Index   Back Top Print

[ FR  - IT ]

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE
DELL

OCEANO INDIANO   IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Mercoledì, 24 novembre 1993

 

Cari fratelli nell’Episcopato,
Caro Padre,

1. È con grande gioia e con tutto il mio affetto nel Signore che vi do il benvenuto come membri della Conferenza Episcopale dell’Oceano Indiano (CEDOI), in occasione della vostra visita “ad limina”. Attraverso di voi, saluto di cuore il clero, i religiosi, le religiose, i catechisti e i fedeli laici delle vostre diocesi.

Dal nostro ultimo incontro nel 1987, ho avuto il piacere di aggiungere alle Isole Seychelles, che avevo visitato nel 1986, le isole Riunione, Maurizio e Rodrigues, dove mi sono recato nel 1989. Il luogo del vostro apostolato non mi è dunque estraneo, con l’eccezione, sfortunatamente, dell’arcipelago delle isole Comore, la cui comunità cattolica è amministrata da un romano, il Reverendo Padre Gabriel Franco Nicolai, che sono lieto di salutare nella sua città natale.

2. Conservo un eccellente ricordo di questi incontri pastorali con le vostre comunità diocesane: rendo grazie a Dio per la vitalità e il fervore della fede di cui tanti battezzati sono testimoni tra voi, così come per la stima di cui godono i valori spirituali. Il grande slancio missionario partito dall’Europa per l’Oceano Indiano ha portato frutti, al punto che alcuni illustri protagonisti di questo movimento di evangelizzazione vengono ora onorati e pregati sugli altari, come il Beato Jacques Laval e il Beato Scubilion.

3. Il Concilio Vaticano II ci dice che la Chiesa, nata nella Pentecoste, “tutte le lingue nell’amore intende e comprende, superando così la dispersione babelica” (Ad gentes, 4). Ciò si verifica in modo particolare nella vostra Conferenza Episcopale, che comprende territori su cui vivono persone di razze e di culture diverse, in una armoniosa collaborazione.

Gli scambi tra le vostre isole, favoriti dall’uso di una lingua veicolare comune, il francese, si sono sviluppati; voi avete sperimentato il bisogno di condividere le vostre iniziative apostoliche nell’ambito pastorale dell’Oceano Indiano, stringendo così tra voi legami molto fruttuosi.

Possa l’esempio della solidarietà ecclesiale fra le vostre comunità diocesane essere per le popolazioni dell’Oceano Indiano un incoraggiamento a lavorare insieme a livello politico, sociale o economico, al fine di contribuire al bene della società e alla pace tra i popoli che vivono in questa parte del mondo, nel rispetto di ogni nazione! Il vostro comune progetto pastorale non è, del resto, quello di edificare delle parrocchie che siano “comunità di comunità” in una Chiesa al servizio del mondo?

4. Fra le vostre più grandi preoccupazioni pastorali figurano la formazione e l’avvenire dei giovani. Devo dire che, nel corso dei miei viaggi, sono rimasto positivamente colpito dalla qualità delle giovani generazioni delle vostre isole, che mi hanno rivolto delle domande molto pertinenti. Certamente si percepisce in esse un’inquietudine di fronte al mondo pluriculturale, plurireligioso e in via di rapida industrializzazione; ma si nota anche un’autentica sete di conoscenza della verità e del bene, segno che lo Spirito di Dio opera nei cuori.

So che voi offrite ai giovani delle vostre Diocesi, fra le altre cose, degli strumenti di crescita umana e cristiana mediante pubblicazioni e strutture appropriate. Incoraggio con fervore voi, come anche i vostri immediati collaboratori, a continuare il vostro compito prioritario di guidare spiritualmente i giovani delle vostre rispettive nazioni.

Oltre al Catechismo della Chiesa Cattolica, disponete ora di una Lettera Enciclica, la Veritatis splendor; ne ricaverete gli orientamenti per incoraggiare i giovani a essere responsabili e a vivere in conformità alla loro eminente dignità di figli di Dio: “Infatti, come governando il mondo l’uomo lo forma, secondo la sua intelligenza e volontà, così compiendo atti moralmente buoni l’uomo conferma, sviluppa e consolida in se stesso la somiglianza di Dio” (Veritatis splendor, 39).

5. Anche il matrimonio e la vita familiare sono fra le vostre costanti preoccupazioni pastorali. Di fronte al grave problema della sovrappopolazione, avete tentato, ad esempio attraverso l’Azione Familiare, di aiutare le coppie a diventare veramente responsabili della loro fecondità nello spirito dell’Enciclica Humanae vitae. Inoltre, continuate a incoraggiare gli uomini e le donne del nostro tempo a non essere schiavi della loro sessualità, ma a riconoscervi un linguaggio magnifico che Dio dona per costruire l’amore e trasmettere la vita. Vi ringrazio, cari Fratelli, per la promozione della pastorale familiare nella vostra regione. La vostra influenza si diffonde al di là dei confini delle vostre circoscrizioni ecclesiastiche. A questo proposito, alle soglie dell’“Anno internazionale della Famiglia”, come non pensare con riconoscenza al Cardinale Jean Margéot, che si è adoperato instancabilmente per annunciare la Buona Novella di Gesù Cristo sull’amore umano e il matrimonio, il dono della vita, l’educazione dei figli, in breve sulla famiglia? Vi prego di trasmettergli i miei affettuosi saluti.

6. Oltre al tema della famiglia, quello della formazione e del ruolo dei fedeli laici è anch’esso oggetto delle vostre riflessioni. In effetti, è importante che i laici siano in grado di rendere conto della loro fede cristiana e di essere “sale della terra” e “luce del mondo” (cf. Mt 5, 13-14). È per questo che la sollecita promozione dell’evangelizzazione prenderà in considerazione le tendenze generali della società che devono essere purificate e rigenerate dal vigore cristiano, in una prospettiva morale in cui la felicità si fonda sulle Beatitudini.

7. Dal Concilio Vaticano II, la Chiesa latina ha restaurato il Diaconato “come un grado proprio e permanente della gerarchia” (Lumen gentium 29). Come sottolinea il Catechismo della Chiesa Cattolica, il diaconato permanente rappresenta un arricchimento importante per la missione della Chiesa (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1571).

È utile e corretto che coloro che svolgono un ministero veramente “diaconale” nell’animazione liturgica, nella pastorale e nelle opere sociali e caritative ricevano l’ordinazione affinché possano adempiere al proprio ministero in modo più efficace con il sostegno della Grazia sacramentale.

8. D’altro canto, cari fratelli, auspico che i fedeli laici delle vostre Diocesi assimilino a fondo la dottrina sociale della Chiesa affinché siano in grado di animare di spirito evangelico le realtà temporali. In particolare, è importante che essi si preparino a partecipare alla vita politica: questi compiti, che non sono quelli dei Pastori di anime, fanno parte della vocazione dei fedeli laici, che agiscono di propria iniziativa con i loro concittadini.

Anche se le isole dell’Oceano Indiano presentano dei problemi comuni a livello pastorale, tuttavia esse vivono situazioni differenti nei loro rapporti con i sistemi politici: spetta ad ognuna di esse ricercare il proprio stile di collaborazione costruttiva con il potere pubblico. Bisogna impegnarsi per promuovere ovunque lo sviluppo dei principi fondamentali di civilizzazione di cui la religione cattolica, depositaria del Vangelo, intende essere messaggera.

9. L’evangelizzazione, che è al centro del ministero episcopale, si realizza attraverso l’inculturazione della fede. È una delle grandi intuizioni del Concilio Vaticano II quella che voi mettete in pratica. Saluto gli sforzi del Presidente della vostra Conferenza Episcopale, Mons. Gilbert Aubry, che si è impegnato considerevolmente in questo campo, fino a celebrare nelle vostre isole la “matrice della Creolia la cui memoria ha origine da mille memorie e le cui razze derivano da mille razze” (Inno alla Creolia).

Sebbene esistano differenze reali tra le vostre Chiese e quelle dei grandi Paesi africani della costa orientale, e anche del Madagascar, avete tenuto a diventare in tutto membri del “Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar” (SCEAM). In quanto tali, vi siete interessati all’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi che si svolgerà il prossimo anno e che affronterà, tra i vari temi, proprio quello dell’inculturazione.

Rimanendo nella logica dell’Incarnazione, la Chiesa proclama il Verbo fatto carne, seguendo le diverse espressioni culturali e utilizzandole per annunciare il Vangelo, “per studiarlo ed approfondirlo, per meglio esprimerlo nella vita liturgica e nella vita della multiforme comunità dei fedeli” (Gaudium et spes, 58).

10. Consentitemi ora qualche riflessione sul turismo internazionale chiamato a diventare una delle industrie più importanti di questo fine secolo. Le vostre isole che avevano nel passato una vocazione essenzialmente agricola, hanno voluto trarre profitto dalla bellezza dei loro paesaggi e delle loro spiagge per diversificare l’economia. Senza dubbio, la creatività artistica, le attività culturali e l’artigianato locale ne sono state incentivate e si sono instaurate feconde relazioni umane. Tuttavia, si manifestano alcuni effetti negativi: la prostituzione, la tossicomania, la passione per il gioco d’azzardo, il degrado dei corretti costumi sociali. Voi cercate di affrontare tutto ciò mediante una pastorale del turismo. La Chiesa intende pronunciarsi riguardo a questa realtà che concerne gli incontri e gli scambi fra persone provenienti da diverse parti del mondo. I cattolici promuoveranno l’equilibrio fra le attività ricreative e il servizio agli altri, non esitando ad affermare il loro senso della giustizia sociale e dell’uomo, immagine di Dio.

11. Cari fratelli, come insegna il Signore stesso, “Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo” (Mt 13, 24). Malgrado le spine, il terreno sassoso, il sole cocente, la Chiesa nutre la semenza del Regno affinché, attraverso la forza dello Spirito Santo, produca frutti in ragione del trenta, sessanta o cento (cf. Mt 13, 23). Il Vescovo di Roma si sente vicino ad ognuno di voi con la preghiera, con il pensiero e con il cuore. Che il Padrone della messe sia con voi! Che Egli guidi i vostri passi e vi accordi i suoi doni di gioia e di pace! A tutti, in pegno d’affetto e in segno di incoraggiamento, imparto di cuore la mia benedizione apostolica!

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana