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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRI
DELLA «RELIGIOUS ALLIANCE AGAINST PORNOGRAPHY»

Giovedì, 30 gennaio 1992

 

Vostre Eminenze,
Vostra Eccellenza,
Signore Signori,

1. Sono felice di avere l’occasione di incontrarmi con i membri del Comitato pianificatore della Alleanza religiosa contro la pornografia. Come gruppo interreligioso composto da comunità ebree, cattoliche, greche ortodosse, protestanti e mormone, siete molto qualificati per dare voce alle preoccupazioni di un importante segmento della società americana riguardo a questo grave problema sociale. La vostre discussioni con il Pontificio Consiglio per la Famiglia aiuta a richiamare l’attenzione sull’urgente necessità di una effettiva cooperazione tra tutte le persone di buona volontà nell’opporsi alla pornografia e ai suoi dannosi effetti sugli individui, sulle famiglie e sulla società.

2. La proliferazione della letteratura pornografica è solo una indicazione di una più ampia crisi di valori morali che affligge la società contemporanea (cf. Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Pornografia e violenza nella comunicazione dei media: una risposta pastorale, n. 19-20). La pornografia è immorale e in ultima analisi antisociale proprio perché è opposta alla verità circa la persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1, 26-7). Per sua stessa natura la pornografia nega il genuino significato della sessualità umana come dono di Dio voluto per aprire gli individui all’amore e alla condivisione dell’opera creativa di Dio attraverso la procreazione responsabile. Riducendo il corpo a uno strumento per la gratificazione dei sensi, la pornografia frustra l’autentica crescita morale e mina lo sviluppo di relazioni mature e sane. Essa conduce inesorabilmente allo sfruttamento degli individui, specialmente di coloro che sono più vulnerabili, come è tragicamente evidente nel caso della pornografia che ha per oggetto i bambini.

Come la vostra Alleanza ha cercato di dimostrare, la diffusione della pornografia rappresenta una seria minaccia per l’intera società. La forza di ogni società si misura attraverso la sua capacità di rispettare quegli imperativi morali radicati nella verità oggettiva sulla vocazione trascendente della persona umana. Quando una società esalta “la libertà” in se stessa e diviene indifferente alle richieste di verità, essa finisce per limitare seriamente la vera libertà umana: la libertà interiore dello spirito. La libertà, una volta staccata dai suoi fondamenti morali, viene facilmente confusa con la licenziosità. Gli effetti di questa confusione sono sfortunatamente evidenti nella crescente commercializzazione della sessualità che ha luogo in molte società occidentali. La produzione della pornografia è diventata una florida industria e la sua diffusione è talvolta considerata una legittima espressione della libertà di parola, con la conseguente degradazione degli individui, in particolare delle donne. Il problema, comunque, è sentito in maniera non minore nei Paesi in via di sviluppo, dove l’espansione dell’industria pornografica è fonte di preoccupazione proprio perché indebolisce i fondamenti morali così indispensabili per lo sviluppo integrale di quelle società.

3. Sono felice che il vostro incontro in Vaticano abbia luogo in collegamento con il Pontificio Consiglio per la Famiglia. La famiglia è abitualmente la prima vittima della pornografia e dei suoi dannosi effetti sui bambini. Di conseguenza, come cellula primaria della società, la famiglia deve essere il primo campione della battaglia contro questo male. È mia speranza che i vostri sforzi per combattere la piaga della pornografia aiuteranno le famiglie nel loro delicato compito di formare le coscienze dei giovani, instillando in essi una profonda stima per la sessualità e un maturo apprezzamento delle virtù della modestia e della castità. Allo stesso tempo, credo che il vostro lavoro aiuterà ad aumentare la sensibilità pubblica circa la gravità delle questioni etiche poste dalla pornografia, e condurrà a una più chiara consapevolezza della necessità di decisi interventi delle autorità responsabili della promozione del bene comune. Siccome ogni attacco alla famiglia e alla sua integrità è un attacco al bene dell’umanità (cf. Familiaris consortio, 86), è essenziale che i diritti delle famiglie siano chiaramente riconosciuti e salvaguardati attraverso appropriati strumenti legislativi.

4. Cari amici: il vostro incontro è un meritorio esempio di credenti radunatisi per discutere uno dei grandi mali sociali del nostro tempo. Sono convinto che offrendo “un’unanime testimonianza della nostra comune convinzione sulla dignità dell’uomo, creato da Dio” (Centesimus annus, 60), i seguaci delle diverse religioni, ora e nel futuro, contribuiranno in misura non piccola alla crescita di quella “civiltà dell’amore” fondata sui principi dell’autentico umanesimo. Incoraggio i vostri degni sforzi e di cuore invoco su tutti voi abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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