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DISCORSO DI PAOLO VI
ALL'ASSOCIAZIONE  NAZIONALE
ITALIANA EX INTERNATI


Sabato, 30 maggio 1964

     

Celebrandosi il X Congresso della Associazione Nazionale Ex Internati, avete desiderato portarci l’espressione della vostra devozione e del vostro affetto, unitamente ai distinti rappresentanti delle delegazioni straniere, convenuti a Roma per la circostanza.

Siate i benvenuti, diletti figli. Vi apriamo il cuore al più commosso saluto; perché la vostra presenza ha assunto un preciso significato, che tanto vi onora. E in un unico abbraccio Ci rivolgiamo altresì ai numerosi membri della vostra Associazione di tutta Italia, e ai familiari dei caduti. A tutti va l’assicurazione della Nostra benevolenza, della Nostra stima, del Nostro rispetto, pieno, sincero, deferente: Ci troviamo di fronte a uomini che hanno sofferto, che hanno pagato di persona per l’avvento di giorni migliori, nel mutuo rispetto della libertà e della pace; uomini, che hanno maturato una consapevolezza pensosa di solidarietà fraterna e operosa attraverso il crogiolo di una prova durissima; persone e famiglie, che sono segnate per sempre dal sigillo misterioso e purificante della sofferenza.

Per questo vi ringraziamo della vostra presenza, come atto di fede e di speranza, e come solenne attestazione di gratitudine alla Sede Apostolica.

Al di sopra delle aspre passioni, che lo sfrenarsi di ideologie antiumane perché anticristiane ha acceso in Europa durante l’ultimo conflitto, la vostra testimonianza acquista un valore prezioso, a cui è necessario richiamarsi perché la notte della barbarie non debba più cadere sulla umanità. È una testimonianza di perdono, anzitutto, per quella appartenenza al nome cristiano, che tutti vi nobilita e onora; è una testimonianza di comprensione e di solidarietà, che avete acquistato nei contatti umani, tanto fecondi e consolatori, di quei giorni dolorosi, e che avete certamente cementato sempre di più in questi anni di attività associativa, volta a risanare ferite, a porgere aiuto e conforto, a sostenere e avvalorare iniziative di provvidenza e di assistenza; è ancora la vostra una lezione altissima, data a tutti i fratelli, e specialmente alle giovani generazioni, di pazienza, di fermezza, di dignità: monito insopprimibile, a ricordare come tutto diventa possibile, scendendo di aberrazione in aberrazione, quando si dimentichi il messaggio evangelico, e i suoi insegnamenti di fraterno amore umano, illuminato e postulato dall’amore di Dio.

Per questa vostra esperienza, così apologetica, così provvidenziale, così probante, Noi vi ringraziamo; e incoraggiamo tutto quanto l’Associazione intende promuovere non solo per il reciproco aiuto ai soci, ma per consolidare fra i contemporanei, con l’efficacia di un richiamo vissuto, la coscienza dei valori supremi della civiltà, della fratellanza, della collaborazione e comprensione fra i popoli.

Ma un altro significato assume per voi e per Noi questo odierno incontro: quello di un doveroso e gradito atto di riconoscenza per l’opera svolta dalla Chiesa e da questa Sede Apostolica per evitare, prima, e per alleviare, poi, le sofferenze universali, provocate dall’immane tragedia della guerra. Da quel grido accorato del Nostro Predecessore Pio XII, con cui egli ammoniva che tutto poteva essere perduto con la guerra; alle sue ferme proteste per le continue illegalità degli eserciti invasori; all’organizzazione dei soccorsi di carità e di assistenza, secondo che permettevano le possibilità di quegli anni, scarsi di mezzi, di informazioni, di uomini: tutto ricorda un’opera instancabile, insonne, piena di sollecitudine e di assillo per richiamare gli animi all’equità e alla clemenza, per medicare le spaventevoli ferite materiali e morali della guerra, per arginare in qualche modo la marea di dolore, che cresceva coll’infuriare dell’odio e della passione. Solo un occhio velato dalla incomprensione e dal malanimo può disconoscere quell’opera: e Noi vi siamo grati, per aver voluto pubblicamente attestare le vostre convinzioni, che dimostrano la delicatezza e la profonda onestà dei vostri sentimenti, affinati nel dolore.

Vi ripetiamo la Nostra paterna affezione, assicurandovi che l’opera dell’Associazione Nazionale Ex Internati trova in Noi ogni appoggio e incoraggiamento per tutto quanto essa compie per il bene dei suoi membri, per il conforto dei superstiti, per alimentare il pio ricordo di quanti vi «hanno preceduto col segno della fede, e dormono il sonno della pace».

La Benedizione Apostolica vi conferma questi Nostri voti, e implora dal Signore ogni desiderato dono di grazia su di voi, sulle vostre famiglie, su gli Associati, affinché il Dio della pace e della consolazione sia con tutti voi. E così sia.

      



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