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VISITA PASTORALE A BOLOGNA, IN OCCASIONE DEL
XXIII CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE (27-28 SETTEMBRE 1997)

INCONTRO CON I GIOVANI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Centro Agroalimentare (Bologna) - 27 settembre 1997

   

Carissimi giovani!

1. Sono lieto di prendere parte a questa veglia, che si svolge in un contesto di fede e di gioia, dove il canto occupa un ruolo importante. E' la fede e la gioia dei giovani che ho potuto sperimentare già in altre circostanze, specialmente in occasione di grandi appuntamenti mondiali con la gioventù. Ed ho notato con interesse che dopo la Giornata Mondiale a Manila, nel 1995, ci fu l'incontro europeo a Loreto; dopo quella recente di Parigi, ci ritroviamo questa sera a Bologna. E' un alternarsi di incontri, che vede protagonisti i giovani ed il Papa in varie parti del mondo. Ma poi si ritorna sempre in Italia. Colgo questa circostanza per salutarvi con affetto, cari giovani, ed estendo il mio cordiale pensiero a tutti i ragazzi e le ragazze d'Italia.

Abbiamo iniziato il nostro incontro, che ho seguito con grande attenzione, con il Salmo 96, che invita a "cantare al Signore un canto nuovo", invita a benedire il suo nome, a gioire ed esultare insieme con tutto il creato. Il canto diventa così la risposta di un cuore colmo di gioia, che riconosce accanto a sé la presenza di Dio.

"Sei rimasto qui, visibile Mistero", andate ripetendo in questi giorni, durante il Congresso Eucaristico Nazionale. La fede si esprime anche col canto. La fede ci fa cantare nella vita la gioia di essere figli di Dio. Voi tutti, artisti e giovani presenti, che saluto con affetto, mediante la musica ed il canto esprimete, "sulle cetre del nostro tempo", parole di pace, di speranza, di solidarietà.

Questa sera musica e poesia hanno dato voce agli interrogativi ed agli ideali della vostra giovinezza. Sulla strada della musica, questa sera, vi viene incontro Gesù.

2. Carissimi giovani, vi ringrazio per questa festa, che avete voluto organizzare come una sorta di dialogo a più voci, dove musica e coreografia ci aiutano a riflettere ed a pregare. Poco fa un vostro rappresentante ha detto, a vostro nome, che la risposta alle domande della vostra vita "sta soffiando nel vento". E' vero! Però non nel vento che tutto disperde nei vortici del nulla, ma nel vento che è soffio e voce dello Spirito, voce che chiama e dice "vieni!" (cfr Gv 3, 8; Ap 22, 17).

Mi avete chiesto: quante strade deve percorrere un uomo per potersi riconoscere uomo? Vi rispondo: una! Una sola è la strada dell'uomo, e questa è Cristo, che ha detto "Io sono la via" (Gv 14, 6). Egli è la strada della verità, la via della vita.

Vi dico perciò: ai crocicchi in cui si intersecano i tanti sentieri delle vostre giornate, interrogatevi sul valore di verità di ogni vostra scelta. Può succedere, talora, che la decisione sia difficile e dura, e che la tentazione del cedimento si faccia insistente. Capitò già ai discepoli di Gesù, perché il mondo è pieno di strade comode e invitanti, strade in discesa che s'immergono nell'ombra della valle, dove l'orizzonte si fa sempre più ristretto e soffocante. Gesù vi propone una strada in salita, che è fatica percorrere, ma che consente all'occhio del cuore di spaziare su orizzonti sempre più vasti. A voi la scelta: lasciarvi scivolare in basso verso le valli di un piatto conformismo o affrontare la fatica dell'ascesa verso le vette su cui si respira l'aria pura della verità, della bontà, dell'amore.

A poco più di un mese dal grande incontro di Parigi, ci ritroviamo qui a Bologna, ed è ancora viva in noi l'eco del tema di tale Giornata Mondiale: "Maestro, dove abiti? Venite e vedrete". E' l'invito che rivolgo anche a voi: venite e vedete dove abita il Maestro. Questo Congresso a Bologna ci dice che Egli abita nell'Eucaristia.

3. Il mio augurio è che possiate anche voi, con Simon Pietro e gli altri discepoli, incontrare Cristo per dirgli: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6, 67).

Sì, Gesù ha parole di vita eterna; in Lui tutto è redento e rinnovato. Con Lui è veramente possibile "cantare un canto nuovo" (Sal 96, 1) in questa veglia di attesa della grande festa, che concluderemo domani con la celebrazione dell'Eucaristia, culmine del Congresso Eucaristico Nazionale.

Vorrei ora farvi una confidenza. Con il passar del tempo, la cosa più importante e bella per me rimane il fatto di essere da oltre cinquant'anni sacerdote, perché ogni giorno mi è possibile celebrare la Santa Messa! L'Eucaristia è il segreto della mia giornata. Essa dà forza e senso ad ogni mia attività al servizio della Chiesa e del mondo intero.

Tra non molto, quando ormai sarà notte fonda, la musica ed il canto lasceranno spazio all'adorazione silenziosa dell'Eucaristia. Alla musica, al canto subentreranno il silenzio e la preghiera. Gli occhi ed il cuore si fisseranno sull'Eucaristia.

Lasciate che Gesù, presente nel Sacramento, parli al vostro cuore. E' Lui la vera risposta della vita che cercate.

Egli resta qui con noi: è il Dio con noi. Cercatelo senza stancarvi, accoglietelo senza riserve, amatelo senza soste: oggi, domani, sempre!

A tutti il mio saluto affettuoso e la mia Benedizione.

Al termine dell'incontro, prima di congedarsi dai giovani, il Santo Padre ha detto:

Allora, prima di andare via, vorrei concludere quello che vi ho detto prima. Vi ho detto che ci vuole l'Eucaristia perché ci vuole gratitudine per tutti questi beni, per tutte queste ricchezze, per tutti questi talenti. Ci vuole un grande ringraziamento. Ma questo ringraziamento si doveva fare attraverso il sacrificio della Croce, si doveva fare attraverso la morte cruenta di Cristo. Ma se non ci fosse la morte, non ci sarebbe neanche la Risurrezione, non ci sarebbe il mistero pasquale. «Mors et vita duello conflixere mirando, dux vitae mortuus regnat vivus». Voi tutti sapete bene il latino. Ma qualcuno dei sacerdoti più dotti vi tradurrà. Questo volevo dirvi per completare un po' la visione di quello che vuol dire Eucaristia. Grazie per questo incontro.

 



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