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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL CONSIGLIO INTERNAZIONALE
PER LA CATECHESI E AI SUPERIORI E OFFICIALI DELLA
CONGREGAZIONE PER IL CLERO

"CATECHESI PER VIVERE IN UN MONDO PLURALISTA E SECOLARIZZATO".

Venerdì, 28 settembre 1990

 

Signor Cardinale,
venerati fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio,
cari membri del Consiglio Internazionale per la catechesi!

1. Mi è grato esprimere un cordiale saluto a tutti voi: ai membri del Consiglio Internazionale per la catechesi (COINCAT) e ai superiori e officiali della Congregazione per il clero. Ringrazio in particolare il card. Antonio Innocenti per le parole ora pronunciate.

2. L'argomento, che avete cercato di approfondire in questa vostra Sessione plenaria, è quanto mai vitale: "Catechesi per vivere in un mondo pluralista e secolarizzato". Molto opportunamente voi vi preoccupate di conoscere la società nella quale viviamo, per trovare il linguaggio più adatto a trasmettere il perenne messaggio evangelico. Da ciò, infatti, dipendono, almeno in parte, il suo accoglimento e la sua efficacia. Tra le difficoltà che oggi incontra la catechesi, voi avete sottolineato il secolarismo e il pluralismo esasperato, caratteri tipici della cultura contemporanea. A causa, infatti, di una diffusa secolarizzazione, i cristiani possono giungere alla perdita della loro stessa identità, mentre il fenomeno del pluralismo, se non è ben compreso, attenta all'unità e all'integrità della fede e può infrangere la comunione all'interno della Chiesa. D'altra parte, entrambi i fenomeni - secolarità e pluralismo - portano in sé un potenziale di crescita e di maturazione della fede, se spingono a meglio riflettere sul fondamentale rapporto di Dio con il mondo. Ciò avviene quando la visione religiosa della vita si accompagna a una sana secolarità, quando la relazione tra pluralità di esperienze e adesione leale e incondizionata a Cristo viene sigillata con l'appartenenza amorosa, fedele e attiva, alla sua unica Chiesa.

3. Grazie, cari fratelli, per il prezioso contributo che, attraverso il Consiglio Internazionale per la catechesi, voi offrite alla formazione dei catechisti e degli operatori pastorali, con particolare attenzione alle nuove generazioni. E permettetemi ora di sottoporre alla vostra attenzione, sia pur brevemente, alcune considerazioni:

1.La verità della fede proposta dalla Chiesa e significata dalla seminagione evangelica deve tener conto dei diversi terreni: deve badare, cioè, alle domande e alle esigenze del mondo, non mediante una meccanica sovrapposizione del messaggio religioso, ma educando gli animi e stimolando l'apertura al mistero divino.

2.2) A evitare però attese illusorie e per non cedere a ingannevoli compromessi, il catechista, l'operatore pastorale e il missionario devono ripetere schiettamente con san Paolo: "Animati dallo stesso spirito di fede di cui sta scritto: ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo" (2 Cor 4, 13). Devono essere cioè pienamente consapevoli che annunciano la Parola, perché credono di aver qualcosa di vero e di valido da comunicare e cercano di trasmetterla in termini convincenti, mossi da uno spirito di rispetto e di amore evangelico, anche se l'altro non sembra ascoltare o resta indifferente. La stessa proposta di fede porta in sé la capacità di stimolare domande e di richiamare l'interiore attenzione degli interlocutori.

3.Inoltre, il mondo pluralista e secolarizzato, stanco di molte parole e più sensibile alla testimonianza personale, sembra essere particolarmente attento al linguaggio della carità, dell'accoglienza e della solidarietà, soprattutto verso i poveri e le categorie sociali più emarginate. La catechesi non può non tenerne conto. La catechesi non può ignorare che attraverso il servizio ai poveri e l'attenzione a ogni forma di emarginazione si annuncia concretamente l'amore di Dio e si introducono i credenti nel cuore stesso del messaggio evangelico. Esso è infatti parola di misericordia e di rinnovamento per ogni essere umano, è fermento efficace di riconciliazione e di solidarietà per tutta l'umanità.

4. Fratelli carissimi, siate ripieni di fiducia nel vostro talora faticoso lavoro, poiché Iddio è sempre fedele alle sue promesse. Siate perseveranti nella preghiera; i vostri occhi guardino alla celeste Madre del Redentore; ella, "modello dei catechisti", vi protegga e vi aiuti nella delicata missione che vi è stata affidata. Benedica il Signore largamente i risultati di questa vostra Assemblea plenaria e assista, in particolare, ognuno di voi e le comunità da cui ciascuno proviene. Con questi sentimenti imparto a tutti la mia benedizione apostolica.

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana 

      



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