Index   Back Top Print

[ IT ]

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
 AI COMPONENTI DEL CORO PARROCCHIALE 
E DEL CONSIGLIO PASTORALE DELLA PARROCCHIA 
DELLE SANTE FELICITA E PERPETUA

Domenica, 19 gennaio 1992

 

Soprattutto voglio ringraziare per queste parole e per la vostra presenza. Voglio ringraziare anche per questa coincidenza molto significativa: da una parte vi siete presentati come coro e dall'altra parte come Consiglio pastorale e oggi leggiamo nella preghiera sacerdotale il testo di Sant'Ignazio di Antiochia che parla della Chiesa sotto l'analogia di uno strumento musicale dove tutti sono insieme legati, sono legati i presbiteri, i diaconi, tutti i fedeli al loro Vescovo ma attraverso il Vescovo, attraverso la Gerarchia, a Cristo nello Spirito Santo, e così danno una melodia sonora.

Questa analogia ricorre nella musica e si riferisce all'esistenza cristiana nella comunità. La comunità deve essere anche in qualche senso questa orchestra dove i diversi carismi, abbiamo sentito oggi nella seconda lettura, San Paolo, i diversi carismi si compongono, si completano per dare un insieme che è la melodia, che è la vita cristiana perché questa vita cristiana è sempre pensata dall'inizio come una vita nella Comunione, non può essere pensata altrimenti perché quello che l'ha pensata è un Dio Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Ringrazio il coro che ci ha accompagnato, più che accompagnato durante la Celebrazione eucaristica. Ringrazio il Consiglio Pastorale che collabora col vostro parroco. Ringrazio specialmente in questa giornata in cui la Chiesa, da ieri è cominciata, continua a pregare per l'unità dei cristiani. Perché se Cristo ha pregato per questa unità riferendosi all'unità che esiste tra Lui e il Padre nello Spirito Santo, « che siano una cosa sola come io in te e tu in me, nello Spirito Santo », allora ci ha dato una consegna e ci ha lanciata una sfida e noi viviamo con questa sfida specialmente in quest'epoca in cui si avvicina la fine del secondo millennio dopo Cristo e l'inizio del terzo millennio. Sappiamo bene che i cristiani per portare una testimonianza più efficace devono essere uniti. Preghiamo con grande insistenza, ci vuole questa preghiera perché ci vuole la forza divina dello Spirito Santo per cambiare i cuori, i costumi, le tradizioni, le contrarietà, qualche volta anche le ostilità che esistono tra noi tutti che confessiamo lo stesso Gesù Cristo, lo stesso Dio Trinità che vuol dire Comunione.

Ringraziando per quest'incontro voglio offrire una benedizione a tutti voi, alle vostre famiglie, e alle comunità, specialmente la comunità religiosa che tanto bene fa in questa parrocchia.

Ai giovani

Voglio ringraziare il Signore che mi ha guidato fino a questa vostra parrocchia che, come ho già detto prima nella chiesa, è la prima parrocchia visitata in questo nuovo anno.

Ma vorrei, incontrando i giovani, concentrare la vostra attenzione sulla liturgia di oggi, soprattutto sul Vangelo di oggi. Sappiamo bene che si legge questo Vangelo di Cana in Galilea. Allora le nozze, il primo passo di Gesù il Messia è quello che ha fatto per rispondere ad un invito dei giovani sposi, della loro famiglia, cioè essere presente durante queste nozze di Cana in Galilea, e fare là il primo segno, compiere il primo segno messianico, il primo miracolo.

Tutto questo è molto significativo. Abbiamo già trattato anche nell'omelia durante la Celebrazione eucaristica, ma qui incontrando i giovani vorrei sottolineare una cosa. Nozze vuol dire matrimonio, vuol dire famiglia. Per voi giovani vuol dire anche una vocazione, una chiamata divina. Sappiamo bene che la maggior parte dei giovani, dei cristiani, sono chiamati attraverso questo sacramento delle nozze, del matrimonio, sono chiamati alla vita coniugale e familiare.

E ci vuole una profonda preparazione a compiere bene questa vocazione, questa chiamata divina, per trovare bene, identificare bene la propria strada, per prepararsi profondamente all'impegno, che è impegno grande, e questo impegno ci viene quando ricordiamo la parola Comunione, Comunione è la Messa, Comunione eucaristica, ma questa Comunione è solamente un'analogia, un riflesso della Comunione che è Dio, Dio è Comunione, Padre Figlio e Spirito Santo. È Comunione, Trinità.

Allora siamo chiamati nella vita matrimoniale, coniugale, familiare, ad imitare nella dimensione umana, nella vita umana, questo Dio Trinità che è Comunione per questo ed anche amore. Amore è una cosa sublime, ma anche una cosa difficile, costa molto, non possiamo illuderci che sia diversamente. Ci vuole un impegno e una preparazione di tutta la giovane personalità, anima e corpo, per questa vocazione all'amore che dà la vita, vita nuova per persone nuove.

Auguro, a voi carissimi giovani, e a tutti i giovani di Roma e del mondo, di illuminarsi la grandezza che è la vocazione coniugale alla vita familiare, identificare bene, per questo si deve conoscere se stessi, si deve conoscere il futuro sposo e la futura sposa, tutto questo è vero, ma si deve pregare molto. Ci vuole una grande preghiera per prepararsi bene alla vita nella famiglia, alla vita matrimoniale, ad essere sposi, ad essere coniugi, ad essere genitori, ad essere famiglia, ad essere comunità.

Vorrei offrirvi una benedizione a tutti con un indirizzo speciale per questa preparazione specifica sacramentale, cristiana che spetta a voi, che è molto importante per la vostra vita.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

                              



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana