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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(1°-9 GIUGNO 1991)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI DOPO LA RECITA DEL ROSARIO

Cattedrale di Koszalin - Sabato, 1° giugno 1991

 

Lodiamo Cristo qui, in questo tempio, che è in quanto cattedrale, la madre di tutte le chiese della vostra diocesi di Koszalin-Kolobrzeg. Ricordo che nei primi mesi dopo l’erezione canonica della diocesi mi è stato dato di celebrare la Santa Messa qui, insieme al vostro vescovo, presso questo altare. Oggi penso agli anni che sono passati: non sono solo passato ma sono anche una creazione, creazione dalle fondamenta stesse della Chiesa diocesana. Desidero salutare in modo particolare tutti coloro che hanno contribuito a questa opera, desidero dire loro “Dio ve ne renda merito”, iniziando da coloro che sono originari di queste terre come coloro che qui sono giunti da diverse regioni, e hanno creato nuovi ambiti, nuove comunità, nuove parrocchie, coloro che hanno creato nuove chiese, e che anche nel presente ne creano e ne costruiscono. È un processo continuo che non dura da molto tempo ma quanti frutti ha già portato!

Per questo lavoro desidero in modo particolare salutare i sacerdoti, insieme al vostro Vescovo, pastore di questa diocesi e ai due suoi collaboratori. Desidero salutare i sacerdoti sia coloro che sono giunti da fuori nel passato e che continuano a giungere da diverse diocesi polacche, come un “Fidei donum” sui generis, così come tutti coloro che si sono formati qui, che sono già di qui, sono di Koszalin. Gioisco insieme a voi per questa fertilità che nella terra di Dio della vostra Chiesa si è rivelata in modo particolare e porta frutti.

Mi rivolgo anche cordialmente alle congregazioni religiose, sia quelle maschili che in larga misura condividono il lavoro pastorale con i sacerdoti diocesani, come quelle femminili, che qui in questa cattedrale sono presenti in modo particolarmente numeroso. Vi ringrazio per la testimonianza di vita evangelica, per la testimonianza escatologica che è contemporaneamente molto legata alla contemporaneità, al presente. Essa crea continuamente il vostro presente umano e cristiano, il nostro oggi indirizzato verso i nostri destini eterni in Dio, essa crea tutto ciò in Cristo. Siete, come spose di Cristo chiamate a ciò in modo particolare, questo è il vostro carisma. Che Dio benedica il vostro lavoro.

Abbiamo pregato insieme recitando il Rosario. Questo Rosario sulle onde della Radio Vaticana è stato trasmesso in tutto il mondo, in qualunque luogo questa Radio Vaticana arrivi e sicuramente è stato recitato contemporaneamente a noi in molte altre lingue. Sono molto contento che questo Rosario, in ambito universale abbia dato anche una espressione universale del legame ecclesiale della vostra chiesa di Koszalin-Kolobrzeg. Siete in questa grande comunità del popolo di Dio, in questa grande comunità di Chiesa, che in tutto il mondo formano un’unica Chiesa, un’unica Chiesa di Cristo, un’unica Chiesa apostolica e cattolica, una Chiesa Santa. Questa comunità attraverso voi si è arricchita e si arricchisce sempre e voi contemporaneamente attingendo da questa comunità vi arricchite e maturate. Questa è la legge della vita della Chiesa, questa è la legge della comunione; e la più alta sorgente di questa legge è un Dio, che è comunione, comunione di Persone, nell’unità della Divinità.

Questo è il modello più alto, e contemporaneamente la sorgente più profonda della nostra vita cristiana, della nostra vita ecclesiale, del nostro essere Chiesa. Ora desidero impartire a tutti la benedizione, sia a coloro che sono raccolti qui nella cattedrale e all’esterno, intorno alla cattedrale, così come a tutti i partecipanti a questo Rosario che tradizionalmente il Papa recita nel primo sabato del mese alla Radio Vaticana, a tutti coloro che si uniscono a Lui in tutto il mondo.



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