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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PELLEGRINAGGIO DELL'ARCIDIOCESI
DI FERRARA-COMACCHIO

Sabato, 2 marzo 1991

 

Venerati fratelli nell’Episcopato,
signori Sindaci ed autorità civili di Ferrara,
cari Sacerdoti, Religiosi e Laici dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio!

1. Sono vivamente grato a tutti voi per questo significativo incontro con il quale intendete restituirmi la visita che ho avuto la gioia di compiere alla vostra Città, a Pomposa, a Comacchio, ad Argenta, nello scorso mese di settembre.

Saluto l’Arcivescovo Monsignor Luigi Maverna, e lo ringrazio per l’accurata preparazione spirituale con cui ha disposto la comunità ferrarese a quegli incontri che porto ancora nel cuore.

Saluto l’Arcivescovo di Ravenna, Monsignor Luigi Amaducci, al quale va il mio augurio per il suo ministero, da poco iniziato, come Pastore dell’illustre Chiesa ravennate, nel cui territorio sta la parrocchia di Argenta, nota per il sacrificio di Don Minzoni. Mi è caro rivolgere un pensiero all’Arcivescovo emerito di Ravenna, Monsignor Ersilio Tonini, al quale mi lega una spirituale gratitudine per gli esercizi spirituali che egli ha predicato in Vaticano all’inizio di questa Quaresima.

Saluto tutti voi, Signori che rappresentate l’Autorità civile del territorio ferrarese e ravennate, e desidero esprimervi ancora una volta il mio “grazie” per le iniziative da voi intraprese in occasione della mia visita.

Grazie a tutta la popolazione di Ferrara, di Pomposa, di Comacchio e di Argenta, che mi hanno accolto così generosamente e calorosamente.

Ricordo con profondo sentimento di affetto le vostre Chiese, comunità di testimonianza, comunità d’avanguardia, che predicano il Cristo in una società tutta protesa e coinvolta nel fervido dinamismo sociale odierno, profondamente impegnate a cercare risposte valide e credibili agli interrogativi religiosi fondamentali dell’uomo.

2. Voi tutti conoscete quanto sia difficile far ritornare l’uomo al pensiero di Dio. È difficile quando si vive immersi in culture che per motivazioni ideologiche o pratiche producono una società troppo irretita nella realtà terrena. Di qui una certa reazione contro la religione e la fede. Di qui quella conoscenza scarsa del messaggio del Vangelo e della Chiesa, che nasconde, piuttosto che esaltare, il vero volto di Dio. In questo contesto di distanza e separazione da Cristo deriva uno stile di vita che non facilita la piena libertà di pensare e di decidere, e limita la vera libertà interiore.

Queste sono le circostanze che rendono difficile e faticoso il ministero delle vostre Chiese e non di rado generano un certo scoraggiamento tra i vostri pastori o tra i fedeli impegnati nella diffusione della parola di Dio.

3. La Chiesa conosce queste circostanze, segue le vostre esperienze. Essa non cessa, tuttavia, di annunciare che l’uomo ha ricevuto da Dio le doti di intelligenza e di libertà che lo costituiscono padrone dei suoi atti. Essa ricorda sempre che ogni persona è chiamata a comunicare con Dio stesso nella qualità di figlio e a partecipare alla sua stessa felicità. La Chiesa sa, perché è esperta dell’animo umano, che se manca la base religiosa e la speranza della vita eterna, la dignità umana viene lesa in maniera grave, mentre ricorda a tutti che gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore rimangono senza soluzione se non si riconosce la voce di Dio (cf. Gaudium et spes, 21).

4. Di fronte a problemi connessi con un vasto abbandono della fede da parte di molti, occorre una risposta unitaria della pastorale. Non si devono disperdere energie, non ci si può avventurare in esperienze pastorali prive di sufficienti garanzie.

Ogni Chiesa particolare in sé e nel suo presbiterio, nel suo laicato ed in tutte le forze disponibili che provengono da Famiglie religiose e da gruppi di Apostolato, deve conoscere le esigenze dei tempi, deve valutare ciò che è specifico del proprio ambiente sociale, ma deve farlo in concordanza di intenti ed in unità d’azione.

Occorrerà partire insieme da ciò che risulta più urgente e necessario. Tenete conto che se la vostra società appare religiosamente indifferente e secolarizzata, essa è tuttavia ricca di fermenti carichi di promesse e di doni, che fioriscono specialmente in tanti giovani. Voi potete riscontrare, e lo fate con gioiosa speranza, che specialmente le giovani generazioni si aprono ad una sincera ricerca della verità su Dio e su tutto ciò che costituisce il nocciolo essenziale della fede in Cristo. Essi, i giovani, sono alla ricerca del senso dell’esistenza, desiderano fondare il loro progetto di vita su proposte ideali, ispirate al Vangelo e fortemente coerenti con la parola di Cristo.

Sappiate rispondere adeguatamente a questa istanza, nella prospettiva esaltante della nuova evangelizzazione. Ripeto ancora a tutti voi quanto ho detto nella vostra Cattedrale: “La nuova evangelizzazione che il mondo attende consiste proprio nel ripresentare con autenticità la fonte viva della parola divina... la parola della fede approfondita nella meditazione e nello studio, assimilata nella preghiera, incarnata in una vita santa, che s’ispira al modello di Cristo” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio ad presbyteros in cathedrali templo ferrarensi habita, 4, die 23 sept. 1990: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIII/2 [1990] 714).

Questo può attuarsi mediante la catechesi e la predicazione: ma l’incremento pieno del ministero della parola troverà l’efficacia della grazia se ci sarà comunione di ministero tra presbiteri, religiosi e laici, se ci sarà sintonia con il Vescovo e con le linee maestre della Chiesa universale. L’unità operativa nella pastorale sia quindi la regola che dà forza a tutti, al Presbiterio, alle Comunità religiose, all’Azione Cattolica, alle Famiglie.

5. Affido il vostro lavoro e la vita della vostra Chiesa alla protezione della Vergine Maria. Voi La invocate costantemente e con affetto nella Cattedrale della città di Ferrara sotto il titolo della Madonna delle Grazie, ed in Comacchio con il nome di “Madonna del Popolo”. Sia la Madre del Redentore Colei che vi accompagna e vi conforta nel cammino impegnativo della vostra Chiesa.

Con questi pensieri rinnovo a tutti voi la mia benedizione apostolica, che volentieri estendo alle vostre Parrocchie, alle Associazioni di Azione Cattolica, alle Famiglie, con particolare pensiero verso i malati e i sofferenti e verso tutti i giovani delle care Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e di Ravenna.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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