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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA (5-17 GIUGNO 1999)

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PER LA BENEDIZIONE DELLA
NUOVA CHIESA DEL SANTUARIO MARIANO

Santuario della Madonna di Licheń - Lunedì, 7 giugno 1999

 

1. “E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 45).

Come pellegrino mi presento oggi al Santuario di Lichen e saluto Maria con le parole di Elisabetta: “E beata colei che ha creduto”. Dal testo di Luca evangelista veniamo a sapere che la casa di Elisabetta si riempì di gioia. Grazie alla luce concessa dall’alto, Elisabetta comprende la grandezza di Maria che è “piena di grazia”, e perciò “benedetta fra le donne” (cfr. Lc 1, 42), poiché porta nel suo grembo Gesù - il Salvatore del mondo. La scena della visitazione ci diventa particolarmente vicina qui, in questo luogo, tanto amato da Maria. Ogni santuario, infatti, è in qualche senso la casa di Elisabetta, che viene visitata dalla Madre del Figlio di Dio, per essere accanto al suo popolo amato.

2. Fratelli e Sorelle, rendo grazie alla Divina Provvidenza perché sul percorso del mio pellegrinaggio in Patria c’è proprio questo Santuario. Ringrazio di potervi incontrare su questo colle bello e pittoresco, tra campi e boschi, per benedire il nuovo tempio in onore della Madre di Dio. Guardo con ammirazione questa grande costruzione la quale, nella sua ricchezza architettonica è espressione di fede e di amore per Maria e per il suo Figlio. Siano rese grazie a Dio per questo tempio! La gratitudine è dovuta anche ai custodi di questo Santuario - i Padri Mariani che, da anni, ne hanno cura e servono fedelmente i pellegrini. Il tempio è sorto proprio per loro iniziativa. Ringrazio anche i costruttori e tutti coloro che con le loro offerte hanno sostenuto e sostengono questa grande opera. Saluto cordialmente il vescovo Monsignor Bronislaw, Pastore della diocesi di Wloclawek, nel cui territorio si trova questo Santuario. Saluto il vescovo ausiliare, il vescovo emerito, il clero e i pellegrini giunti da varie parti della Polonia.

3. Volgiamo il nostro sguardo verso Colei “che ha creduto”. Maria ha creduto che si sarebbe avverato quanto le era stato detto dal Signore. Ha creduto sulla parola di Dio che Lei, Vergine, avrebbe concepito e dato alla luce un Figlio. L’atto di fede di Maria ricorda la fede di Abramo, che agli albori dell’Antica Alleanza credette in Dio. Ecco la grandezza e la perfezione della fede di Maria, dinanzi alla quale Elisabetta pronunzia parole di stupore. Chiamando Maria “benedetta fra le donne”, indica che essa ha ottenuto la benedizione grazie alla fede. L’esclamazione di Elisabetta, piena di stupore, è per noi un’esortazione affinché sappiamo apprezzare tutto ciò che la presenza di Maria porta nella vita di ogni credente.

4. Riuniti oggi per questa preghiera mattutina nel Santuario di Lichen, ai piedi della nostra Madre Dolorosa, imploriamoLa tutti - vescovi, sacerdoti, consacrati e laici -di intercedere a nostro favore presso il suo Figlio, impetrando per noi:

Una fede viva,
che da granello di senape
diventi l’albero della vita divina.
Una fede,
che ogni giorno si nutre di preghiera,
si rafforza con i santi sacramenti
ed attinge dalla ricchezza del Vangelo di Cristo.
Una fede forte, che non teme difficoltà,
sofferenza o insuccesso,
perché poggia sulla convinzione
che “nulla è impossibile a Dio” (cfr Lc 1, 37).
Una fede matura,
senza riserve,
una fede che coopera con la santa Chiesa
in un’ autentica edificazione del Corpo mistico di Cristo.
Ti ringraziamo, Maria,
perché incessantemente ed immancabilmente
ci guidi verso Cristo.

Madre del Divin Figlio,
veglia su di noi,
veglia sulla nostra
incrollabile fedeltà a Dio,
alla Croce, al Vangelo e alla santa Chiesa,
come hai fatto sin dagli albori
della nostra storia cristiana.
Difendi questa nazione
che da mille anni cammina sulle strade del Vangelo.
Fa sì che viviamo,
cresciamo
e perseveriamo
nella fede fino alla fine.

Ave, Figlia di Dio Padre,
Ave, Madre del Figlio di Dio,
Ave, Sposa dello Spirito Santo,
Tempio della Santissima Trinità. Amen.



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