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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI DIRETTORI DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE
PER IL 150° DELL’ISTITUZIONE DELLA
PONTIFICIA OPERA MISSIONARIA DELLA SANTA INFANZIA

Giovedì, 6 maggio 1993

 

Signor Cardinale, cari amici,

1. Ringrazio innanzitutto il Cardinale Tomko, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, per aver aperto questo incontro invocando lo spirito missionario conservato dalle Opere pontificie, insieme al sostegno spirituale e materiale per coloro che portano il Vangelo a tutte le nazioni.

È con gioia che accolgo nella casa del Successore di Pietro voi, Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, guidate da monsignor Giuseppe Uhac e in particolare i vostri collaboratori che si occupano dell’Opera dell’Infanzia Missionaria con il loro segretario generale, monsignor Henri Bodet. Attraverso di voi vorrei salutare cordialmente tutti i membri del Popolo di Dio che cooperano alla Missione universale affidata da Cristo alla sua Chiesa.

Sono particolarmente contento che dei bambini, venuti da paesi diversi, partecipino a questi incontri. Cari giovani, fratelli e sorelle nella fede, dite ai vostri compagni del mondo intero la gioia del Papa nel vedervi impegnati nell’annuncio della Buona Novella di Gesù e nel sapere che voi vi aiutate gli uni e gli altri al di là delle frontiere.

In questo 1993, questa riunione ha un significato particolare: voi celebrate il centocinquantesimo anniversario della Pontificia Opera della Santa Infanzia, o Infanzia missionaria. Mi aggiungo a voi nell’azione di grazia per quello che milioni di bambini hanno fatto, durante questi quindici decenni. per la salvezza spirituale e umana di milioni di altri giovani fratelli e sorelle. E incoraggio il vostro desiderio di dare un nuovo impulso al l’azione missionaria dei bambini nei confronti dei loro simili, per sostenere al loro diritto a vivere e a crescere nella dignità della loro condizione umana e nella realizzazione della loro vocazione a conoscere e ad amare Dio.

2. Era questa nel 1843 l’ispirazione del Fondatore dell’Opera della Santa Infanzia, monsignor Charles de Forbin-Janson, Vescovo di Nancy. Aveva udito gli appelli che venivano dalle missioni straniere di Parigi. di sacerdoti che erano in Cina, a prendersi cura dei bambini abbandonati. Con lo stesso spirito di Pauline-Marie Jaricot, egli volle mettere in allerta le comunità cristiane su questi drammi lontani. E la sua intuizione profetica fu di chiedere il contributo dei bambini della Chiesa di antica cristianità, per salvare bambini privati di qualsiasi prospettiva di sviluppo, nei paesi di missione. Fondò così un’Opera i cui membri fossero dei bambini. per aiutare altri fanciulli pagani e poveri con la preghiera, con l’offerta dei loro sacrifici personali e con il dono dei loro soldi.

Così, dopo centocinquanta anni, dei bambini sanno di essere responsabili della salvezza dei loro fratelli e sorelle: vivono la loro fede nell’ambito di tutta la famiglia cristiana e della sua missione di evangelizzazione; sono aperti gli uni agli altri, nonostante le distanze o le differenze etniche e culturali, in una speranza di pace e di comunione data da Cristo Salvatore.

3. Nel corso degli anni, l’Opera, diventata pontificia, è stata diffusa in tutti i continenti e nella Chiesa di evangelizzazione antica e recente. Il trasferimento a Roma del Segretariato generale sottolinea il suo carattere di universalità ecclesiale. La continuità e l’estensione di questa Opera sono affidate alla fede perseverante di migliaia di vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici insegnati o catechisti che, da attenti educatori, si sono fidati della generosità e della fede dei bambini per impegnarli nel servizio missionario della Chiesa. Hanno fatto capire loro che un gesto, per quanto piccolo, ha un peso infinito agli occhi di Dio, se è fatto con amore. Di fatto, anno dopo anno, dei tesori spirituali e materiali sono stati divisi tra i bambini del mondo per diffondere la fede, rendere possibile l’educazione, accogliere e curare quelli che erano abbandonati a malati. Noi ringraziamo il Signore per tutta l’azione di evangelizzazione che il suo amore ha permesso ai piccolissimi di compiere. E come non ricordare qui la patrona delle missioni, Santa Teresa del Bambino Gesù, che ha saputo dare tutta la sua grandezza allo spirito d’infanzia evangelico?

4. Ma vorrei anche ribadire a voi, responsabili dell’Opera dell’Infanzia missionaria, che sono convinto che la cooperazione dei bambini alla evangelizzazione è insostituibile per il mondo. Poiché, davanti alla sofferenza di tanti bambini, si è tentati di chiedersi: incontreranno l’Amore sulla nostra terra?

Immense miserie ci spingono a lanciare un grido d’allarme. Dov’è l’Amore per coloro ai quali si rifiuta il diritto di vivere? Per coloro che sono uccisi, mutilati o imprigionati perché sono abbandonati sulle strade? Per coloro che vengono sfruttati giovanissimi con il lavoro forzato o con il commercio della perversione? Per coloro che la carestia obbliga alle strade dell’esilio? Per coloro che vengono costretti a portare armi? Dov’è l’Amore per coloro che vengono lasciati senza educazione scolastica e condannati all’analfabetismo? Dov’è l’Amore per quelli la cui famiglia è distrutta o dispersa? Quale speranza possono nutrire dei bambini rinchiusi nel materialismo, privati del risveglio e dell’iniziazione alla vita morale e religiosa?

Queste miserie non smettono di aggravarsi. Le Nazioni Unite, così come tante associazioni umanitarie, ne hanno denunciato la gravità.

Si giungerà mai a raddrizzare le coscienze e a modificare il comportamento degli adulti?

5. Per fedeltà al messaggio evangelico, invito i cattolici a impiegare tutte le energie possibili per far fronte ai drammi che troppi bambini nel mondo vivono al giorno d’oggi. Questa responsabilità, oltre ai membri dell’Opera, spetta alle famiglie, agli educatori, ai dirigenti di ogni aspetto della società da cui dipende l’avvenire dei bambini.

Proprio perché si tratta di una crisi delle coscienze, di situazioni di peccato contro l’uomo e contro Dio, i figli della Chiesa devono essere ai primi ranghi per chiamare il mondo alla conversione e alla revisione di quei costumi che uccidono o sfigurano anime e corpi innocenti. Il Vangelo interpella gli adulti che governano questo mondo. Mostra loro la grandezza e il carattere sacro di una vita di bambino. Cristo, figlio di Dio, si è identificato in un bambino: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18, 5).

6. Il Concilio Vaticano II ha sottolineato il ruolo privilegiato delle Pontificie Opere Missionarie, “perché costituiscono altrettanti mezzi per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale e missionario” (decr. conc. Ad gentes, 38). Inoltre ha dichiarato: “Anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica. Secondo le proprie forze sono veri testimoni viventi di Cristo tra i compagni” (Apostolicam actuositatem, 12). Ciò mostra bene che l’intuizione fondatrice dell’Infanzia missionaria non ha perso nulla della sua attualità.

Ecco perché desidero rivolgermi ai membri dell’Opera, animatori e ragazzi, per ribadire che la Chiesa ripone grandi speranze nella capacità dei bambini a cambiare il mondo. È convinta che essi non subiscano passivamente le condizioni della società, ma che sappiano riempire il presente di tutto l’amore che Dio ha posto nelle loro anime.

L’evangelizzazione è costellata di testimoni giovanissimi, come i tre bambini martiri che mi è stato donato di beatificare in Messico. E sarà portata avanti grazie alle nuove generazioni di bambini nati alla vita di Dio e dalla Chiesa attraverso il battesimo, particolarmente nelle giovani Chiese, che aderiscono a Cristo ardentemente e mostrano una grande generosità per l’annuncio della Buona Novella.

7. Cari amici, in occasione dell’anniversario che si celebra quest’anno, porgo il mio fervente incoraggiamento ai Direttori e agli animatori della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria nel mondo. Con la sicurezza che la validità del vostro impegno è riconosciuto, chiamate tutti i bambini a cooperare con la preghiera e con le offerte per l’azione missionaria della Chiesa. Spero che possiate contare sulla collaborazione delle varie opere e movimenti cattolici dell’infanzia, in ogni ambiente e in ogni paese.

E vi affido una preghiera particolarmente cara: che dal risveglio dei bambini al loro ruolo di testimoni attivi della Buona Novella scaturisca spesso la scintilla di una vocazione a consacrarsi ad un servizio più alto nel sacerdozio o nella vita religiosa.

Che Nostra Signora, i martiri e i santi di tutti i continenti intercedano affinché i bambini sappiano condividere fraternamente i doni ricevuti per grazia! Che la benedizione del Padre di ogni amore, di Gesù Cristo, il testimone fedele, e dello Spirito Santo, lo Spirito di Pentecoste, vi sostenga nel vostro ministero e illumini tutti i bambini missionari!

 

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