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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN SLOVACCHIA

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Poprad (Slovacchia)
Lunedì, 3 luglio 1995

 

Signor Presidente della Repubblica,
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Al concludersi della mia Visita pastorale in Slovacchia, sento il dovere di rivolgere a tutti voi un pensiero riconoscente per la calorosa accoglienza che mi è stata riservata e per i segni di benevolenza, intensi e numerosi, che ho potuto constatare giorno dopo giorno negli incontri con le Autorità civili ed ecclesiastiche e numerosissimi fedeli.

Ringrazio anzitutto il Signore che mi ha concesso di incontrare i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose ed i Fedeli della Chiesa Cattolica in significativi momenti di preghiera e di riflessione. Ricorderò sempre le forti e commoventi espressioni di fraternità e di unità nella fede che hanno caratterizzato ogni tappa del mio pellegrinaggio in mezzo a voi.

Un ringraziamento speciale va ai Responsabili della Comunità civile: ai sindaci delle città visitate, alle Forze dell’ordine, esercito e polizia, al personale sanitario, agli operatori della televisione, della radio ed ai giornalisti per il loro impegnativo lavoro, come pure ai numerosi volontari che hanno preparato strutture e servizi atti a favorire e contenere le persone radunate per i vari momenti celebrativi, che si sono via via succeduti in questi giorni.

2. Il pensiero si volge ora all’intero popolo slovacco che, in questo momento di commiato, stringo al mio cuore in un unico, grande abbraccio.

Carissimi Slovacchi, come non ricordare che la vostra fede ha radici lontane, ben piantate in mezzo a voi dalla predicazione dei santi missionari delle popolazioni slave, Cirillo e Metodio? A tali memorie gloriose ed esemplari, a tali modelli generosi ed instancabili vi chiedo di ritornare sempre con il vostro pensiero. Essi, i Fratelli Cirillo e Metodio, testimoniano a voi ed all’intera Chiesa come si avvicinano i popoli a Cristo e come si predica la buona novella della salvezza.

Con la loro stessa vita essi vi dicono come si serve anche oggi il cammino della nuova evangelizzazione e come si deve operare affinché la carità predicata da Cristo possa superare ogni possibile ostacolo e difficoltà. In nessun tempo sono mancate opposizioni e resistenze all’autentico cammino della fede, ma il Vangelo ha in sé il potere di trasformare gli ostacoli in occasioni provvidenziali di annuncio della salvezza.

3. Lo testimoniano Cirillo e Metodio, così profondamente inseriti nelle origini della Comunità cristiana della Slovacchia. Il loro messaggio resta valido anche oggi per il cammino della fede nella vostra Terra. Lo testimoniano i tre Martiri che ho avuto la gioia di proclamare santi ieri mattina a Kosice nel corso di una indimenticabile celebrazione liturgica. Lo testimoniano gli esempi di eroica fedeltà a Cristo offerti da innumerevoli uomini e donne durante i lunghi anni della dura dittatura comunista. Vi sono tra loro persone appartenenti a diverse Confessioni cristiane, che l’ateismo militante accomunò in una uguale sorte di oppressione e di sterminio. Essi, tutti, ci indicano l’adesione al Vangelo come la via sulla quale è possibile edificare una società caratterizzata da autentica libertà, rispetto dell’altro, solidarietà senza barriere. È questo il cammino del vero progresso, che trae dal messaggio evangelico energia e consistenza, e che si attua nell’acquisizione sempre più perfetta e socialmente vasta dei valori sui quali si fonda il bene comune di tutti.

Quanto è importante scoprire l’autentica libertà! Non tutto quello che singole persone o anche interi sistemi propongono come manifestazione di libertà lo è veramente. Occorre saper difendere la vera libertà dell’uomo e quotidianamente costruirla nella verità.

Sappiate promuovere la fraternità e la concordia in una società che comprende persone di diversa cultura e provenienza ideologica. Fate attenzione a ciò che unisce piuttosto che a ciò che divide, e crescete nella ricerca del vero: troverete maggiore spazio per l’amicizia; scaturiranno per voi collaborazione e dialogo; potrete essere più attenti verso i poveri; si moltiplicherà in voi il desiderio di comunione nei beni spirituali e materiali. Solo la carità fraterna farà sì che chi possiede non si chiuda nell’egoismo, e chi è povero non si senta umiliato nella propria indigenza.

4. Torno a Roma con l’immagine dei vostri monti – dei nostri monti – fissa nella memoria. I monti Tatra, tanto cari al cuore degli Slovacchi e dei Polacchi! Essi non dividono ma congiungono i due popoli, tra loro accomunati da tante vicende. L’immagine dei “nostri” monti sia sempre un invito ad ascendere al Signore con il pensiero, poiché da Dio discende per noi ogni bene ed ogni dono perfetto (cf. Gc 1, 17).

Vi lascio con il saluto e l’augurio della pace: il saluto del Cristo risorto ai suoi discepoli prediletti. Sia pace nelle vostre mura, cioè nelle case e nelle comunità civili di tutta la Slovacchia. Sia pace nei vostri cuori. La pace trovi il suo inizio e il suo fondamento dentro di voi, nei vostri animi decisi ad essere fedeli a Cristo e al suo insegnamento.

Con questa Visita ho potuto tener fede anche ad una promessa. Cinque anni or sono vi avevo detto: “Arrivederci”, e sono tornato. Affido ora ancora una volta la mia speranza ed il mio desiderio alla volontà di Dio e ai disegni della sua Provvidenza.

Assicurando che conserverò un commosso ed affettuoso ricordo di questi giorni provvidenziali, vi benedico tutti di cuore: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Dio protegga la Slovacchia e tutti i suoi cittadini! Arrivederci!

Sia lodato Gesù Cristo.

 



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