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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ MUSULMANA DI SARAJEVO

Giovedì, 8 settembre 1994

 

Cari amici musulmani,

1. Sono lieto di potermi incontrare con voi e di salutare in voi l’intera comunità islamica, che vive in questa regione. Nei momenti più difficili, quando sembra spegnersi ogni speranza e tutto appare avvolto nelle tenebre della disperazione, della violenza e dell’odio, ai credenti è affidato il compito di ricercare la luce del Dio

Altissimo perché rischiari la vita e le coscienze degli uomini. Siamo chiamati a cercare la pace e la giustizia e a promuoverLe fra gli uomini. “Pace”, ecco uno dei nomi di quell’unico Dio che siamo lieti di adorare. Essa è un dono della sua bontà e si manifesta nella vita dell’uomo come benevolenza, riconciliazione e perdono verso i suoi simili.

La concreta solidarietà si deve mostrare nei confronti delle vittime dell’oppressione, dell’odio e delle atrocità. Dobbiamo essere vicini a coloro le cui città sono state incendiate e bombardate; a quanti hanno dovuto lasciare le proprie case e rifugiarsi altrove; alle donne che hanno subito violenze; a chi è stato ingiustamente arrestato e rinchiuso in campi di concentramento.

2. Come ebbi modo di dire ad Assisi, in occasione dell’Incontro di preghiera per la pace nei Balcani del 9-10 gennaio 1993, “sia il Cristianesimo che l’Islam ci infondono l’impegno a perseverare per il raggiungimento della giustizia e della pace per tutte le vittime del conflitto. Dal momento che tutti gli esseri umani sono stati creati da Dio e sono tutti membri dell’unica famiglia umana, noi abbiamo il dovere di prestare aiuto a tutti loro” (Giovanni Paolo II, Ai rappresentanti della comunità islamica europea, 19 gen. 1993: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVI, 1 (1993) 45).

I Cristiani e i Musulmani, nel difendere insieme i valori della vita e del rispetto d’ogni persona, in uno spirito di collaborazione e dialogo, sono chiamati a mostrare la compassione e la misericordia di Dio, operando per rendere l’intero genere umano la famiglia di Dio sulla terra.

È con questo spirito di solidarietà e di fraternità che potremo insieme contribuire al ristabilimento della necessaria pace e concordia fra gli uomini, specialmente in questa martoriata terra dei Balcani.

3. Ancora una volta, a conclusione di questo breve ma significativo incontro, voglio per offrire a voi ed alla comunità islamica che voi rappresentate i miei migliori auguri nella preghiera.

Possa Dio, misericordioso e compassionevole, che si prende cura del debole e dell’oppresso, ascoltare le nostre suppliche e benedire i nostri sforzi per servire la causa della giustizia e della pace.

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



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