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ALLOCUZIONE DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE
SULLA NUTRIZIONE*

Sabato, 5 dicembre 1992

 

Signor Presidente,
Direttori generali, Ministri,
Rappresentanti permanenti,
Signore e Signori,

1. Ho accolto con viva soddisfazione il vostro invito a prendere la parola in occasione dell'apertura della Conferenza Internazionale sulla Nutrizione che riunisce le più alte autorità mondiali di un settore così importante. Venite da paesi molto diversi e anche le vostre culture sono molto diverse, ma, essenzialmente, è lo stesso impegno che, ogni giorno, vi mobilita affinché ogni essere umano goda di un livello di vita più conforme alla sua dignità di persona: in una simile circostanza, sono certo che non mancherete di fare progressi insieme in questo senso. Vorrei rendere omaggio alle due grandi Organizzazioni intergovernative che hanno preso questa iniziativa e che la porteranno a compimento grazie agli sforzi comuni e all'esperienza acquisita al servizio dell'umanità: l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'impegno personale dei loro Direttori generali, il sig. Saouma e il sig. Nakajima, è il primo segno della volontà comune di non rendere questa Conferenza una manifestazione formale, ma l'inizio di un'azione rinnovata e più vigorosa, ispirata dal motto delle due Organizzazioni: «Alimentazione per tutti» e «Salute per tutti.» Grazie al dinamismo delle vostre Organizzazioni, l'alimentazione e la salute sono diventate priorità per la Comunità internazionale che cerca di fare in modo che nessuno ne venga privato. La Chiesa non smetterà mai di mostrare simpatia per questi sforzi, di sostenerli con la parola e l'azione, fedele all'insegnamento del suo fondatore, Lui che, davanti alla moltitudine affamata ha dato prova di una generosa compassione (cfr. Mt 15, 32).

2. Con le sue argomentazioni, la vostra Conferenza ricorda che la nutrizione, sia che si tratti dell'approvvigionamento o delle condizioni sanitarie, costituisce un elemento fondamentale nella vita di ogni individuo, di ogni gruppo, di ogni popolo della terra. Ma la Conferenza sottolinea che, nonostante gli sforzi compiuti dalla Comunità internazionale, esistono ostacoli e squilibri - e spesso si aggravano - che impediscono a milioni di uomini e donne di provvedere adeguatamente alla loro nutrizione. E' un grave monito per la coscienza comune dell'umanità. Le moltitudini prive di una nutrizione adeguata e sana, anche a rischio della propria vita, contano oggi sul vostro lavoro affinché vengano decisi interventi coraggiosi con lo scopo di allontanare dall'umanità lo spettro della fame e della malnutrizione. Questi fratelli e sorelle vi chiedono di considerare come un dovere di giustizia il vostro impegno deciso sulla via di una solidarietà sempre più attiva. Questo impegno è il solo mezzo affinché tutti possano dividersi equamente i beni della creazione. Da questa Conferenza si aspettano che i richiami etici necessari conducano a risoluzioni che acquistano forza giuridica, in conformità al diritto internazionale. Dovete sentire le grida di dolore di milioni di persone di fronte allo scandalo provocato dal «paradosso dell'abbondanza» che costituisce il principale ostacolo alla soluzione del problema della nutrizione dell'umanità. La produzione alimentare mondiale - lo sapete bene - è sufficientemente abbondante per soddisfare pienamente le necessità di una popolazione anche in aumento, a condizione che le risorse che possono consentire una nutrizione adeguata siano suddivise in funzione delle necessità reali. Non posso fare altro che sottoscrivere i termini che aprono il vostro progetto di Dichiarazione mondiale sulla nutrizione: «La fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che dispone di conoscenze e risorse destinate a mettere fine a questa catastrofe umana» (n. 1). Tuttavia il paradosso continua a causare tutti i giorni conseguenze drammatiche: da un lato siamo impressionati dalle immagini di una parte di umanità condannata a morire di fame a causa di calamità naturali sempre più gravi, di disastri provocati dall'uomo, di ostacoli alla distribuzione delle risorse alimentari, di restrizioni imposte al commercio delle produzioni locali che privano i paesi più poveri dei benefici del mercato; dall'altro assistiamo alla negazione della solidarietà: la distruzione di interi raccolti, le esigenze egoistiche che gli attuali modelli economici comportano, il rifiuto al trasferimento di tecnologie, le condizioni poste alla concessione di aiuti alimentari, anche nel caso in cui l'urgenza è evidente. Le cause e gli effetti di questo paradosso, con i loro molteplici elementi contraddittori, sono ancora una volta posti alla vostra attenzione nell'ambito di questa Conferenza: basta ricordare alcuni fatti inaccettabili: la fame provoca ogni giorno la morte di migliaia di bambini, di persone anziane e di individui appartenenti alle categorie più vulnerabili; una parte considerevole della popolazione mondiale non è in grado di procurarsi ogni giorno la quantità indispensabile di cibo; sulle moltitudini pesano gravemente la povertà, l'ignoranza e condizioni politiche che obbligano migliaia di loro a lasciare le proprie case per andare alla ricerca di una terra dove possano trovare di che nutrirsi.

3. Oggi, Signore e Signori, le vostre responsabilità sono notevoli. La Conferenza internazionale sulla Nutrizione, dopo ricerche approfondite, presenterà alla comunità internazionale una chiara analisi della situazione nutrizionale e sanitaria nel mondo, proporrà anche un quadro giuridico e politico per gli interventi necessari e realizzabili concretamente. Grazie a questa Conferenza, tutta l'umanità potrà sapere ciò che i Governi e le Istituzioni internazionali decideranno di fare per agire efficacemente a favore dei più poveri. Per voi si tratta di mettere sotto una nuova luce il diritto fondamentale alla nutrizione, che appartiene a ogni persona umana. La Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo affermava già il diritto di mangiare a sufficienza. Si deve ora assicurare a tutti, in applicazione di questo diritto, la possibilità di nutrirsi, la sicurezza alimentare, un'alimentazione sana, una formazione alle tecniche della nutrizione. In breve, è necessario che tutti godano di condizioni di vita personali e comunitarie che permettano il pieno sviluppo di ogni essere umano, in ogni momento della sua esistenza. Molto spesso situazioni in cui manca la pace, in cui la giustizia viene schernita, in cui l'ambiente naturale viene distrutto, mettono popolazioni intere nel grave pericolo di non poter soddisfare i bisogni alimentari primari. Non bisogna che le guerre tra le nazioni e i conflitti interni condannino civili indifesi a morire di fame per motivi egoistici o di parte. In questi casi, si devono garantire in ogni modo gli aiuti alimentari e sanitari ed eliminare tutti gli ostacoli, compresi quelli che si giustificano con il ricorso arbitrario al principio della non ingerenza negli affari interni di un paese. La coscienza dell'umanità, ormai sostenuta dalle disposizioni del diritto internazionale umanitario, chiede che sia reso obbligatorio l'intervento umanitario nelle situazioni che compromettono gravemente la sopravvivenza di popoli e di interi gruppi etnici: è un dovere per le nazioni e la comunità internazionale, come lo ricordano gli orientamenti proposti durante questa Conferenza.

4. Oggi l'umanità si rende conto che il problema della fame non potrà essere risolto sul piano locale, ma soltanto grazie a uno sviluppo globale. L'accesso a risorse disponibili deve essere garantito; la formazione dei meno privilegiati e la loro condivisione delle responsabilità devono essere garantite. Per raggiungere questi obiettivi è sempre più necessario che si diffonda una concezione dei rapporti economici che superi le divisioni esistenti tra i paesi e che sia fondata su una vera solidarietà e sulla ripartizione delle risorse e dei beni prodotti. Per quanto riguarda le risorse alimentari, si deve insistere sulla necessità non tanto di aumentare globalmente la produzione, ma di assicurarne la distribuzione effettiva, privilegiando le zone a rischio. E' importante anche che le popolazioni sulle quali pesano gli effetti della malnutrizione e della fame possano ricevere un'istruzione che le prepari a provvedere da sole a un'alimentazione sana e sufficiente. La Dichiarazione e il Progetto che la vostra Conferenza è chiamata ad approvare pongono il nucleo famigliare al centro di questo programma per l'educazione e la formazione. Ne prendo atto con soddisfazione. E' anche giusto affermare che è impossibile prendere in esame una seria educazione alla nutrizione e più in generale preparare un mondo nel quale saranno eliminate le divisioni e le sofferenze attuali, senza l'impegno preso in comune di riconoscere alla famiglia e ai suoi membri i loro diritti e di garantire i mezzi indispensabili per rafforzare il loro ruolo essenziale nella società. A proposito della nutrizione, si penserà a sostenere meglio le donne, per i loro compiti che diventano fondamentali nelle regioni rurali a rischio dal punto di vista alimentare: la donna è madre ed educatrice, agente economico e principale responsabile della gestione domestica. Si porrà anche particolare attenzione ai bambini, per proteggere il loro diritto fondamentale alla vita e alla nutrizione, diritto che è stato recentemente proclamato dalla «Convenzione sui Diritti del Bambino». Non si può nemmeno evitare di riconoscere il diritto della coppia a decidere sulla procreazione e sui tempi delle nascite. E' chiaro che soltanto condizioni di vita che allontanino, per milioni di persone, le forme estreme della povertà possono favorire una maternità e una paternità responsabili e garantire il libero esercizio di questo diritto fondamentale della coppia.

5. La Chiesa, come sapete, quando compie la sua missione di annunciare la «Buona Novella a tutte le nazioni», desidera essere particolarmente vicina all'umanità sofferente, povera e affamata. Non è compito suo proporre soluzioni tecniche, ma è sempre disposta a sostenere con tutte le forze coloro che lavorano per rafforzare la solidarietà internazionale e promuovere la giustizia tra i popoli. Da parte sua, la Chiesa lo fa proclamando che la legge dell'amore di Dio e del prossimo è il fondamento della vita sociale. Essa si rende conto anche che «il suo messaggio sociale troverà credibilità nella testimonianza delle opere» (Centesimus Annus, n. 57). Cercando di agire secondo la legge dell'amore, le sue istituzioni e le diverse organizzazioni prendono numerose iniziative per mettersi direttamente al servizio dei poveri, degli affamati, dei malati, di quelli «più piccoli» che sono i prediletti da Dio. Non possiamo dimenticare che al termine della storia dovremo rispondere, davanti al Signore, delle nostre azioni per il bene dei fratelli (cfr. Mt 25, 31-46).

Ecco perché il Papa vi chiede, a voi che partecipate alla Conferenza internazionale sulla Nutrizione, di operare affinché a nessuno vengano rifiutati il pane quotidiano e le cure necessarie alla salute. E' necessario dunque superare i calcoli e gli interessi di parte; bisogna sostenere e sviluppare le iniziative dell'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura e dell'Organizzazione mondiale della Salute destinate a garantire un minimo nutrizionale a tutti i popoli del pianeta. Attraverso un tale impegno, si potrà dare al Progetto di azione di questa Conferenza l'autorità necessaria affinché siano messi in pratica i principi della Dichiarazione mondiale sulla Nutrizione.

E' necessario soprattutto che, dovunque, gli Stati, le Organizzazioni intergovernative, le istituzioni umanitarie e le associazioni private siano convinti che nessun criterio politico o nessuna legge economica possono permettersi di attentare all'uomo, alla sua vita, alla sua dignità, alla sua libertà.

Tutti i popoli devono imparare a condividere la vita degli altri popoli, a mettere in comune le risorse della terra che il Creatore ha affidato all'umanità intera.

In questo spirito, formulo i miei fervidi auguri per il successo dei lavori e invoco la Benedizione dell'Altissimo su di voi e su tutti i popoli della terra.


*L'Osservatore Romano 6.12.1992 p.4, 5.

 

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