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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
AI CINQUE NUOVI AMBASCIATORI, IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE DELLE LETTERE CREDENZIALI*

Giovedì, 16 dicembre 1999

 

Eccellenze,

1. Sono lieto di accogliervi e di ricevere le Lettere che vi accreditano come Ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri Paesi:  Danimarca, Burundi, Singapore, Rwanda e Pakistan. Vi ringrazio per i messaggi che mi avete trasmesso da parte dei vostri capi di Stato. Vi sarei grato se esprimeste loro i miei calorosi auguri per l'alta missione che svolgono al servizio dei loro concittadini. Attraverso di voi, rivolgo un saluto cordiale alle autorità delle vostre nazioni e ai vostri concittadini, in particolare ai popoli dell'Africa che assicuro del mio sostegno.

L'approssimarsi del nuovo millennio è un invito per tutti gli uomini a prestare una sempre maggiore attenzione ai loro fratelli in umanità, soprattutto per le persone che sono chiamate a esercitare importanti cariche politiche, economiche o sociali, compiti che costituiscono prima di tutto un servizio all'insieme della comunità umana. È a questa condizione che i nostri contemporanei serberanno la speranza di un futuro migliore e s'impegneranno risolutamente a favore dei loro fratelli.

2. La mondializzazione non dovrebbe condurre a un crescente impoverimento dei popoli più bisognosi, spesso costretti a piegarsi alle regole economiche dei Paesi ricchi. È anche necessario che l'economia venga determinata da politiche sociali sul piano sia nazionale che internazionale, e non sia solo sottoposta a fattori finanziari, il che conduce a situazioni drammatiche numerosi popoli, i cui debiti rendono impossibile qualsiasi sviluppo. Le nazioni che hanno una lunga storia democratica e tecnologica, e una vitalità economica e sociale antica, hanno acquisito sapere e abilità. Esse possono metterli al servizio dei Paesi che hanno difficoltà a gestire le loro infrastrutture e le organizzazioni indispensabili alla crescita economica, alle esigenze sanitarie e alle necessità fondamentali delle persone. Nel fare ciò, non cercheranno di trarne vantaggi ma si preoccuperanno di sostenere l'edificazione di una nazione e di favorire una giusta libertà da perseguire per il bene dell'intera collettività. È anche importante promuovere l'assistenza ai Paesi che s'impegnano a proseguire la lotta contro la povertà e l'ingiustizia, fonti di numerosi focolai di violenza e di violazione dei diritti umani. In questi ambiti, è giunto più che mai il momento per tutti i popoli di dar prova di una solidarietà concreta e tangibile, per una migliore distribuzione delle ricchezze mondiali e dei beni.

3. In questo anno in cui celebriamo il decimo anniversario della Carta dei diritti del Bambino, è opportuno mobilitarsi per dare ai giovani ciò che è necessario per la loro crescita e fare tutto il possibile affinché non siano sottoposti alla violenza e a lavori che impediscono loro di andare a scuola e perché conducano una vita normale per la loro età. Spetta alle Autorità civili prendersi cura dell'inserimento dei giovani nelle reti sociali ed economiche e affidare loro responsabilità civili, per farne dei protagonisti della vita sociale. Una simile attenzione permetterà di ridurre l'emarginazione di un numero crescente di giovani e di evitare che si sviluppino, soprattutto nelle città e nelle periferie, forme esacerbate di violenza, di tossicodipendenza e di delinquenza, che rendono fragili i rapporti sociali e le relazioni fra generazioni. Non si può tollerare che dei bambini e dei giovani siano oggetto di commerci corrotti, siano essi volti a soddisfare adulti senza morale o ad alimentare reti illegali di adozione o di donazione di organi. Come si può definire una società umana se questa non garantisce alle generazioni future il rispetto della loro dignità e dei loro diritti più elementari? Rendo omaggio al lavoro svolto da persone e associazioni che, partecipando attivamente alla tutela e all'educazione dei giovani, danno loro l'amore di cui hanno bisogno e inculcando in essi i valori della vita morale e sociale, infondendo così in loro la fiducia e la speranza nel futuro.

4. Come diplomatici, ne sono certo, siete particolarmente sensibili ai diversi aspetti della vita sociale che ho appena trattato. Mentre cominciate la vostra missione, vi porgo i miei migliori auguri e invoco su di voi l'abbondanza delle Benedizioni divine, che estendo alle vostre famiglie, ai vostri collaboratori e alle vostre rispettive nazioni.


*L’Osservatore Romano 17.12.1999 p. 5,8.

 

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