Index   Back Top Print

[ IT ]

 

MESSAGGIO URBI ET ORBI
DI SUA SANTITÀ
PAOLO VI

Solennità della S. Pasqua, 10 aprile 1966

   

Fratelli! Fratelli vicini e lontani! Fratelli a Noi congiunti nella fede e nella carità! e Fratelli cristiani tuttora ancora da noi separati! e voi tutti Uomini Fratelli per l' umanità che tutti ci associa nella figliolanza di Dio, e nella comune sorte naturale della vita e della morte!

Ascoltate il Nostro messaggio pasquale:

Cristo è risorto!
Resurrexit Christus!
Khristòs anésti!
Le Christ est ressuscité!
Christ has risen again!
Christus ist auferstanden!
Cristo ha resucitado!
Cristo ressuscitou!
Chrystus zmartwychwstal!
Cristós a inviat!

Questo, sì, è il grido della fede; ma esso è testimonianza d'una verità reale, che riempie il mondo della gloria di nostro Signore Gesù Cristo, e riempie gli uomini di luce e di speranza!

Esso è il principio d'una vita nuova, d'una rigenerazione dell'umanità, d'una risurrezione da ogni nostra infermità personale e sociale!

Esso è il centro d'attrazione per la vera, fraterna e feconda unità della famiglia umana.

Ricordate ciò che ha insegnato il Concilio ecumenico: « In questo si è mostrato l'amore di Dio per noi per il fatto che l'unigenito Figlio di Dio è stato mandato dal Padre nel mondo, affinché, fatto uomo, con la redenzione rigenerasse il genere umano ed insieme lo radunasse. Ed Egli, prima di offrirsi vittima innocente sull'altare della Croce, pregò il Padre per i credenti, dicendo:

Tutti siano una cosa sola . . . Esaltato poi sulla Croce e glorificato, il Signore Gesù effuse lo Spirito promesso, per mezzo del quale chiamò e riunì nell'unità della fede, della speranza e della carità il popolo della nuova alleanza, che è la Chiesa . . . » (Decr. de Oecum. 2).

La risurrezione di Cristo è il faro dell'unità spirituale e morale dell'umanità. Unità degli uomini con Dio, a Lui riconciliati mediante quel prodigio di misericordia e d'amore, che è la redenzione per noi sofferta ed a noi offerta da Cristo.

Unità degli uomini credenti nella profondità delle loro coscienze inondate dalla grazia, dalla pace e dal gaudio di Cristo medesimo.

Unità degli uomini fra loro, perché, resi aderenti ad unico Maestro e capaci di amore superiore, essi trovano ormai la felicità nel volersi bene e nel farsi del bene reciprocamente. Noi parliamo con fiducia di questa possibile vittoria dell'unità, nell'amore e nella giustizia, nella libertà e nel progresso, perché a tanto ci conforta il Mistero Pasquale, eterna primavera della storia, fiorente, anche quest'anno, sulla terra fecondata dalla risurrezione beata del Signore.

Ma il Nostro ardimento non è senza lacrime per lo spettacolo che il mondo ancora Ci dà, per la fatica, per la incoerenza, per l'opposizione, con cui esso cammina sulla via dell'unità, che è quella della pace, nella concordia e nella collaborazione. Anni or sono, dopo l'immane sciagura della guerra, propositi di perdono, di fratellanza, d'unione e di pace sgorgarono dappertutto dai cuori umani, tragicamente ammaestrati circa i frutti amarissimi degli egoismi collettivi, di cui è stata intessuta la nostra storia. Con tristezza immensa ci è obbligo notare che oggi tali propositi si indeboliscono qua e là, e di nuovo minacciano di convertirsi in ideologie totalitarie, in razzismi chiusi, in nazionalismi ambiziosi, in lotte sociali sistematiche, in giochi politici di forze pericolose e d'interessi contrastanti. L'umanità vacilla fra la pace e la guerra; fra l'associazione organica e fraterna e il particolarismo incurante degli interessi e dei bisogni altrui; fra la formazione d'un mondo nuovo, più giusto e più buono, e il ritorno al mondo vecchio, sorretto e oppresso dai suoi armamenti e dai suoi calcoli miopi ed avari.

La libertà non è ancora la legge normale di molti popoli; lo sanno tanti Nostri figli e fratelli, tuttora impediti nel franco e onesto esercizio dei diritti della loro fede e delle loro coscienze. La pace non è ancora così stabilita nell'interno delle nazioni e fra le nazioni da consentire ai popoli l'ordinato progresso verso i beni della civiltà moderna. La concezione della vita non ha ancora determinato la scala dei veri valori, a cui occorra rivolgere gli animi, quelli specialmente delle giovani generazioni.

Il mondo ha tuttora bisogno di luce sapiente, ha bisogno di forza morale, ha bisogno di speranze non fallaci, ha bisogno di pace, di benessere, di unità.

Per questo Noi non temiamo di dire: ha bisogno di Cristo. E per questo ancora una volta Noi diamo agli uomini aperti alla verità l'annuncio felice: Cristo è presente! perché Cristo è vivo! Cristo è risorto!

  



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana