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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL «COMITATO ESECUTIVO» DEI VESCOVI CATTOLICI E ORTODOSSI
PROVENIENTI DAGLI STATI UNITI D
AMERICA E DAL CANADA

Martedì, 28 novembre 1995

 

Cari Fratelli in Cristo,

Sono felice di avere l’occasione di poter incontrare i membri del Comitato congiunto di Vescovi cattolici e ortodossi degli Stati Uniti e del Canada. Il vostro pellegrinaggio comunitario, che vi porta ora alla Chiesa di Roma e tra breve alla Chiesa di Costantinopoli, testimonia il vostro profondo desiderio di progredire nella ricerca di quella piena comunione che le nostre Chiese sono impegnate a realizzare lungo la via del reciproco rispetto, del dialogo e dell’amore.

Tra pochi giorni saranno trascorsi trenta anni da quando Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora I, in una dichiarazione congiunta del 7 dicembre 1965 chiesero alla Chiesa ortodossa e alla Chiesa cattolica di cancellare dalla memoria le sentenze di scomunica scambiatesi nel 1054. Questa Dichiarazione “era al tempo stesso purificazione della memoria storica, perdono reciproco e solidale impegno per la ricerca della comunione” (Lettera enciclica Ut unum sint, 52).

Il Signore è così grande e il suo nome così glorioso da permetterci di poter vedere quanto cammino abbiamo percorso nei tre decenni trascorsi da quello storico momento! In occasione della visita a Roma, nel giugno di quest’anno, di Sua Santità Bartolomeo I, abbiamo ricordato nella nostra Dichiarazione congiunta che il Comitato congiunto internazionale per il Dialogo Teologico ha potuto dichiarare che noi ci riconosciamo come “Chiese sorelle; responsabili insieme della salvaguardia della Chiesa unica di Dio”. Siamo felici di sapere che condividiamo la stessa idea sacramentale della Chiesa “sostenuta e trasmessa nel tempo dalla successione apostolica” (Dichiarazione congiunta, 29 giugno 1995, n. 2).

Cari Fratelli, nei giorni della vostra visita alla tomba dell’apostolo Pietro qui in Roma il Signore vi conceda la grazia della perseveranza nella ricerca dell’unità. Quando visiterete la Chiesa di Costantinopoli, piena delle memoria dell’apostolo Andrea, il Signore vi conceda il coraggio di continuare a edificare sui rapporti finora sviluppati.

Con l’approssimarsi dell’Anno 2000, possano le figure dei fratelli Pietro e Andrea, uniti anche nel loro martirio in nome del Vangelo; ispirare tutti noi ad amare la Chiesa con cuore indiviso. Possano gli Apostoli intercedere per noi perché ricerchiamo solo la volontà di Cristo, nostro Signore e Maestro, il quale prega per i suoi discepoli “perché tutti siano una sola cosa, perché il mondo creda” (Gv 17, 21).

“Grazie a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo” (Fil 1, 2).

 

© Copyright 1995 - Libreria Editrice Vaticana

 



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