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VIAGGIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA CECA E IN POLONIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA VISITA ALLA COMUNITÀ EVANGELICO-LUTERANA

Skoczów (Polonia) - Lunedì, 22 maggio 1995

 

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

1. Con queste parole saluto di tutto cuore voi, Fratelli e Sorelle della comunità della Chiesa evangelica-luterana, presenti qui con a capo Paweł Anweiler, Vescovo della Diocesi di Cieszyn, e con un gruppo di pastori. Vi ringrazio molto per questo incontro di preghiera. Programmando la visita nella Diocesi di Bielsko-Żywiec, sin dall’inizio ero consapevole che questo incontro non sarebbe potuto mancare.

Anche se esso è forzatamente molto breve, tuttavia il suo significato è estremamente importante. Esso costituisce infatti la testimonianza del nostro comune desiderio di cercare le vie opportune per la piena unità dei cristiani, conformemente alla volontà del nostro Maestro e Signore: “Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).

2. La regione in cui ci troviamo, cioè la terra di Bielsko e la Slesia di Cieszyn, è conosciuta in Polonia come luogo di una particolare testimonianza ecumenica. Da tempo è il terreno di un’armoniosa convivenza tra i fedeli della Chiesa cattolica e quelli della Chiesa evangelica-luterana, e d’intenso dialogo ecumenico. Esso viene condotto qui con la profonda convinzione che c’è molto che ci unisce: ci unisce la comune fede in Cristo e la Patria comune. In occasione dell’odierno incontro, desidero esprimere la mia personale soddisfazione e gratitudine perché questo dialogo ecumenico si sviluppa e si approfondisce e trova espressione anche in varie forme di concreta collaborazione: sia a livello diocesano che nelle singole parrocchie.

3. Parlando del dialogo ecumenico, è difficile non menzionare che la Polonia ha una ricca tradizione per quanto riguarda il dialogo che la Chiesa cattolica intrattiene sia con la Chiesa ortodossa che con le Chiese e le Comunità della Riforma. Mi sia consentito di ricordare soltanto un esempio. Una vera pietra miliare sul cammino ecumenico fu certamente il Colloquium Charitativum, cioè l’incontro dei rappresentanti dei cattolici, dei luterani e dei calvinisti di tutta l’Europa, convocato a Torun nel 1645 dal re polacco Ladislao IV. L’iniziativa era partita dai Vescovi polacchi, e lo scopo dell’incontro fu la restaurazione dell’unità tra le Chiese partecipanti al Colloquium. Nell’anno corrente celebriamo il 350 di questo evento ecumenico estremamente importante. Anche se non portò i risultati attesi, tuttavia, considerando i tempi, bisogna riconoscere che esso possedeva carattere pionieristico e fu per l’Europa, divisa da conflitti religiosi, un ammonimento importante: esso fece capire che la via verso l’unità è quella del dialogo e non quella della sopraffazione, come allora ritenevano, purtroppo, molti. L’idea della libertà di coscienza maturava con difficoltà nella consapevolezza europea. Furono necessarie molte vittime – da una parte e dall’altra – perché conquistasse il definitivo diritto di cittadinanza.

4. I discepoli di Cristo oggi sempre più spesso guardano verso l’anno 2000. Questa è una data che ha una grande eloquenza per noi tutti. Ci induce prima di tutto alla preghiera di lode e di ringraziamento per il dono dell’Incarnazione del Figlio di Dio e per quello della Redenzione. Ma è anche un’occasione per un esame di coscienza. Nella Lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente scrissi: “È giusto pertanto che, mentre il secondo Millennio del cristianesimo volge al termine, la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli nel ricordo di tutte quelle circostanze in cui, nell’arco della storia, essi si sono allontanati dallo Spirito di Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la testimonianza di una vita ispirata ai valori della fede, lo spettacolo di modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo” (n. 33). Tra i peccati che esigono un particolare sforzo di penitenza e di conversione certamente vanno annoverati quelli che hanno intaccato l’unità della Chiesa di Cristo, “talora non senza colpa di uomini di entrambe le parti” (Decreto Unitatis Redintegratio, 3).

Oggi la Chiesa si sente sollecitata dal suo Maestro ad intensificare gli sforzi ecumenici, affinché l’anno 2000 ci trovi, se non completamente riuniti, almeno meno divisi. Pregheremo per questo con la Preghiera del Signore, che tra qualche istante reciteremo insieme. Padre nostro, venga il tuo regno: regno d’amore, d’unità e di pace!

Nel concludere queste mie parole, ancora una volta ringrazio i presenti per aver resa possibile l’attuazione di questo incontro e saluto tutti cordialmente.

 



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