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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'AMBASCIATORE DEL SOVRANO MILITARE
ORDINE DI MALTA PRESSO LA SANTA SEDE IN
OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE
DELLE LETTERE CREDENZIALI*

Lunedì, 13 ottobre 1997

 

Signor Ambasciatore,

sono molto lieto di accoglierLa e di salutarLa nella sua qualità di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Santa Sede.

Il mio deferente pensiero va al Principe e Gran Maestro dell'Ordine, Fra Andrew Bertie, al quale La prego di recare il mio cordiale saluto insieme con l'espressione della mia riconoscenza per i devoti sentimenti di cui Ella s'è fatta interprete. Sono grato altresì ai Membri del Sovrano Consiglio e dell'intero Ordine, che in questa significativa circostanza hanno voluto manifestare, per suo tramite, sensi di rinnovata fedeltà al Successore di Pietro.

Ella è ben consapevole della peculiare fisionomia che è propria del Sovrano Ordine di Malta. Esso, infatti, si distingue per il suo carattere sovranazionale, religioso e caritativo. Come Ella ha testé ricordato, l'essere soggetto di diritto internazionale consente all'Ordine di intrattenere relazioni diplomatiche con numerosi Stati e Organizzazioni, tra i quali la Santa Sede. Questa, peraltro, ha con l'Ordine vincoli profondi che risalgono agli inizi del secondo millennio, quando esso nacque a Gerusalemme come Ordine Ospitaliero di San Giovanni. Sono vincoli che traggono alimento sia dal religioso affetto della Sede Apostolica come dell'intera cristianità verso la Terra Santa, sia dalla stessa finalità dell'Ordine, che è icasticamente definita nel motto: "Tuitio fidei, obsequium pauperum".

Finalità veramente nobile, che trova mirabile conferma in tutta la storia dell'Ordine, qualificatosi nel corso dei secoli per la difesa della fede spinta non di rado fino alla suprema testimonianza del sangue, e per il servizio caritativo nei confronti dei pellegrini, dei malati e di ogni altra forma di umana necessità.

Oggi la difesa della fede s'esprime soprattutto nella testimonianza resa con la parola e con la vita alle verità cristiane. Ciò suppone, come condizione preliminare, che si sia ben istruiti in quelle verità e ben convinti di doverle professare con coraggio e fermezza, come è richiesto ad un "cavaliere" che onora la parola data. In questa prospettiva, mi è caro affidare idealmente a tutti i Membri dell'Ordine di Malta il "Catechismo della Chiesa Cattolica", del quale è stata da poco pubblicata l'edizione tipica in lingua latina. Difendere la fede significa spesso, specie nel nostro tempo, difendere i grandi valori che la ragione umana, senza la luce della Rivelazione, rischia di non cogliere nella loro integralità e radicalità. Tali sono, ad esempio la dignità dell'uomo, la natura della famiglia, il fondamentale diritto della vita.

Incoraggio, Signor Ambasciatore, l'intero Ordine a continuare a sostenere con generosità queste ideali battaglie, da cui dipende la civiltà del terzo millennio. Sono certo che la secolare Istituzione che Ella qui rappresenta non mancherà di perseverare nell'offrire il suo prezioso contributo a tutte quelle iniziative che la Chiesa, fedele al disegno di Dio sull'umanità, va intraprendendo a tutela dei diritti di tutti, a partire dai più deboli.

Il tipico campo di servizio dell'Ordine di Malta è quello della cura degli infermi e dei pellegrini, onorati dai suoi Membri come "signori" ai quali si deve prestare assistenza in atteggiamento di "servi". "Vi ho dato, infatti, l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi" (Gv 13, 15) - disse Gesù ai suoi discepoli, dopo aver loro lavato i piedi. Possa questa icona evangelica del servizio animare sempre l'azione di quanti militano nell'Ordine di Malta!

Ho ascoltato con soddisfazione, Signor Ambasciatore, il sommario resoconto da Lei esposto circa l'attività delle molteplici opere che l'Ordine gestisce nel mondo. Esse costituiscono senza dubbio un valido servizio ai bisognosi ed un'efficace testimonianza di Cristo, Buon Samaritano dell'umanità. La Santa Sede sostiene queste iniziative e, da parte mia, prego perché esse rispondano sempre meglio allo spirito evangelico ed umanitario da cui traggono origine.

Con interesse ho colto il suo accenno al particolare impegno che l'Ordine di Malta intende porre in occasione del Grande Giubileo del 2000. A questo riguardo vorrei anzitutto mettere in risalto la felice coincidenza tra il nono centenario dell'Ordine, che ricorrerà nel 1999, e la vigilia dell'Anno Santo.

Non sono molte, a ben vedere, le Istituzioni che possono vantare un'origine così antica: la sua durata s'estende quasi per l'intero arco del secondo millennio. Quale circostanza più favorevole per mostrare agli uomini di oggi che, attraverso le profonde trasformazioni della storia, l'Ordine di Malta, fedele all'originaria ispirazione evangelica, custodisce ben vivi i suoi beni più preziosi: la fede e la carità?

La vostra scelta di essere presenti ed attivi nei due centri focali del Giubileo, Roma e Gerusalemme, è assai appropriata e merita ogni buon successo. Come Vescovo di Roma, mentre esprimo grato apprezzamento per quanto l'Ordine ha fatto, porgo il più fervido augurio per ciò che intende fare al servizio dei pellegrini, sempre più numerosi nella visita dei luoghi santi della "città eterna".

Signor Ambasciatore, mentre ricevo le Lettere che L'accreditano per questa nuova missione, Le auguro che essa sia proficua e ricca di soddisfazioni ed assicuro, al tempo stesso, per Lei un costante ricordo nella preghiera.

Con questi sentimenti invoco la materna protezione di Maria Santissima sul Sovrano Militare Ordine di Malta, che la venera col titolo di Vergine di Filèremo, ed imparto di cuore al Principe e Gran Maestro, a Lei, ai Cappellani e a tutti i Membri dell'Ordine come pure ai loro familiari la Benedizione Apostolica.


*Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XX, 2 p. 555-558.

L'Osservatore Romano 13-14.10. 1997 p.5.

 

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