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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SAN PIO X ALLA BALDUINA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 31 gennaio 1993

 

Ai bambini  

Al suo arrivo nella parrocchia, il Santo Padre incontra innanzitutto i bambini – insieme con i loro genitori e catechisti – riuniti nell’auditorium. A nome dei suoi coetanei, un bambino di 11 anni rivolge al Papa un breve saluto di benvenuto. I bambini della parrocchia offrono al Santo Padre un mazzo di fiori ed una raccolta di disegni, di poesie e di preghiere sul tema della pace nel mondo. Giovanni Paolo II pronuncia quindi il seguente discorso.  

Sia lodato Gesù Cristo! Sono tanto contento di essere qui, in questa parrocchia di San Pio X. Voglio ringraziare voi tutti per la vostra presenza e i vostri rappresentanti per le parole e per i fiori. Vorrei farvi una domanda: in quale secolo viviamo? Nel ventesimo secolo dopo la nascita di Gesù Cristo e tra pochi anni saremo nel 2000. Perché ho fatto questa domanda sul secolo in cui viviamo? Perché appunto il Patrono di questa parrocchia, il Papa Pio X, è vissuto all’inizio di questo secolo, esattamente è stato il primo Papa di questo secolo dopo Leone XIII. E poi molto presto durante questo secolo è diventato anche un Santo, canonizzato e venerato nella Chiesa come Patrono, specialmente Patrono della vostra parrocchia. Voi avete scelto il suo nome per la vostra parrocchia: San Pio X. Poi vorrei anche – seguendo un po’ i voti, gli auguri, del vostro collega – accennare ad un altro momento molto significativo. Questo Papa, Pio X, è morto nell’anno 1914, appena scoppiata la I guerra mondiale. E quindi si deve aggiungere che il nostro XX secolo è un secolo di grandi guerre mondiali: la prima tra il 1914 e il 1918, poi dopo 20 anni, la seconda, ancora più terribile, tra il 1939 e il 1945. Tutto questo per voi è già un passato, ma noi che viviamo più lungamente in questo secolo – come il Papa e come, anche se meno, il Cardinale Vicario e il vostro Vescovo di settore – abbiamo esperienza di questa seconda guerra mondiale, tremenda, come anche abbiamo esperienza di tutto quello che è accaduto dopo la II guerra mondiale. Ho seguito le parole del vostro giovane collega che ha parlato sulla guerra e sulla pace e ha fatto un augurio di pace. Quale augurio della pace aveva Pio X, come ha supplicato i governi di allora nel 1914 di fermarsi e di non andare verso questa guerra. Ci ha lasciato un esempio perché noi dobbiamo sempre pregare per la pace e fare di tutto per la pace, seguendo Gesù Cristo che ci ha detto: io vi lascio la pace e vi do la mia pace. E così cerchiamo, anche alla fine di questo secolo, di prevenire le guerre e di lavorare per la pace, pregare per la pace. Così come abbiamo pregato ultimamente in questo mese ad Assisi per la pace in Europa, perché di nuovo non è una guerra mondiale, ma è una guerra regionale: è molto drammatica, tra i popoli vicini, con grandi atrocità. Allora è bene che voi giovani amate la pace, pregate per la pace, così pregate anche per il Regno di Cristo, perché il Regno di Dio è la pace e poi Cristo è la nostra pace. Vi ringrazio per la vostra accoglienza, per queste parole e per questi canti. Vi auguro di vivere in questa parrocchia, di crescere come buoni cristiani, come amanti della pace, come operatori di pace: anche i più piccoli possono essere operatori di pace. Anzi, la loro voce, il loro grido ha una speciale eloquenza. E io affido anche questa mia preghiera per la pace a tutta la Chiesa e specialmente alla Chiesa giovane, alla Chiesa dei bambini. Voglio ancora ringraziare per la presenza dei vostri genitori, dei vostri catechisti, e voglio augurare a tutti un buon anno: l’anno della pace 1993. Sia lodato Gesù Cristo!  

Al Consiglio pastorale  

Dopo la celebrazione eucaristica, Giovanni Paolo II incontra i componenti del Consiglio pastorale, i catechisti, i responsabili dei diversi gruppi parrocchiali e coloro che direttamente collaborano con il parroco nella vita della comunità cristiana. Queste le parole rivolte loro dal Santo Padre.  

Come non ricordare in questa parrocchia dedicata a San Pio X le sue parole emblematiche – sue, piuttosto ritrovate nella Sacra Scrittura, nel deposito paolino – “Instaurare omnia in Christo”. Parole emblematiche e programmatiche non solamente per il suo Pontificato ma, potrei dire, per tutto questo secolo ventesimo, che si annunciava già all’inizio come un secolo difficile. È vero che alla fine della vita di Pio X è scoppiata la I guerra mondiale: un annuncio delle guerre seguenti, soprattutto della seconda. Allora attraverso tutto questo, attraverso quel cammino doloroso e difficile dell’Europa e dell’umanità intera, Pio X ha trovato queste parole: “Instaurare omnia in Christo”. “Instaurare”, innovare, cercare in Lui sempre il recupero, l’instaurazione, la restaurazione di quello che è giusto, che è umano, che è pacifico, che è bello, che è sano e che è santo. Allora questo programma, possiamo dire, ha inaugurato anche il Concilio Vaticano II, nella seconda metà di questo secolo e ci ha aperto le strade verso gli ultimi decenni, verso questo ultimo decennio, gli anni Novanta, e anche verso l’anno 2000, verso il secolo XXI. Siamo grati a questo Papa Santo per la sua ispirazione, sua e paolina e evangelica, e sempre in queste parole possiamo trovare un orientamento. M’incontro con voi carissimi membri del Consiglio pastorale di questa parrocchia e io penso che anche per voi queste parole di Pio X – “Instaurare omnia in Cristo” – sono programmatiche. “Instaurare omnia” e “omnia” vuol dire la vita personale, la vita delle famiglie, la vita degli ambienti umani, dei quartieri, di questo grande quartiere che è diventato parrocchia di San Pio X. “Instaurare”, permeare con lo spirito di Cristo la problematica umana, quotidiana, personale, sociale. Giustizia e pace è tutto questo, sempre tornare a Lui, sempre trovare in Lui una sorgente: “Aurietis acquas”. Allora “aurire” queste acque della Verità, della carità, della salvezza eterna e anche quella temporale perché l’uomo deve camminare nelle vie della salvezza alla salvezza ultima escatologica. Vi ringrazio, carissimi, per la vostra collaborazione, per il contributo che date come apostolato dei laici, apostolato in diversi campi: catechesi, carità, assistenza e tanti altri, nella preghiera soprattutto. E poi per questo contributo che date come Consiglio pastorale, accanto al vostro parroco e ai suoi collaboratori. È veramente una attuazione di queste parole profetiche: “Instaurare omnia in Christo”. Vi auguro una buona continuazione e tutto il bene per le vostre persone, per le famiglie, per tutti gli ambienti di lavoro, gli ambienti di vita, di esistenza cittadina e cristiana.  

Ai giovani  

Nell’auditorium il Papa incontra i giovani che lo accolgono con grande entusiasmo. Uno di loro saluta il Santo Padre a nome di tutti. Questo il discorso di Giovanni Paolo II.  

Ha detto il vostro rappresentante che il Papa è venuto da una terra lontana. È vero che io ho pronunciato queste parole la prima sera dopo l’elezione. Ma poi ho dovuto un po’ ridimensionare questa lontananza perché, per dire la verità, non è tanto lontano questo Paese da cui sono venuto, se si prende l’Australia, la Nuova Zelanda, l’Alaska, e tanti altri punti del globo terrestre. Questa è solamente un’allusione breve per dire a voi che anche io ho fatto un po’ rivedere le parole dette, non per screditarle ma per dire quale è il vero contenuto di queste parole. Così passando si vedono le cose in modo più completo e questo è importante soprattutto se prendiamo la figura di San Pio X. Lui sta all’inizio di questo secolo, ha incominciato il cammino della Chiesa in questo secolo ventesimo. Voi invece con questo Papa, Vescovo di Roma, state verso la fine: il primo e l’ultimo decennio. C’è un cammino della Chiesa, un cammino delle persone, dei popoli. Sono poche quelle persone che hanno visto l’inizio di questo secolo, avrebbero quasi 100 anni, o sarebbero novantenni almeno. Sono le persone, i popoli, le comunità diverse e la Chiesa: così passa il mondo. Questo passaggio del nostro mondo, specialmente forse del mondo europeo, del nostro Continente, questo passaggio nel secolo che sta avvicinandosi al termine era – dobbiamo dire – difficile, doloroso. Ci fa pensare riflettere sul perché è così e come fare per migliorare la faccia di questo nostro mondo europeo. E lo dico ai giovani che sono già rivolti verso il secolo prossimo: a voi appartiene il futuro, questo secolo marca l’inizio della vostra vita, gli anni della fanciullezza, gli anni giovanili, ma poi si spera nel futuro, nel secolo prossimo. Ecco si vede come passano i tempi, passa il mondo, passa anche l’uomo, ma l’uomo non solamente passa, è in cammino. È questa la sua caratteristica propria: ciascuno di noi è in cammino. Vi auguro, carissimi giovani, un buon cammino, un cammino migliore di quello che hanno fatto i vostri antenati in questo secolo. Cammino migliore e più pacifico, più maturo, più cristiano, più umano, imbevuto nei valori e nelle verità che non passano. È caratteristica questa parola liturgica, biblica che dice: passa il mondo e i secoli ma la Parola di Dio non passa, rimane, è trascendente, trascende il passaggio, il cambiamento, i secoli. È Parola divina, sta sopra, trascende e trascendendo si è inserita questa Parola nel nostro cammino nel nostro passaggio, nei nostri cambiamenti di tanti secoli. Si è inserita questa Parola, si è incarnata per guidarci. Vi auguro di avvicinarvi nella vostra vita a questa Parola incarnata, a questo Verbo incarnato, a questo Cristo che è la nostra via e verità e vita. Vi auguro questo pensando a San Pio X che ha inaugurato come Papa il secolo XX con le sue parole emblematiche: “Instaurare omnia in Christo”. Vi lascio la stessa consegna verso la fine di questo secolo, e la lascio specialmente a voi giovani.  

Il saluto ai fedeli radunati davanti alla chiesa  

Prima di far ritorno in Vaticano per la recita della preghiera mariana dell’Angelus, il Santo Padre rivolge ancora un ultimo saluto alle migliaia di fedeli raccolti sulla piazza della Balduina, ai piedi della grande scalinata marmorea che si trova davanti alla chiesa parrocchiale. Queste le parole del Papa.

Grazie per la vostra accoglienza!

Penso che il vostro Patrono, San Pio X Papa, sia contento della sua comunità, dei suoi concittadini, dei parrocchiani, della parrocchia che porta il suo nome. Lui era in una situazione diversa – come ho sentito – non poteva fare le visite nelle parrocchie di Roma, ma le parrocchie di Roma andavano da lui: così faceva le visite apostoliche, pastorali, incontrandosi in Vaticano con i parrocchiani delle diverse parrocchie. Naturalmente non c’era ancora la parrocchia di San Pio X perché lui era ancora un santo vivente in questo mondo, adesso vive in Dio. Vi auguro tutto il bene e che il Signore benedica le vostre famiglie, i vostri ambienti di lavoro e vi faccia sopportare e risolvere i vostri problemi con la sua Grazia. Sia lodato Gesù Cristo!

 

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