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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MUSICISTI DELL’ORCHESTRA
«JEUNES DE LA MÉDITERRANÉE»

Cortile del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo - Mercoledì, 7 agosto 1991

 

Al termine di questa serata che avete organizzato, vi ringrazio, Signor Presidente, di avermi presentato, come avete fatto, l’Orchestra dei Giovani del Mediterraneo. Mi rivolgo al suo Direttore e ai suoi membri per esprimere la mia gratitudine per il piacere che ci hanno dato interpretando questi pezzi con l’entusiasmo e la generosità della loro giovinezza.

In altri tempi, Respighi aveva descritto con gioia i pini di Roma, Mendelssohn aveva affascinato i suoi contemporanei con gli accenti della sua focosa “Sinfonia italiana”, ma ecco che voi ci avete fatto passare per Palermo, evocata da Giuseppe Verdi, fino a Vienna e a San Pietroburgo, grazie alle opere di Ravel e Mussorgskij. Avete saputo tradurre musicalmente le parole di Ravel stesso a proposito del Valzer: “Nubi turbinanti lasciano intravedere con schiarite coppie che danzano il valzer. Si dissipano poco a poco: si distingue una sala immensa popolata di una folla roteante”.

La vostra formazione è un’orchestra “sinfonica” e questo aggettivo sottolinea una delle funzioni della musica. La “sinfonia”, nella quale i suoni si compongono in una sintesi armoniosa, vi permette di ritrovarvi, nell’amicizia e nel lavoro comune, anche se siete originari di Paesi di storie e culture molto diversi. Il Bacino mediterraneo, che circonda questo mare che gli antichi chiamavano “Mare nostrum”, è stato la culla di una civiltà che si è sviluppata avendo come origine tre grandi capitali, che furono Gerusalemme, Atene e Roma. Così, l’esistenza di un’“Orchestra dei Giovani del Mediterraneo” ricorda e favorisce dei legami che restano, e, se così si può dire, il “concerto delle nazioni”.

Con la musica, voi avete ricevuto dal Creatore un talento che vi invito quanto mai a coltivare. Penso a delle parole del mio predecessore, Papa Paolo VI, annotate da Jean Guitton: “La bellezza, come la verità, è ciò che riempie di gioia il cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le fa essere in comunione nell’ammirazione” (Jean Guitton, Dialoghi con Paolo VI, p. 253).

Chiedendo per voi l’intercessione di Santa Cecilia, patrona dei musicisti, prego l’Onnipotente di benedirvi e di darvi la forza e il coraggio di restare sempre dei messaggeri della sua luce e della sua gioia.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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