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DISCORSO DI PAOLO VI
IN OCCASIONE DELL'ANNO CENTENARIO DELLA
NASCITA DEL SERVO DI DIO DON LUIGI ORIONE

Mercoledì, 31 maggio 1972

 

Il nostro saluto a voi, figli spirituali di Don Orione: al Direttore generale della Piccola Opera della Divina Provvidenza, suo erede e successore; al Consiglio generalizio, ai Provinciali e ai Confratelli; ai seminaristi; alle Piccole Missionarie della Carità; agli ospiti del Piccolo Cottolengo, ai fedeli delle parrocchie romane, affidate alla Congregazione; e soprattutto a voi, carissimi ragazzi dei vari istituti diretti dall’Opera - case di cura, orfanotrofi, scuole, centri di addestramento professionale. In più di tremila siete venuti a Roma, e da varie città d’Italia, per ricordare il I centenario della nascita di Don Orione, portandoci i vostri doni. A voi tutti il nostro più affettuoso benvenuto. Immaginiamo che, per molti di voi, questo viaggio abbia portato qualche disagio; e sappiamo che voi offrite al Signore le vostre preghiere e i vostri sacrifici per il Papa, secondo lo spirito di Don Orione, il quale volle che la sua Congregazione brillasse per l’amore e per la devozione al Successore di Pietro, e le lasciò, morente, questa consegna. Il Signore vi ricompensi!

In voi, qui presenti, che, pur tanto numerosi, rappresentate le innumerevoli schiere dei vostri amici e condiscepoli, noi vediamo la continuità ininterrotta e la splendida fioritura di un ideale di carità, che sbocciò col primo Oratorio di San Luigi, il 3 luglio del 1892, e da allora crebbe a dismisura, in tutte le direzioni in cui si prodigò lo zelo ardente del piccolo prete di Tortona. Formatosi alla scuola di un santo, come Don Bosco, emulo appassionato di un altro ammirevole santo moderno, il Cottolengo, Don Orione seppe tradurre nella sua singolare esperienza, che è storia tuttora recente, gli esempi di quei sacerdoti, vivendo nella dedizione totale, fino alla morte, l’insegnamento evangelico dell’autentico amore cristiano.

La vostra presenza ci testimonia della vitalità di quell’ideale: e ci dice come la figura di Don Orione continui a stimolare generosità ed eroismi. Alla scuola di un così grande educatore, voi imparate ad amare sempre più il Signore e la sua Chiesa; e sempre meglio vi allenate alla difficile e beatificante virtù dell’amore del prossimo, preparandovi in tal modo alla vita, con tutte le sue responsabilità. Noi preghiamo il Signore, affinché vi accompagni sempre, ora nel periodo di formazione, domani nella missione che svolgerete, ciascuno al proprio posto, perché facciate sempre onore al nome cristiano, nella fedeltà agli insegnamenti ricevuti in questi anni preziosi. E con voi raccomandiamo nella preghiera l’intera famiglia di Don Orione, specialmente quelli che, in essa, dànno il contributo più prezioso: quello della sofferenza e del sacrificio, mentre tutti benediciamo con vivissimo affetto.

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Desideriamo inoltre porgere il nostro affettuoso benvenuto al folto gruppo dei giovani aderenti all'«Opera Iuventutis», di Pescara, Bolognano e Chieri. Conosciamo l’importanza di questa istituzione tanto benemerita per la formazione religiosa della gioventù, dovuta allo zelo del Vescovo di Pescara e Penne, il caro e venerato Mons. Iannucci, qui presente; ad esso e a quanti lo coadiuvano vada la nostra gratitudine e il plauso più sincero. Ma noi confidiamo che primi a comprenderne il valore, siate voi, giovani carissimi, che vi aderite, perché essa vi educa a pensare e ad agire nella pienezza cosciente della vostra fede, e ad orientare l’entusiasmo della vostra giovane età verso gli ideali cristiani. Che il Signore vi aiuti a corrispondere alle ardenti speranze dei vostri educatori, per la gioia della Chiesa, che cattolici veri, forti e coerenti vi vuole. Vi accompagna la nostra Apostolica Benedizione, che estendiamo a tutti i vostri cari.

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Questo mese ci ha dato la consolazione e il gaudio di vedere, ogni settimana, schiere innumerevoli di neo-comunicati, succedutesi incessantemente, come candide onde, qui presso la Roccia di Pietro, presso la Cattedra ove siede il suo Successore. Avete ricevuto Gesù per la prima volta: e, per dimostrargli la vostra gioia, quasi per dirgli il vostro grazie, siete venuti dal suo Vicario, «il dolce Cristo in terra» come diceva - lo sapete bene! - santa Caterina da Siena, e vi siete stretti attorno a Lui cantando e pregando. Quale atto di fede! Quale esempio di convinzione! E allora, a nome di quel Gesù che noi rappresentiamo, vi diciamo: Bravi! Vorremmo accarezzarvi ad uno ad uno, e porre le mani sul vostro capo, come faceva Lui: voi siete infatti i prediletti di Gesù, perché siete le speranze e il domani della sua Chiesa, perché siete innocenti e buoni, perché cominciate a comprendere che cosa voglia dire, quale impegno rappresenti, quale felicità dia il seguire Gesù, ascoltarlo, obbedirlo. Seguitelo sempre, con la freschezza degli incontri eucaristici di questi giorni; non traditelo mai, mai! Non allontanatevi da Lui, perché Egli solo è la Via, la Verità, la Vita!

E queste stesse parole rivolgiamo anche agli alunni e alunne di varie scuole, che riempiono la Basilica: voi state arricchendo il vostro spirito di tante nozioni, che vi saranno utili per gli studi superiori, e soprattutto per la vita. Voi state maturando nell’applicazione e nella disciplina scolastica la vostra futura personalità. Ma essa sarà tanto più matura, quanto più vi lascerete forgiare, giorno per giorno, dall’amicizia di Cristo, luce delle vostre menti e fiamma dei vostri cuori, e quanto più lo vorrete conoscere e amare, non solo mediante la vita sacramentale, e la docilità ai suoi insegnamenti, ma anche mediante lo studio, che vi dischiude le meraviglie del mondo da Lui creato, e le opere del genio umano, riflesso della sua Sapienza e della sua Bellezza infinita.

Noi vi siamo vicini, in questi anni tanto importanti, diremmo decisivi della vostra vita. E tutti vi benediciamo, unitamente ai vostri genitori, ai maestri e insegnanti, ai Religiosi e alle Religiose che vi seguono, su tutti invocando la pienezza dell’Amore divino.

                                                   



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