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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PELLEGRINAGIO DI SIENA-COLLE
DI VAL D'ELSA-MONTALCINO

Aula Paolo VI - Sabato, 26 gennaio 1991

 

Venerati fratelli nell’Episcopato,
Carissimi fratelli e sorelle!

1. Sono lieto di accogliere, quest’oggi, voi tutti venuti da Siena per ricordare i dieci anni dalla mia visita nella vostra Città.

Saluto con affetto il vostro Arcivescovo, il carissimo Monsignor Gaetano Bonicelli, e con lui i Presuli residenti in Diocesi: il venerato Arcivescovo emerito Monsignor Mario Castellano e l’Arcivescovo Monsignor Bruno Torpigliani, che ha servito la Chiesa per lunghi anni come Nunzio apostolico. Saluto i sacerdoti e i religiosi presenti, le religiose e i laici operanti in tutte le vive articolazioni della vostra Comunità diocesana: le parrocchie, perno indispensabile di una pastorale aperta a tutti; l’Azione Cattolica, i gruppi, i movimenti, le associazioni, le “Misericordie”, le Compagnie laicali, le sezioni della “Caritas” e i molti altri gruppi di volontariato, che con il loro dinamismo apostolico arricchiscono l’esperienza cristiana nella vostra terra. Un pensiero particolare agli ammalati e ai sofferenti, associati in modo più stretto al mistero della passione e risurrezione di Cristo.

Rivolgo, poi, un deferente pensiero ai vari rappresentanti delle civiche Amministrazioni, al Signor Prefetto, al Rettore Magnifico dell’Università, agli esponenti dei settori economici e culturali della Città, nonché al Magistrato delle ben note Contrade senesi. A tutti il mio cordiale benvenuto! Grazie di cuore per aver voluto partecipare a questo significativo appuntamento ecclesiale.

2. È sempre vivo in me il ricordo del pellegrinaggio apostolico a Siena, il 14 settembre del 1980, che mi ha offerto l’occasione di rendere omaggio a due grandi santi vostri conterranei: Santa Caterina da Siena, nel 600 anniversario della morte e San Bernardino da Siena, nel 600 anniversario della nascita. Quale felice coincidenza: una santa se ne va suscitando un altro santo!

Caterina, proclamata dai miei predecessori Pio XII e Paolo VI rispettivamente Patrona d’Italia e Dottore della Chiesa, ha legato, come pochi, il suo nome e la sua opera alla difesa del Papa, alla causa dell’unità e della pace nella Chiesa e nella società del suo tempo. Coll’esempio, la preghiera, la forza d’animo e la libertà nel servizio della verità ha scritto pagine memorabili di storia cristiana. Quanto mai attuale è il suo messaggio di riconciliazione e di pace.

Tocca a voi, carissimi fratelli e sorelle, accoglierne per primi l’eredità spirituale, specialmente in questi tempi che esigono dai credenti passione e fedeltà. Vivete in pienezza la vostra vocazione, proiettando lo sguardo sulle numerose sfide che si levano oggi nei confronti del Vangelo.

Crescete soprattutto nella consapevolezza del mandato missionario affidato all’intera vostra Comunità diocesana, sorta dalla recente fusione delle Diocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino. L’allargamento dei confini non le ha tolto quella dimensione umana che permette di potersi conoscere, facilitando l’intesa e la collaborazione. Non sfugga, però, a nessuno che la comunione nella Chiesa, prima di essere un risultato della buona volontà umana, è dono di Dio, partecipato direttamente dalla Santissima Trinità. Ispirate, dunque, senza stancarvi voi stessi e la vostra azione all’altissimo modello trinitario, di cui parla mirabilmente e a più riprese la Santa senese.

3. In questa circostanza voi intendete, inoltre, ricordare il 750 anniversario dell’attività della gloriosa Università di Siena. Fin dal suo sorgere, come è noto, essa fu strettamente legata al Vescovo, al Capitolo della Cattedrale e alla Chiesa della Sapienza concessa da Papa Nicolò V quale prima sede stabile. Decisivi furono per la sua esistenza gli interventi di altri Pontefici: di Pio II, di Sisto IV e di Giovanni XXI, uno dei primi ricercatori e maestri dell’Ateneo. Sono lieto di poter rendere omaggio a tale alta Istituzione culturale.

La Chiesa guarda con incessante interesse al mondo della cultura e nelle mie visite pastorali desidero sempre incontrarmi con studiosi e studenti, convinto, anche per esperienza personale, di quanto sia importante la ricerca scientifica. Auspico che, fedele alla sua vocazione, la vostra Università, all’interno della quale nel corso dei secoli si è sviluppato un notevole fervore accademico, riesca ad offrire un valido apporto al progresso del pensiero umano, mettendo in luce le radici cristiane e umanistiche che sono alla base della cultura europea e, in particolare, di quella italiana.

4. Vorrei accennare, poi, ad un altro avvenimento, la cui preparazione vi coinvolge tutti: mi riferisco al 22 Congresso Eucaristico Nazionale, che si concluderà a Siena nel giugno del 1994.

Da esso si attende molto la Chiesa italiana, impegnata nella ricerca di vie sempre più efficaci per una rinnovata evangelizzazione in questo ultimo scorcio del secolo XX. Nel cuore, infatti, degli anni ‘90, segnati dal piano pastorale “Evangelizzazione e testimonianza della carità”, il Congresso richiamerà con forza l’intrinseco rapporto tra comunione e missione, invitando tutti a guardare a Cristo, Signore e Maestro.

Il tema: “Eucaristia: dalla comunione al servizio”, parte proprio dall’esempio di Gesù.

Se, tuttavia, il Congresso Eucaristico Nazionale interessa la Comunità ecclesiale italiana nel suo insieme, appare ben chiaro che esso riguarda innanzitutto la vostra Diocesi. Prepararsi, così, a tale straordinario evento spirituale costituisce per voi un’occasione preziosa per crescere nella sempre più auspicata comunione tra le diverse Circoscrizioni ecclesiastiche confluite nell’unica diocesi di Siena. Impegno, questo, che spetta soprattutto ai sacerdoti, ministri dell’Eucaristia, ai quali è affidato l’incommensurabile patrimonio di dottrina e di santità della Chiesa. Non cedete mai, carissimi fratelli, alle pur comprensibili tentazioni di stanchezza e di scoraggiamento. Riconoscenti al Signore per la fiducia che vi ha mostrato, siate generosi nell’operare per la causa del Vangelo, ed educate i fedeli a ricorrere quanto più spesso possibile alla sorgente inesauribile del Mistero eucaristico.

5. Non posso concludere queste brevi riflessioni senza far cenno al preoccupante conflitto in corso nella zona del Golfo Persico e alle vittime umane dei combattimenti. Invito ciascuno di voi a continuare a pregare perché cessino la violenza e la guerra. Vi invito ad invocare con fiducia Maria, Regina della Pace.

Affidiamo a Colei, che a giusto titolo voi chiamate Regina di Siena, anche le attese e le speranze della vostra città e dell’intera comunità diocesana.

Possa la sua materna protezione accompagnarvi sempre ed ottenga per il mondo il dono prezioso della pace.

Con questi sentimenti, tutti vi benedico.

 

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