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VISITA ALLA PARROCCHIA DEI SANTI MARIO E COMPAGNI MARTIRI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 5 novembre 1995

 

Ai bambini 

Il vostro collega mi ha salutato e mi ha parlato in modo molto diretto e alla fine mi ha posto tre domande.

Cosa provo quando parlo con voi? Io provo gioia, una grande gioia d’incontrare i bambini che vanno a scuola, anche quelli in età prescolastica che vanno all’asilo. Ma io sento soprattutto chiasso, i bambini fanno molto chiasso, è difficile anche ascoltare, ma è un loro diritto fare chiasso.

Quando ho sentito questo chiasso ho pensato a tutti i Santi perché voi sapete che il primo giorno di novembre abbiamo celebrato questa grande Solennità di Tutti i Santi.

E i Santi sono molto più numerosi che voi. Loro non fanno chiasso, loro cantano, offrono a Dio Padre Onnipotente, alla Santissima Trinità, la gloria, il canto di gloria. Ma è vero che anche da questo vostro chiasso qualche gloria di Dio può uscire perché anche voi, ciascuno di voi, siete già, e poi lo sarete in futuro, un po’ santi: siete chiamati alla santità.

I Santi che oggi celebriamo, come per esempio ieri San Carlo, erano una volta bambini come voi. Sì, erano battezzati e con il Battesimo hanno ricevuto la prima santificazione e poi sono rimasti fedeli tutta la vita al loro Battesimo, alla Grazia del Battesimo, e sono diventati santi.

Anche voi siete battezzati, anche voi potete mantenere la fedeltà ai voti del Battesimo, anche voi potete diventare santi. E così in questo vostro chiasso di oggi io ho sentito, quasi pregustato, quella gloria di Dio che offrono al Signore tutti i Santi. E così ho risposto alla prima domanda.

La seconda domanda è: Quale paese ti ha commosso di più? Io direi che, a modo suo, ciascun paese, ciascuna città, ciascuna parrocchia, ciascun popolo, che ho visitato nei diversi continenti, mi ha commosso e con questa commozione ho quasi indovinato il mistero, il segreto, di ogni paese, di ogni popolo, di ogni città, di ogni gruppo.

In genere mi commuovono molto i malati, i sofferenti, e anche molto i bambini, i giovani.

La terza domanda è: Come ti sei sentito quando Dio ti ha chiamato? Mi ha chiamato più volte, la prima chiamata risale a quasi cinquant’anni fa. Mi sono sentito toccato da questa chiamata e dovevo ripensare, dovevo pregare, per dare una risposta giusta.

Oggi sto davanti a voi come vostro Vescovo. Ma questo Vescovo una volta era ragazzo come voi, poi è diventato giovane, da giovane è diventato sacerdote e poi Vescovo, poi è diventato anche Vescovo di Roma e oggi è Papa.

Vi ho spiegato bene? Le domande erano belle. Il vostro oratore, Marco, può dire con soddisfazione di aver posto al Papa tre domande e il Papa ha risposto a ciascuna di queste domande.  

Ai giovani 

Dopo la Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre incontra i giovani. A nome di tutti, uno di loro rivolge al Papa parole di saluto, alle quali il Santo Padre così risponde.  

Facciamo un po’ di domande. Le faccio io le domande. La prima domanda è cosa vuol dire Romanina? Io penso che voglia dire piccola Roma. Voi siete qui in una piccola Roma.

La vostra parrocchia è intitolata a San Mario. Grazie a Dio che sono venuto qui così posso capire quel nome, Mario, che ho sentito molte volte specialmente in Italia. Veramente era un martire romano, un martire padre di famiglia. Oggi commemoriamo questa famiglia di martiri dei tempi romani. Allora è un grande incoraggiamento. E la prima volta che ho identificato questo nome, Mario, che molte volte ho sentito, ma non sapevo a chi si riferisse. Questa era la seconda domanda.

Terza domanda: cosa vuol dire Loreto? Loreto è un Santuario mariano in Italia. E un Santuario molto speciale perché secondo la tradizione a Loreto è stata trasferita la Casa di Maria, la Casa di Nazareth, la Casa dove viveva, secondo questa tradizione, la Santa Famiglia: Gesù, Giuseppe e Maria.

Vi ho chiesto di Loreto a causa dei giovani perché appena due mesi fa a Loreto c’è stata una grande adunanza dei giovani europei. Al Santuario di Loreto sono convenuti i giovani da tutta l’Italia e anche dagli altri paesi d’Europa. Ho ancora negli occhi questa visione europea dei giovani e voi siete pane di questi giovani europei, voi giovani di Roma, della parrocchia di San Mario e Famiglia.

Io penso che il vostro parroco vi dirà un po’ di più su Loreto.

Vorrei ritornare ancora una volta, attraverso Loreto, a San Mario e alla sua famiglia. A voi giovani spetta di formare in futuro una famiglia. Se uno è chiamato ad essere sacerdote deve mantenersi fuori da una famiglia cioè deve essere celibe. Se uno ha la vocazione religiosa lo stesso. Ma la maggior parte della gente, dei giovani, pensa alle famiglie e cerca di formare una famiglia.

E bene che il Patrono di questa parrocchia, San Mario, sia un uomo di famiglia. Direi che avete un buon Patrono per questa vocazione, per questa chiamata alla vita della famiglia. E preghiamolo adesso perché tutti i giovani della parrocchia a lui intitolata possano formare buone famiglie in futuro, possano prepararsi bene alla vita nella famiglia perché oggi la famiglia è in crisi. Sapete bene quanti sono i divorzi e gli altri peccati contro l’amore e contro la vita.

Preghiamo adesso il Padre Nostro e la Madre di Gesù affinché voi vi prepariate bene a formare una famiglia in futuro. Preghiamo anche per i nostri fratelli e sorelle defunti.  

Al Consiglio pastorale 

L’ultimo incontro della visita alla parrocchia della Romanina è quello con il Consiglio pastorale. Un rappresentante del Consiglio rivolge un indirizzo di saluto al Santo Padre, il quale risponde con queste parole.

Si sentono questi martiri di Roma... Due settimane fa sono andato in visita pastorale alla parrocchia di San Romano Martire. E oggi di nuovo altri martiri: Mario e la sua famiglia, la moglie e i figli. La presenza dei martiri qui in Roma è sempre molto viva. Veramente qui in Roma la Chiesa ha fatto la grande prova storica delle sue energie spirituali attraverso i secoli, tre secoli e forse più, i secoli del martirio.

Devo ringraziare il vostro rappresentante per questa presentazione, veramente mi ha spiegato bene come vive la parrocchia, quante sono e quali sono le energie. E una parrocchia giovane, ma in questi pochi anni si vede che ci sono già molte ricchezze, non solamente la chiesa, abbastanza trasparente, moderna ma non troppo, rustica. Ci sono le ricchezze spirituali, ricchezze diverse che ha citato tutte, anche i movimenti, anche i neocatecumenali, anche il vostro vicario è un neocatecumenale. Il parroco energico mi ha spiegato prima la composizione di questa parrocchia, la composizione gerarchica, sociale e le opere.

Vi ringrazio per questo Consiglio o piuttosto per questi consigli che voi date al vostro parroco e al suo vicario, ai vostri sacerdoti, perchè così si vive in famiglia. In famiglia si vive con i consigli, sempre si cerca di parlare insieme, di chiedersi insieme, di dare risposte, di suggerire. Questa ricerca dei consigli è una cosa tipica della famiglia. La parrocchia è una famiglia più grande dove ci vuole molto di questo spirito di ogni famiglia in cui si parla, in cui si cercano e si danno consigli. E voi siete appunto il Consiglio Pastorale destinato per questo scopo.

 

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