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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA E UNGHERIA
(13-20 AGOSTO 1991)

VI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA VEGLIA DI PREGHIERA A CZĘSTOCHOWA

Santuario di Jasna Gora
Mercoledì, 14 agosto 1991

 

In questa veglia di preghiera carica di una straordinaria intensità di sentimenti e di entusiasmo, vorrei fermare la vostra attenzione, carissimi giovani e carissime giovani, su tre parole-guida: - io sono (la parola) - mi ricordo - io veglio.

IO SONO

1. "Io sono": ecco il nome di Dio. Così rispose una voce, dal roveto ardente, a Mosè, quando domandava di sapere il nome a Dio. "Io sono Colui che sono" (Es 3, 14): con questo nome il Signore mandò Mosè ad Israele, schiavo in Egitto, e al faraone-oppressore: "Io-Sono mi ha mandato a voi" (Es 3, 14). Con questo nome Dio ha condotto il suo popolo eletto fuori dalla schiavitù, per concludere con Israele l’Alleanza: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me" (Es 20, 23).

"Io-Sono" - questo Nome è il fondamento dell’Antica Alleanza.

2. Esso costituisce anche il fondamento della Nuova Alleanza. Gesù Cristo dice agli Ebrei: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10, 30). "Prima che Abramo fosse, Io Sono" (Gv 8, 58). "Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono" (Gv 8, 28).

In mezzo a noi, che vegliamo, si è fermata la croce. Avete portato qui questa croce e l’avete innalzata al centro della nostra assemblea. In questa croce si è manifestato "sino alla fine" (cf. Gv 13, 1) il divino "Io-Sono" della Nuova ed Eterna Alleanza. "Dio . . . ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché (l’uomo) non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3, 16).

La croce, il segno di quell’ineffabile amore. Il segno che rivela che "Dio è amore" (cf. 1Gv 4,8).

Mentre si avvicinava la sera, prima del Sabato di Pasqua, Gesù fu tolto dalla croce e deposto nel sepolcro. Il terzo giorno si presentò risorto in mezzo ai suoi discepoli per dire a loro, che erano "stupiti e spaventati": "Pace a voi! . . . Sono proprio io!" (cf. Lc 24, 36-37,3 9): l’"Io-Sono" divino dell’Alleanza - del Mistero Pasquale - dell’Eucaristia.

3. L’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio, per poter esistere e poter dire al suo Creatore "io sono". In questo "io sono" umano vi è tutta la verità dell’esistenza e della coscienza. "Io sono" davanti a Te, che "Sei". Quando Dio domanda al primo uomo: "Dove sei?", Adamo risponde: "mi sono nascosto davanti a te" (cf. Gen 3, 9-10), quasi tentando di non essere davanti a Dio. Non puoi nasconderti, Adamo! Tu non puoi non essere davanti a Colui che ti ha creato, che ha fatto in modo che "tu sia", davanti a Colui "che scruta i cuori e sa" (cf. Rm 8, 27).

4. Siete giunti, cari Amici, a Jasna Gora, dove da molti anni viene cantato l’Inno: "Sono vicino a te". Il mondo che vi circonda, la civiltà moderna, ha influito molto a togliere quell’"Io Sono" divino dalla consapevolezza dell’uomo. Esso è proteso a vivere così, come se Dio non esistesse. Questo è il suo programma.

Se però Dio non c’è, tu, uomo, davvero potrai esserci?

Siete venuti qui, cari Amici, per ritrovare e confermare fino in fondo questa identità umana: "io sono", dinanzi all’"Io-Sono" di Dio. Guardate la croce sulla quale il divino "Io-Sono" significa "Amore". Guardate la croce e non dimenticate! Il "sono vicino a te" rimanga la parola chiave dell’intera vostra vita.

MI RICORDO

1. Mi ricordo. Sono vicino a Te - mi ricordo di Te. Accanto alla croce di Cristo - il primo simbolo della nostra veglia - è stata posta la Bibbia, la Sacra Scrittura, il Libro.

Non dimenticate le grandi opere di Dio (cf. Sal 78, 7). Guardatevi dal dimenticare il Signore (Dt 6, 12).

Non dimenticate la creazione. Non dimenticate la Redenzione: la Croce, la Risurrezione, l’Eucaristia, la Pentecoste. Tutte queste cose sono manifestazione dell’"Io-Sono" divino. Dio opera e Dio parla all’uomo: si rivela all’uomo fino all’intimo mistero della sua vita. "Dio . . . aveva . . . parlato molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato . . . per mezzo del Figlio" (Eb 1, 1-2).

La Sacra Scrittura, la Bibbia, è il libro delle opere di Dio e delle parole del Dio vivo. È un testo umano, ma scritto sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Egli stesso, lo Spirito, è pertanto il primo Autore della Scrittura.

2. Sono vicino a te. Mi ricordo di te. L’uomo è davanti a Dio, rimane presso Dio mediante l’azione del ricordare. In tal modo egli conserva le parole di Dio e le grandi opere di Dio, meditandole nel suo cuore come Maria di Nazaret. Prima che gli autori ispirati annotassero la verità della vita eterna rivelata in Gesù Cristo, tale verità era già stata annotata ed accolta dal Cuore della Madre sua (cf. Lc 2, 51). Maria ha fatto questo nel modo più profondo, divenendo essa stessa un "testo vivente" dei misteri divini.

Le parole "Sono vicino a te, mi ricordo di te" riguardano in maniera particolare Maria ancor più che i discepoli del Divin Maestro.

3. Siamo venuti qui, cari Amici, per partecipare al ricordo mariano delle grandi opere di Dio. Per partecipare alla memoria della Chiesa, che vive in religioso ascolto delle Scritture ispirate. Accostiamoci alla Sacra Scrittura, fonte d’ispirazione per noi stessi, in modo che essa sia fonte della nostra vita interiore. Scopriamo in essa, in maniera sempre nuova e sempre più piena, il meraviglioso ed inscrutabile mistero dell’"Io-Sono" divino.

Scopriamo anche il mistero del nostro "io sono" umano. Infatti anche l’uomo è un mistero. Il Concilio Vaticano II ha ricordato che "il mistero dell’uomo viene svelato pienamente soltanto in Gesù Cristo" (cf. Gaudium et spes, 22).

4. Chi non conosce la Sacra Scrittura, non conosce Cristo (cf. S. Girolamo, Comm. in Is. Prol.: PL 24, 17).

Partendo domani da qui, facciamo di tutto per conoscere sempre più profondamente Cristo. Sforziamoci di rimanere in contatto intimo con il Vangelo, con la parola del Dio vivo, con la Sacra Scrittura, per conoscere meglio anche noi stessi e per comprendere quale sia la nostra vocazione in Cristo, Verbo Incarnato.

IO VEGLIO

1. L’Icona della Madre di Dio. Theotokos.

Accanto alla croce e alla Bibbia c’è un’Icona: il terzo simbolo del nostro incontro di preghiera. A questo simbolo corrisponde la parola "veglio": io sono - mi ricordo - veglio. Le tre parole dell’appello di Jasna Gora, che da qui, durante le grandi lotte spirituali, raggiungeva tutta la terra abitata dai Polacchi. Io sono - mi ricordo - veglio. Le tre parole guida, che ci hanno aiutato. Parole del linguaggio, ma anche parole di grazia, espressione dello spirito umano e del soffio dello Spirito Santo.

2. Qui, a Jasna Gora, la parola "veglio" ha un contenuto mariano, corrispondente al significato dell’Icona della Madre di Dio. "Veglio", esprime l’atteggiamento della Madre. La sua vita e la sua vocazione si esprimono nel vegliare. Essa veglia sull’uomo sin dai primi attimi del suo esistere. Tale veglia si accompagna con la tristezza e con la gioia. "La donna quando partorisce è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione, per la gioia che è venuto al mondo un uomo" (Gv 16,21) - sono parole di Cristo stesso.

La veglia materna di Maria, quale esperienza imperscrutabile! Quale messaggio iscritto misteriosamente in un cuore femminile, che è vissuto esclusivamente di Dio! Davvero: "Grandi cose ha fatto in Lei il Signore, e Santo è il suo nome" (cf. Lc 1,49).

Rimangono nella nostra coscienza almeno questi due momenti: la notte di Betlemme e la "notte dello Spirito" sotto la croce del Figlio sul Golgota. E un altro momento ancora: il cenacolo di Gerusalemme nel giorno della Pentecoste, quando nasceva la Chiesa, quando la Chiesa entrava nel mondo, come un bambino che lascia il grembo della madre.

3. La Chiesa ha preso con sé questo vegliare materno di Maria, gli ha dato espressione in tanti santuari su tutta la terra. Vive ogni giorno per il dono di questa materna premura. Qui, in questa terra, in questo Paese in cui ci troviamo, le generazioni vivono con la consapevolezza che la Madre "veglia". Da qui, da Jasna Gora, Lei veglia su tutto il popolo, su tutti. Specialmente nei momenti difficili, tra le prove e i pericoli.

4. "Veglio" - questa espressione ha una sua etimologia rigorosamente evangelica. Quante volte Cristo ha detto: "vegliate" (cf. Mt 24,42; 25,13; 26,38.41; Mc 13,33.35.37; 14,34; Lc 21,36). "Vegliate, e pregate per non entrare in tentazione" (Mc 14,38). Tra tutti i discepoli di Cristo, Maria è la prima "che veglia". Occorre che noi impariamo da Lei a vegliare, che vegliamo con Lei: "Sono vicino a te - mi ricordo di te - veglio".

5. "Che cosa vuol dire: "veglio?"". Vuol dire: mi sforzo di essere un uomo di coscienza. Non soffoco questa coscienza e non la deformo; chiamo per nome il bene e il male, non li confondo; in me faccio crescere il bene e cerco di correggermi dal male, superandolo in me stesso. Questo è il problema fondamentale, che non si potrà mai sminuire, né spostare su un piano secondario. No! Esso è dappertutto e sempre un problema di primo piano. È tanto più importante quanto più numerose sono le circostanze, che sembrano favorire la nostra tolleranza del male e il fatto che facilmente ci assolviamo da esso, specie se così fanno gli altri . . .

"Veglio" vuol dire inoltre: vedo gli altri . . .

Veglio vuol dire: amore del prossimo; vuol dire: fondamentale solidarietà "interumana".

Ho già pronunciato queste parole una volta qui, a Jasna Gora, durante l’incontro con i giovani, nel 1983, anno particolarmente difficile per la Polonia.

Oggi le ripeto: "Sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio"!



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