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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA BASILICATA
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Sabato, 4 gennaio 1992

 

1. “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60, 1). Queste parole del Libro di Isaia, che saranno proclamate dopodomani nella solenne liturgia dell’Epifania del Signore, costituiscono un annuncio di profondo rinnovamento religioso e un invito a vivere nella gioia il Mistero del Natale. Venerati fratelli nell’Episcopato, ricevendovi ora insieme dopo aver avuto l’opportunità di incontrarvi singolarmente, sono lieto di poter condividere con voi questo intimo gaudio spirituale. Saluto ciascuno di voi con stima e affetto nel nome di Cristo, “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9), e sono contento che questa vostra Visita “ad limina” si svolga nel clima festoso del tempo natalizio e all’alba del nuovo Anno. Auguro di cuore che il 1992 sia per voi e per l’intero popolo della Lucania, popolo accogliente e solerte, un anno di serenità e di pace. Ringrazio per le cordiali espressioni che mi ha rivolto, a nome di voi tutti, il carissimo Mons. Giuseppe Vairo, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, e Presidente della vostra Conferenza Episcopale. Ho ancora vivo nello spirito il ricordo dei miei pellegrinaggi nella vostra Terra. Conservo nel cuore le immagini di dolore e di preoccupazione provocate dal grave sisma del 1980, e le testimonianze di impegno e di speranza con cui la Basilicata mi si è presentata il 28 e il 29 aprile dello scorso anno. Vorrei far giungere, in questo momento, un cordiale e grato pensiero a ogni Comunità a voi affidata. Saluto soprattutto i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i Laici attivamente impegnati nell’apostolato e coloro che, a vario titolo, si prodigano al servizio dell’evangelizzazione.

2. Le Feste natalizie ci spingono a meditare in maniera più sentita sul Mistero dell’Incarnazione: Dio si è fatto uomo per l’intera umanità e tutti gli esseri umani sono chiamati a riconoscerlo e ad accoglierlo. Ben consci di questa verità, che costituisce il nucleo fondamentale e perenne del messaggio salvifico, voi, carissimi fratelli, vi sforzate a condurre la vostra gente a una sempre più matura consapevolezza della vocazione e missione cristiana. In ogni vostra Diocesi, infatti, le Assemblee sinodali, da poco concluse o tuttora in corso, non mirano forse ad approfondire nei credenti tale coscienza missionaria? Ognuno deve fare propri, nel nome di Cristo, l’impegno e la fatica dell’evangelizzazione, divenendo protagonista di questa nuova fase della presenza della Chiesa in Italia. “È compito urgente della Chiesa - ha ricordato nella Dichiarazione conclusiva la recente Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi - offrire nuovamente agli uomini e alle donne dell’Europa il messaggio liberante del Vangelo”. Perché ciò avvenga è richiesta la collaborazione di tutti. Occorre che il Vangelo, vissuto integralmente e proclamato con coraggio, sia offerto ovunque, ai singoli e alle Comunità. La nuova evangelizzazione attinge fedelmente “all’inesauribile tesoro della rivelazione compiuta una volta per sempre in Gesù Cristo” (Dichiarazione del Sinodo dei Vescovi per l’Europa), e ridesta negli uomini, talora affaticati dalle preoccupazioni quotidiane, il desiderio di “andare in cerca” di questo dono inestimabile. Chi lo trova, infatti, sicuramente va, vende tutti i suoi averi e lo compra (cf. Mt 13, 45-46).

3. Quanto grande, pertanto, è la responsabilità di ogni battezzato! Nelle vostre Diocesi, nelle quali state compiendo in questo periodo una visita pastorale, come prolungamento della mia visita dello scorso anno, non stancatevi di ripetere che è necessario incontrare personalmente Cristo vivo in mezzo a noi; bisogna conformarsi a Lui, aderendo integralmente al suo Vangelo e alle esigenze morali che da esso scaturiscono. Nella vostra Regione si avverte la necessità di “un nuovo stile di fare Chiesa” che sappia rispondere, in maniera adeguata, alle numerose sfide dell’epoca attuale. Sia vostra cura educare il popolo di Dio a una fede matura che lo renda pronto e disponibile a costruire una società a dimensione d’uomo, superando le tentazioni dell’individualismo e del settorialismo. Vi incoraggio ad andare avanti in tale direzione, a camminare uniti, ricercando insieme le vie migliori per recare ai vostri fratelli lucani il Vangelo della speranza e della carità.

4. Nel corso del mio viaggio apostolico, come pure negli incontri di questi giorni, ho potuto constatare con ammirazione la convergenza d’intenti e la comune volontà missionaria che vi anima. Non mi è stato purtroppo possibile recarmi, come sarebbe stato mio desiderio, in tutte e sei le Diocesi della Lucania. Le ho, però, tenute ben presenti nel mio spirito e ho apprezzato la vitalità delle vostre popolazioni. Mi ha colpito il loro desiderio di fedeltà a Cristo e al Successore di Pietro. Mi sono reso conto di quanto importante sia il ruolo che voi, riuniti nella vostra Conferenza Episcopale, siete chiamati a svolgere, venendo incontro alle attese e alle esigenze dei fedeli, educandoli a una attiva e responsabile partecipazione sociale. Le vostre Comunità ecclesiali, fortemente provate dal terremoto del 23 novembre del 1980, hanno trovato nella sofferenza un’occasione di condivisione e di solidarietà, attingendo dalla carità cristiana la forza per risorgere dalle macerie provocate dal sisma. Il paziente lavoro di ricostruzione vi ha mostrato quanto sia indispensabile operare insieme. Ricostruire gli edifici ha richiesto l’impegno di tutti; lo stesso sforzo e un’intesa ancor maggiore sono necessari ora per proseguire quest’opera di rinnovamento morale da voi ardentemente auspicato.

5. Le iniziative comunitarie già intraprese - come ad esempio la formazione degli operatori pastorali negli ambiti della catechesi, della liturgia, del servizio, della cultura e del tempo libero in vista di scelte profetiche per un’educazione alla responsabilità - vi consentono di adeguare le attuali strutture ecclesiali, soprattutto quelle parrocchiali, alle nuove esigenze apostoliche, favorendo l’effettivo incontro e la collaborazione delle Associazioni e dei Movimenti apostolici di ogni Diocesi, in una costante comunione ecclesiale. Tutti corresponsabili nell’azione pastorale, perché tutti coinvolti nella medesima missione della Chiesa. Tutti chiamati a condividere le attese e le speranze dei propri fratelli, perché tutti protagonisti di una storia nuova, nella fedeltà ai valori della coerenza morale, della laboriosità e dell’amore al sacrificio, che costituiscono il patrimonio della vostra nobile e secolare tradizione. S’impone, in questo momento, un responsabile collegamento tra la religiosità tradizionale, vanto delle genti lucane, e una pratica della fede che sappia entrare nel vivo delle situazioni moderne. All’opera della nuova evangelizzazione - ne sono certo - nessuno farà mancare il proprio apporto, restando sempre uniti in ciò che è essenziale, e pronti a condividere i molteplici doni e carismi, di cui Iddio ha arricchito ogni singola vostra Comunità. Penso naturalmente ai Sacerdoti, vostri primi collaboratori nel ministero pastorale, ai Religiosi e alle Religiose; penso, in maniera particolare, a un Laicato maturo e responsabile, formato di giovani e di adulti. Unico sia il vostro intento: annunciare il Vangelo, promuovendo la dignità dell’uomo e il rispetto della vita in ogni sua fase e momento, realizzando una effettiva solidarietà, aperta a chi soffre e ai meno abbienti, proclamando, al di sopra di tutto, il primato dell’Amore di Dio.

6. Non tralasciate di porre al centro di ogni piano pastorale la famiglia. Il nucleo familiare, quando è unito, tiene vivo il dialogo con le nuove generazioni; è il luogo naturale della maturazione della fede e la palestra delle virtù umane e cristiane. Difendete la famiglia! Essa costituisce il luogo del primo annuncio del Vangelo e, quale “Chiesa domestica”, consente di crescere nella carità divina, sorgente di incessante rinnovamento personale e comunitario. Una seria e costante formazione al servizio gratuito, la ricerca di uno stile di vita sobrio e attento agli autentici valori, l’educazione all’accoglienza, alla fraternità e alla condivisione, costituiscono la migliore preparazione che si possa offrire ai giovani perché sappiano reagire con atteggiamenti maturi ai richiami della cultura del profitto, del consumismo e dell’edonismo. I giovani: voi guardate a loro con una certa apprensione. È un mondo, quello giovanile, ricco di enormi potenzialità, ma posto di fronte a non poche difficoltà e contraddizioni. I giovani subiscono l’influsso della società dei consumi; appaiono, non di rado, fragili e incostanti, prigionieri della logica del “tutto e subito”. Cedono talora a forme pericolose di devianza e di emarginazione sociale. Di fronte all’esperienza religiosa, poi, si mostrano generalmente interessati, anche se vi preoccupano una certa crescente loro indifferenza e un inquietante deperimento del loro consenso intorno ai principi etici e agli ideali cristiani. Tuttavia, i giovani sono portatori delle attese dell’umanità e delle aspirazioni che vanno affermandosi nella storia. Hanno sete di libertà e di verità, di autenticità di rapporti e di amore per la pace, la solidarietà e il rispetto della natura. Sognano un mondo più unito e più giusto: un mondo nuovo. Camminate con loro amandoli, sostenendoli e guidandoli sulla strada della verità e della libertà. Conduceteli a Cristo. Rinnovate loro questa consegna che io lasciai nello stadio “Viviani” di Potenza, a conclusione del mio soggiorno nella vostra Regione: “Scoprire Dio, scoprire il Vangelo, incontrare il Salvatore è certamente - vi assicuro - un’avventura meravigliosa”. Incoraggiateli, attraverso una saggia pastorale vocazionale, a rendersi disponibili per rispondere generosamente all’invito del divino Maestro che oggi, come ieri, continua a chiamare operai per la sua vigna.

7. La Chiesa, venerati fratelli, è in cammino. Cammina con gli uomini nel continuo divenire della storia, “fra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio” (Lumen gentium, 8). Anche le vostre Diocesi sono incamminate verso il terzo Millennio cristiano e vivono questi anni come un Avvento di attesa vigile e operosa. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, che “dimora nella Chiesa come in un tempio” e la “introduce nella pienezza della verità” (Lumen gentium, 4). Vi assista e vi protegga, in questo itinerario missionario, la Vergine Santissima, venerata e invocata in ogni contrada della Regione lucana. Come gli Apostoli, restate assidui nella preghiera insieme a Maria e, nello stesso tempo, contemplatela alla luce del Verbo fatto uomo. Vi sostengano, nel diuturno ministero pastorale, i Santi Patroni di ogni vostra Chiesa locale.

Vi siano di conforto anche la mia preghiera e la benedizione apostolica che volentieri imparto a voi e a quanti sono affidati alle vostre cure, soprattutto agli ammalati e ai sofferenti.

 

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