanno anche sentire . . . Già nella prima giornata li abbiamo potuti sentire. E oggi, con questo incontro nel Cortile di San Damaso concludiamo, come è consuetudine, questo “Univ”.

Cosa vuol dire “Univ”? Significa “essere insieme” di studenti di diversi Paesi di tutto il mondo, di diverse lingue, di diverse culture, ma insieme. Essere insieme. Anche qui, in questo Cortile di San Damaso, siete tutti insieme. Così mi viene in mente lo stare insieme dei primi Dodici, quell’“essere insieme” che si compiva a Gerusalemme più o meno nello stesso momento in cui noi siamo qui, vuol dire il giorno di Pasqua, la sera di Pasqua, nel cenacolo. E sapete bene che Gesù è andato tra loro. Egli è andato verso i suoi discepoli per presentarsi loro, per presentare se stesso con le ferite della crocifissione, ma vivo, risorto, e per dire loro parole fondamentali. Innanzitutto li ha salutati: “Shalom!”. Un saluto di pace. Poi ha ripetuto quello che era il suo messaggio di tutti gli anni passati: il Padre mi ha inviato; anche io adesso vi invio nel mondo. E poi, scrive san Giovanni nel suo Vangelo, ha alitato su di loro. Ha alitato e ha detto: “ricevete lo Spirito Santo”.

Questo avvenimento corrisponde nel tempo al nostro “essere insieme”. È bene che ricordiamo quel primo essere insieme della comunità cristiana, della comunità apostolica e della presenza di Gesù tra gli apostoli, la presenza di Gesù che ha promesso loro: dove siete radunati nel mio nome io sono con voi.

Faccio riferimento a questo episodio importante del Vangelo di Giovanni perché esso corrisponde al momento che stiamo vivendo oggi e anche al nostro “stare insieme”. Perché questo vostro “essere insieme” è certamente nel nome di Gesù. Vi siete riuniti da tutto il mondo. Appartenete a popoli diversi, avete lingue e culture diverse. Siete studenti e questo vi unisce, professionalmente e anche come generazione - siete la generazione dei giovani -. Ma siete riuniti “nel nome di Gesù”. Per questo cercate sempre la Settimana santa e cercate questa Settimana a Roma per essere riuniti “nel nome di Gesù”.

Questo vuol dire “Univ”, ogni anno e in questo anno ‘90. Vi auguro che in questo incontro, in questo vostro “essere insieme” sia sempre presente Gesù che alita, che dà lo Spirito Santo - “Ricevete lo Spirito Santo” - e che invia, invia in missione. Come ha inviato gli apostoli, invia anche voi. Tutti siamo inviati, apostoli. Apostoli: questa è un’altra definizione dell’“essere cristiani”. E anche la finalità del nostro “essere insieme è quella di essere apostoli”, di andare individualmente o in gruppi - due o tre - e portare il suo messaggio, portare il Vangelo, portare Gesù.

Con questo riferimento evangelico voglio concludere il nostro incontro. Vi ringrazio per tutto. Mi avete fatto un grande regalo venendo qui e presentando i frutti delle diverse culture, di tutta la modernità cristiana e poi le ricchezze dei diversi popoli, delle diverse lingue, dei diversi canti, danze. Tutto questo mi piace ed è per me anche un regalo, posso dire, pasquale.

 

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